Recorded In Rome, October 2000 |
Salvatore Bonafede
Ortodoxa
1. Little O In The Sky 7.28
2. Astor Piazzolla (Short Version) 2.48
3. Let's Waits And See 8.57
4. Charles Mingus 8.30
5. Il Matrimonio 5.35
6. Enrico Rava 4.17
7. If I Were A Ball 3.52
8. Pasion 3.12
9. I Like This Place 6.19
10. Federico Fellini 2.00
11. Astor Piazzolla 8.51
Salvatore Bonafede:
Piano
Fabrizio Bosso: Trumpet
Flughelhorn
Rosario Giuliani: Sax
Alto,
Soprano
Pietro Ciancaglini:
Bass
Roberto Gatto:
Drums
All Music By
Salvatore Bonafede
Foto: Pino Ninfa |
Ortodoxa
è il nuovo album del pianista
siciliano Salvatore Bonafede,
messosi in luce tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta collaborando
con jazzmen statunitensi come Joe Lovano, Dewey Redman, Paul
Motian, Tom Harrell, John Scofield, Lester Bowie,
Lee Konitz, Billy Cobham, e aggiudicandosi nel
1991
il primo posto tra i nuovi talenti
italiani nel referendum "Top
Jazz" del mensile
Musica Jazz.
Ortodoxa è stato realizzato con l'apporto di alcuni dei più noti solisti
italiani: Fabrizio Bosso alla
tromba e al flicorno, Rosario Giuliani a sax contralto e soprano,
Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria.
Musicisti appartenenti a generazioni diverse che, sintonizzandosi sulla stessa
lunghezza d'onda del pianista-leader, hanno accompagnato Bonafede in uno
stimolante viaggio sonoro che dal jazz si è spinto altrove.
Ortodoxa è infatti un disco complesso, sfaccettato, frutto di un lavoro
di ricerca a livello compositivo, tanto sofisticato quanto rigoroso, che ha
portato il suo autore a confrontarsi con umori musicali diversi (dal tango alla
rumba, dalla musica popolare venezuelana a profumi mediterranei), pur nel quadro
di una sempre innegabile pronuncia jazzistica. Rimandando alle particolareggiate
note di copertina redatte dallo stesso pianista e incluse nel booklet del CD,
sono da sottolineare gli espliciti omaggi a grandi uomini del jazz come
Charlie Mingus
()
e
Enrico Rava,
ma anche a Fellini
()
e a colui che ha
rivoluzionato il tango,
Astor Piazzolla.
Ortodoxa è un album fatto di musica dal profondo respiro poetico, a
tratti malinconica, altrove briosa e ritmicamente incalzante.
Ortodoxa è pubblicato dalla
Red Records, storica
etichetta italiana che sta festeggiando
25 anni
di intensa attività.
Note di copertina
Le composizioni di
Salvatore Bonafede creano un suono e un senso della melodia molto
italiano, in particolare dell'Italia del Sud, innestati sulla grande tradizione
del jazz moderno. Charlie Haden, Charles Mingus, Horace Silver
richiami del mondo latino e afrolatino, Nino Rota, Astor Piazzolla,
il joropo venezuelano, Enrico Rava; una drums and bass suite in cui due
brani collegati tra loro, eppure diversissimi, vedono come strumenti solisti
batteria e contrabbasso ai quali il resto del gruppo crea un sottofondo melodico
d'efficace e audace semplicità. Una miniatura dedicata a Federico Fellini
in cui più marcate si fanno le evocazioni di una Italia perduta nella nostra
memoria. Una musica fresca, originale, sorprendentemente evocativa e sicuramente
destinata a rimanere, in cui la qualità della scrittura è sempre piegata ad una
urgenza espressiva capace di restituirci un "paesaggio dell'anima"; echi di un
mondo che appartiene al versante afrolatino, che è oggi quanto mai d'attualità,
che nella natura melodica e nel colore dei diversi temi contiene anche sapori
delle bande di paese, tramutati però in composizioni di inequivocabile sapore e
struttura jazzistica.
Il contributo dei singoli musicisti alla riuscita piena di questo lavoro
è considerevole sia per la capacità di interpretare e arricchire le composizioni
di Salvatore Bonafede sia
per l'autorevolezza con cui hanno svolto il loro non facile compito. A loro
tutti va un particolare ringraziamento a cominciare da Roberto Gatto,
batterista stimato e affidabile quant'altri mai, che è stato particolarmente
voluto da Salvatore; Pietro Ciancaglini, che si fa apprezzare per il suo
senso del tempo, cavata e intonazione e che con Salvatore e Roberto ha
costituito un team ritmico di grande efficacia e solidità sia come perno e cuore
pulsante della musica che negli spazi solistici a loro riservati. Rosario
Giuliani ha svolto il suo lavoro con grande competenza, professionalità e
misura, aggiungendovi un po' di quel fuoco che lo contraddistingue.
