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 Fabio Gorlier, Enzo Antonicelli, Alessandro Fassi e Max Simini: La quadrilogia degli ASUMA Brazilian Quartet.Forti dell'esperienza accumulata in tanti anni di musica gli ASUMA Brazilian Quartet continuano senza tregua il loro stellato percorso musicale, continuando a coltivare intelligentemente quella duttilità mentale per ancorare in modo definitivo e robusto il proprio progetto artistico al panorama nazionale del jazz brasiliano. 
 Una musica, già di per se sorprendente, che gli Asuma hanno però voluto reinterpretare cercando nuove vibrazioni, per difendersi innanzitutto dall'omologazione e tutelando quella creatività, che sta consentendo al quartet torinese di volare ed atterrare sulle melodie dei canti di Djavan, Ivan Lins, Jobim e tanti altri autori, con insolita  padronanza di linguaggio, rendendo credibile ed affidabile un percorso che hanno voluto staccare da quei recinti mentali così tanto rassicuranti, quanto creativamente prevedibili, per dare libero sfogo alle propie emozioni.
 
 L'espressività del pianoforte di Fabio Gorlier è uno esempio raro di quanto l'eccellente percorso  accademico faccia ormai da contorno alla componente emotiva del suo suono, un fascinoso flusso musicale che va oltre il semplice peso delle dita sui tasti, come a voler offrire all'arte della musica un'altra dimensione.
 
 Stesso registro per il canto di Enzo Antonicelli, intento a portare, nella cultura brasiliana, le proprie radici mediterranee che caratterizzano la sua vocalità, intrise però di venature jazz e di raffinati colori timbrici tanto da voler strizzare l'occhio, a dispetto dell'idioma, ad una qualità vocale d'impronta più internazionale.
 
 E la raffinatezza è la base del basso elettrico di Alessandro Fassi, padre ed artefice di questo progetto MPB “made in Turin” datato ormai 2006, che sposa appieno la filosofia del cineasta Billy Wilder, che diceva che “il vero regista è colui che non si vede”, proprio per sottolineare il carattere sornione di chi, dietro le quinte, svolge un attento lavoro sugli arrangiamenti e sulle scelte stilistiche da esprimere.
 
 Max Simini è invece la batteria, il segno ritmico e percussivo che, anche nel suo caso, non vuole viaggiare sulle reminescenze del percorso standard brasiliano, con la conseguente vena nostalgica di riferimento, quanto piuttosto al tracciato persuasivo ed onirico del momento, in piena conformità con la vena poetica dei già sopracitati colleghi.
 
 Questo è il mondo degli ASUMA Brazilian Quartet che, da marzo a settembre, saranno coinvolti in una ricca stagione di eventi in giro per l'Italia, toccando piazze, teatri, rassegne e jazz clubs di molte città.
 E ad aprire questa nutrità serie di concerti sarà proprio la città di Torino, che li vedrà ospiti sabato 15 marzo alle Officine Bohemien di Via Mercanti 19. Inizio concerto ore 22.
 Seguiranno Pavia, Treviso, Cremona, Piacenza, Asti, Milano, Biella, Cuneo e molti altri capoluoghi italiani.
 La stagione concertistica degli ASUMA Brazilian Quartet è completamente visibile sul sito: asuma.it
 
 Tania Croce.
 
 
 
 
 
 
 
 
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