Puul
Puul
Optical Substance (2014)
1. Ornella
2. Oitana
3. Havgul
4. Momina
5. Clelia
6. Loris
7. La Catalina
8. Nènè
Tim Harries - basso Terje Evensen - elettronica
Da ascoltare in cuffia o, comunque, con un impianto stereo degno di tale nome. Puul,
alias Tim Harries e Terje Eversen creano alchimie, effetti, sfumature e atmosfere
che vanno ascoltate con attenzione; un camerismo elettronico che narra storie (di
donne) con la voce scura e autorevole del basso di Harries (già al fianco di Brian
Eno, Bill Bruford, Katie Melua) come in "Oitana", dove l'elettronica
è solo all'orizzonte. Evensen (che presta i suoi marchingegni a John Paul Jones
e Nils Petter
Molvaer tanto per dirne un paio, squilla e schiaffeggia apparentandosi
al rumorismo cageano in "Havgul" (perfetta per un film di David Lynch). Il
bassista inglese pesa le note che diventano macigni scossi dalle folate di vento
elettronico in "Momina". Ogni passaggio sa di onirico, sognante cesellato
da pause argomentative ("Clelia"), o dall'immaginifico scenario elettronico
sostenuto dal pulsare suggerito del basso ("Loris").
Non è tanto – e solo – la cura del suono che colpisce, ma il dialogo continuo fatto
anche di pause e silenzi reciproci, l'interazione plasmatica tra i due che rende
questo lavoro particolarmente affascinante.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/02/2015
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