Fabrizio Bosso è stato il solista
che ha saputo dare alle composizioni di Bonafede quel particolare timbro e
colore, un insieme di brillantezza e malinconia che, a mio modo di vedere, danno
a questa musica qualcosa di speciale che è tanto avvertibile quanto indefinibile
nell'esposizione dei tempi e nel climax degli assolo.
Forse è il caso di cominciare a considerare come vera l'affermazione di
Bobby Watson che in un periodo d'internazionalizzazione e globalizzazione
o glocal come si dice da un po' di tempo a questa parte - è finita l'epoca in
cui il termine jazz equivale automaticamente all'America anche se la stessa
rimane un punto di riferimento imprescindibile per l'acquisizione e la
conoscenza del e dei linguaggi e dei principali dialetti del jazz. A
quest'affermazione vorrei aggiungere che sempre più spesso, come nel caso di
quest'opera ma anche di altre del catalogo Red Records, è proprio dalle
periferie, grazie alla differente prospettiva e alla distanza che la visuale
consente come notava Max Corroto recensendo il Cd del chitarrista
argentino Pablo
Bobrowicky, che vengono le opere più espressive e rappresentative
dell'attuale scena del jazz prodotto da musicisti che danno vita ad un mondo
sonoro in cui la gente si riconosce.
Daniele Cecchini
Guida all'ascolto
Little O In The Sky
(1999) Spazio "jazz".
Probabilmente in un futuro prossimo o remoto saranno portate sulla Luna (che è
1/4 della Terra) anche delle registrazioni di jazz e sono certo che saranno di
mainstream. Se Ortodoxa avrà una possibilità lo dovrà a questo brano.
Astor Piazzolla
(1992) Ecce poeta. Brano
formato da cinque momenti: 1. su una sequenza armonica ripetuta si intrecciano
tutti gli strumenti riflettendosi nella sfera drammatica (tonalità minore) di
una musica nata, come il jazz, per strada; 2. si libera il canto melodico, il
carattere lirico fino a quel momento nascosto; 3. ritorno al magma sonoro
iniziale con accenni di improvvisazione; 4. e 5. appare nuovamente il secondo
ritornello, apparentemente più gioioso, che al suo volgere viene riassorbito
dalla solenne serenità della ripresa con coda.
Let's Wait And See
(1999) è il brano
misterioso e struggente di Ortodoxa, dedicato a coloro i quali vengono definiti
dagli amici, dagli addetti ai lavori, dai genitori o da chiunque altro, delle
"promesse". Autobiografico? Vedremo.
Charles Mingus
(1999) ovvero composizione,
scomposizione, ricomposizione. Le variazioni ritmiche si rincorrono (ballad,
rumba, swing) per evocare alcuni dei molteplici aspetti della sua personalità.
Il Matrimonio
(2000) è la composizione
più recente di questa registrazione e quella dalla natura più danzante, basata
sul ritmo di un ballo popolare venezuelano, il joropo. Richiama l'ambiente
allegro che si vive, appunto, durante una festa di matrimonio.
Enrico Rava
(1992) è un tema dall'atmosfera
sospesa, dove la tradizione europea affianca un giro armonico (basato in gran
parte su un brano di Enrico) che accoglie differenti sensazioni.
Il titolo If I Were A
Ball (1993) non è una
perifrasi del brano di Frank Loesser If I Were A Bell (ho composto anche If I
Were A Bull); è un blues di 24 misure con uno sviluppo tematico composto dal
numero minimo di note (due). Mentre io, Pietro, Fabrizio e Rosario proviamo a
far "rotolare" il brano, Roberto prova a farlo "rimbalzare".
Pasion
(2000) ricorda le atmosfere create
in molti lavori di Charlie Haden. Il solista principale è quindi Pietro e il
tema rappresenta un semplice pretesto.
I Like This Place
(1993) Sopra un basso
ribattuto a tempo costante, la frase tematica si snoda con un tempo diverso, per
riallacciarsi successivamente alla ritmica. Indipendenza subordinata. Mi piace
questa condizione!
Federico Fellini
(1993) La malinconia del
commiato. Tutto ha un fine. E una fine.
Salvatore Bonafede
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Data pubblicazione: 03/11/2001
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