Soren Dahl Jeppesen
Pipe Dreams
Gateway Music (2013)
1. Insomnia
2. Fallback
3. Rain (Part.1)
4. Pipe Dreams
5. Tinkerbell
6. Blinded
7. Broken
8. Drifting
9. Anytime
10. Doom & Gloom
11. Rain (Part.2)
Søren Dahl Jeppesen - chitarra Óskar Gudjónsson - sassofoni Simon Toldam - pianoforte Klaus Nørgaard - contrabbasso Jakob Højer - batteria
Dal Nord Europa sempre buone nuove. Qui è la Danimarca a parlare, in ogni senso,
visto che il disco in questione porta anche il sigillo della Statens Kunstråd, Danish
Art Of Council che fornisce un sostegno finanziario ai jazzisti danesi: cosa, in
pratica, mai accaduta in Italia, neanche all'epoca delle vacche grasse, fatta eccezione
per gli sperperi finiti nella musica pop e classica.
Il fluire della musica di Søren Dahl Jeppesen racconta belle storie, insieme
a un gruppo già consolidatosi nel precedente "Red Sky", fatta eccezione
per l'innesto del pianista Simon Toldam. Le riflessive e vellutate note di "Insomnia", che mettono subito in chiaro quanto Jeppesen sappia far pesare
le note il giusto e si trovi d'amore e d'accordo con il soffiato vibrante del sassofono
di Óskar Gudjónsson, fanno eco a "Fallback", che si muove intorno a
un ritmo bossa nova, mascherato dal fraseggio posato del leader. E mascherate dallo
swing, anzi opportunamente coinvolte, sono le tensioni europee, illuminate da
Simon Toldam e rimarcate dalle incrinature di Jakob Højer nella traccia
eponima. Tradisce un milieu della liturgia tradizionale "Tinkerbell"
giocata sulle onde della chitarra acustica limpidamente arpeggiata da Jeppesen sul
bisbiglio sensuale di Gudjónsson; e, così, anche "Blinded", narrativa e sapientemente
condotta dal fraseggio posato, incisivo e fresco del chitarrista danese. I registri
slow e medi la fanno da padrone, mescolando tempi e ritmi afferenti da ogni dove:
"Drifting", che spinge verso lidi mediterranei; il lirismo sinfonico di "Doom & Gloom"
piegato dalle pause e le piccole dissonanze di Toldam.
Il trentatreenne Søren Dahl Jeppesen pone un'altra pietra nella tradizione
chitarristica danese, parecchio in fermento: ha carattere nel saper mettere fianco
a fianco note calde e acidificate, freschezza e spontaneità scevra dall'esibizionismo
tecnico e una particolare attenzione all'aspetto melodico, a un disegno finito.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/09/2013
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