Prova di pregevole fattura è quella di
Nicola Mingo
che, nel ricordo di Wes Montgomery e nello styling di Barney Kessel,
si lascia trascinare dagli evergreens di Charlie Parker, e, per chitarra
sola, dona istanti lirici e propulsivi slanci bop, intuendo il senso profondo del
linguaggio dell'indimenticabile Bird.
All'insegna dell'eleganza improvvisativa propone in "Parker's
dream" 13 tra i suoi pentagrammi più amati dal pubblico e più significativi
nell'evoluzione della sintassi jazzistica, ispirandosi a modelli di melodie fluide,
lontano da inutili snobismi e da articolazioni eccessivamente ricercate.
La caratura artistica di
Mingo
è non solo convincente ma disegnata secondo nuances composte, attente e disegnate
da un profilo coerente e decisamente duttile.
I brani scelti – che ricordiamo impressionanti per la loro efficacia nell'esecuzione
parkeriana – vengono riletti secondo una sonorità gradevole e stilisticamente individuale,
rendendone pienamente il mood e l'espressività cromatica.
Sinuose e tecnicamente soggettive le letture del chitarrista di "Now's
the time" e "Confirmation": un efficace
tentativo di dare moderno equilibrio alle blue notes di uno dei musicisti che non
può non essere ancora punto di riferimento insostituibile per tutti noi.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 3.182 volte
Data pubblicazione: 11/04/2008
|
|