IL JAZZ DEL VENTUNESIMO SECOLO - Incontri con Vincenzo Martorella a Formia (LT) per JAZZFLIRT IL JAZZ DEL VENTUNESIMO SECOLO un viaggio in quattro stazioni dentro il cuore di una musica in movimento
A partire dal 15 marzo, l’associazione JAZZFLIRT-MUSICA & ALTRI AMORI , darà il via, presso il GRANDE ALBERGO MIRAMARE di Formia. ad una serie di appuntamenti sul “Jazz del Ventunesimo secolo”. A condurre gli incontri è stato invitato Vincenzo Martorella (critico musicale e storico della musica) che, tra una lezione di Storia del Jazz presso i Conservatori di Venezia, Latina e Sassari, tra un articolo e un saggio, cercherà di rispondere a queste domande: Che senso ha parlare del jazz di oggi? Che senso ha affrontare un preciso periodo stilistico quando ancora non si ha la sufficiente distanza per trasformare la cronaca in storia? È possibile render conto di quanto è accaduto, e sta accadendo, nel jazz a partire dal nuovo secolo? Gli incontri intendono proprio dare risposte a queste domande. Perché se è vero che la distanza temporale autorizza (o dovrebbe farlo) una certa idea di “oggettività”, è altrettanto vero che anche raccontare in presa diretta un fenomeno complesso come il jazz rappresenta – al tempo di internet e della vertiginosa velocità di informazione – una forma particolare di narrazione storica. Lo story-telling, cioè, non inteso semplicemente come classificazione, quanto piuttosto come interpretazione di un momento storico (gli ultimi venti anni) in cui il jazz si è trasformato fino a non assomigliare quasi più all’idea, all’immagine, alle forme alle quali chi appartiene alla generazione dei post-cinquantenni era abituato, col risultato che molta critica jazz, un po’ invecchiata, arranca dietro alle nuove forme nelle quali il jazz si reincarna con velocità digitale, perdendo il contatto con esse. Non a caso, Sonny Rollins ha recentemente dichiarato: «A quindici anni ascoltavo il bebop. Se ne avessi quindici adesso, ascolterei l’hip hop». E, sempre non a caso, Robert Glasper ha detto: «Cosa sarebbe la tradizione del jazz se non la sua spinta ad andare sempre avanti?». Ecco, una delle chiavi di lettura del fenomeno sta nella disponibilità a riconoscere e analizzare il jazz nelle sue forme più eventuali, senza rigidi schematismi, ma aprendosi alla semplice constatazione che il nuovo secolo ha portato, come conseguenza, la più massiccia, inarrestabile, e soprattutto inevitabile, diversificazione stilistica; e, ancor più, cercando di ragionare sul perché essa è una formidabile ricchezza, e non una degenerazione da aborrire. In buona sostanza, oggi che – come mai era successo in modo così esteso e radicale in ogni altro momento della sua storia centenaria – il jazz si trasforma da nome a, alternativamente, verbo e/o aggettivo, processo piuttosto che prodotto, non ha più molto senso chiedersi se qualcosa sia o non sia jazz, quanto piuttosto rispondere a una domanda ben più ricca di rivelazioni e scoperte: perché certa musica di oggi è jazz? Dagli Stati Uniti, dove il jazz è tornato a essere voce di rivolta e lotta, all’Europa: un viaggio in quattro stazioni dentro il cuore di una musica in movimento, con interventi musicali e video.
Vincenzo Martorella insegna Storia del Jazz presso i Conservatori di Venezia, Latina e Sassari. Ha scritto sette libri, centinaia di articoli e saggi, diretto riviste, festival e collane editoriali, insegnato in Università italiane e straniere, parlato di jazz e musica del XX (e del XXI) secolo un po’ dappertutto.
Gli incontri si terranno presso il GRANDE ALBERGO MIRAMARE di Formia
giovedi 15 e 29 marzo; giovedi 26 aprile; giovedi 10 maggio
dalle ore 19,00 alle ore 21,00
INFO E CONTATTI
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