Ed. Far Out 2006
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The Ipanemas
Samba Is Our Gift
1. Imperial
2. Malandro Quando Vaza
3. Mangue
4. Samba Pra Mim Mesmo
5. Taioba
6. San Roque
7. Valsamba
8. Folia No Samba
9. Samba D
10. Treze, Trinta E Nove
11. O Samba E’ O Meu Dom
Wilson Das Neves - batteria, percussioni e voce Neco - chitarra acustica Jorge Helder - basso, chitarra acustica, voce Mamao - voce e percussioni Fernando Moraes - piano Vitor Santos - trombone Thiago - voce e percussioni Zizinho - percussioni Jesse - tromba Marcelo Bernades - flauto
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Il groove afro-brasiliano accoglie tra le sue braccia il samba. Ecco in
estrema sintesi il percorso musicale di questo limpido lavoro degli Ipanemas,
al secolo Wilson Das Neves e Neco.
Il primo, batterista dalle indubbie capacità stilistiche e dal drumming
raffinato, il secondo scintillante chitarrista dalla particolare vena creativa e
compositiva che ha collaborato negli anni '50
con il "gotha" della bossanova: Elis Regina, Wilson Simonal, Chico Buarque, Elza
Soares, Tom Jobim, tra gli altri.
Il sodalizio professionale tra i due ebbe inizio al termine degli anni
'50, ma la loro prima incisione risale al
1964 (CBS).
Occorrono quasi quaranta anni per ascoltare un nuovo prodotto de The
Ipanemas: "The Return of…" che l'eclettica label Far Out va a
produrre. Ed ancora, a distanza di anni, Samba is our Gift,
sempre con la Far Out. Un album nuovissimo ma con sonorità che gli Ipanemas
(quasi precursori) fecero conoscere già negli anni sessanta. Un lavoro che scivola
via lasciando il segno, senza mai ripetersi e con l'intervento di melodie cameristiche
come nella traccia d'apertura: Imperial.
L'ottimizzazione delle risorse acustiche tese ad ibridare generi e stili
afro, sono di tutta evidenza anche in Valsamba,
lì dove il flauto di Bernades s'intreccia alle melodie disegnate dalla tromba
di Jesse, nonché in Samba Pra Mim Mesmo,
dove le tinte carioca si colorano, seppur con luci accennate, di Gillespie grazie
ai ritmi imposti da Wilson Das Neves e dall'afflato animoso che trombone
e tromba sprigionano.
Undici tracce che fanno comprendere quanto lavoro sia stato svolto intorno
alla bossanova e come, soprattutto, vi possano essere prodotti facilmente fruibili
ma senza essere banali o cadere nel deja-ecoutè.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/01/2007
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