Tutti originali i brani di questo lavoro di
Melissa Stott.
Brani che attingono dalla tradizione afroamericana a tutto tondo: dal mainstream
al blues. Tredici, in tutto le esecuzioni. Alcune molto brevi poste quasi a corollario
della sua vena lirica votata al classico.
Non si può dire che vi sia una ricerca di suoni, per così dire, alternativi.
Tuttavia è un lavoro gradevole che pone in evidenza la particolare voce dai timbri
cool.
La vocalist si avvale di un combo molto affiatato e di particolare esperienza:
Davide Brillante alla chitarra, Nico Menci al piano, Pietro Ciancaglini
al contrabbasso,
Alessandro
Minetto alla batteria ed una guest di particolare carattere: il trombettista
Steve Gut.
La fusione dei cromosomi etnicamente differenti – madre cinese e padre
inglese – si estende anche alle corde vocali della
Stott
che alterna una matrice più corposa ad una voluta caratterizzazione melliflua.
I brani si alternano piacevolmente grazie agli impasti sonori ben creati
dai musicisti che sorreggono la vocalist. Non vi sono "scatti" o "impeti" di particolare
intensità. E' il complesso del lavoro che risulta di gradevole ascolto e ben delineato.
Steve Gut si conferma attento ascoltatore e lucido esecutore, così come
Nico Menci, dal pianismo colto, abile creatore di chorus adeguatamente arricchiti.
Pietro Ciancaglini, solidissimo dispensatore di groove, è affiancato dal
raffinato drumming di
Alessandro
Minetto.
La chitarra di Davide Brillante ingentilisce ancor più le composizioni
della leader e la si ascolta ancor meglio nei brani dal sapore più blues.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia