Alfredo
Impullitti: direttore
Paolo Fresu: trumpet
and flugelhorn
Tino Tracanna: soprano
and tenor sax
Gianluigi Trovesi: piccolo
and bass clarinet
Pierre Favre: percussion
Coro e Orchestra della Scuola Comunale di Musica "G. Sarti" di
Faenza
Schola S. Rocco di Vicenza
Francesco Erle: chorus
master
Diana Torto: soprano
ORCHESTRA:
Monia Visani,
Davide Di Iorio, Davide Scala: flutes
Massimo Pauselli,
Sabrina Frassineti: clarinets
Emiliano
Rodrigues: soprano
and sopranino saxophones
Marco Bersani: soprano
saxophone
Giovanni
Iadarola, Marco Assirelli, Giuseppe Bellini: alto
saxophones
Massimo Zaniboni:
tenor saxophone
Mauro Manzoni: baritone
saxophone and wood flutes
Frabcesco
Valtieri: baritone
saxophone
Javier Gonzales,
Paolo Rosetti: bassoons
Mario Barletta,
Diego Frabetti, Claudia Brunetti, Paolo Raineri: trumpets
Michele
Sanguedolce, Gianmichele Menzolini, Carlumberto Ortolani: trombones
Giacomo
Scannavini: tuba
Martina Drudi: piano
Mauro
Campobasso: guitars
Gianni Dardi,
Angelo Corelli, Mattia Visni: percussions
Anton Berovski,
Lorenza Garavini, Consuelo Castellani, Simona Ferro: first
violins
Sonia Peana,
Elisa Porcinai, Gertrude Neri, Michele Leoni: second
violins
Valentina Pozzi, Simone Laghi: violas
Nicola Baroni,
Daniele Festa, Filippo Lo Piccolo, Umberto Passarella: cellos
Maurizio
Rolli, Luca Bandini, Francesco Veroli: double
basses
CHORUS:
Silvia Valtieri,
Martina Cimatti, GEssica Zani, Federica Zannoni, Giovanna Damian, Elisa
Doria, Federica Tramonti: sopranos
Silvia Trezza,
Chiara Laghi, Lucia Fumaiola, Flavia Bressan: mezzosopranos
Daniela Peroni,
Silvia Ciranna, Loredana Tabanelli, Mariangela Gramellini, Veronica
Gordini, Paola Bolla, Raffaella Bellato: altos
Stefano Morigi,
Carlo Timillero, Giorgio Erle, Massimo Bardin, Giancarlo Malagola: baritones
Davide Michelini,
Simone Balboni, Fabio Prelati, Luigi Marasca, Gianluca Zanon, Marco
Manzardo: Basses
photo by Pino Ninfa,
Marcello Di Benedetto, Mauro Campobasso |
RASSEGNA STAMPA
"MISSA"
"(…)
Missa, un avvenimento singolare della nuova leva jazzistica italiana, che vede in
Impullitti una delle menti più creative."
(Simone Pozzini, Avvenire,
21 Maggio 2000)
"(…) Trovesi (…) e Fresu sono stati fra i protagonisti dei due momenti più esaltanti del festival:
(…) il sassofonista e il trombettista con l'ormai abituale messa jazz di mezzogiorno, domenica 21 in
Santa Corona, dove ricoprivano, con Tino Tracanna e Pierre
Favre, i ruoli solistici. Composizione e direzione d'orchestra erano affidate in quel caso ad
Alfredo
Impullitti, che ha compiuto un lavoro davvero eccellente per intensità, rigore e capacità nel dosare, sovrapporre e alternare le varie forze in gioco (l'orchestra e
coro G. Sarti di Faenza e la Schola San rocco di Vicenza). E il pubblico non ha mancato di esprimere il proprio caloroso apprezzamento."
(Alberto Bazzurro, Musica
Jazz, Luglio
2000)
"(…) In città è nata quella che può considerarsi una delle prime, vere e grandi opere musicali contemporanee in grado di iniziare un nuovo ciclo, capace di reggere il confronto coi classici della musica italiana. (…) quella di Impullitti è stata un'elaborazione intelligente ed eccellente per energia, disciplina e capacità nell'equilibrare, incrociare e intervallare gli elementi del coro, l'orchestra e i solisti.(..) Ne emerge una sintesi impetuosa, mai tentata prima, di religiosità e ribellione (…).
(Francesco Donati, Il Corriere di
Romagna, 6 Febbraio
2001)
(…) Missa, l'evento speciale di Iceberg
2000, il festival Biennale del Comune di Bologna.
Impullitti, giovane musicista già noto nell'ambiente jazzistico, ha architettato la sua composizione sulla struttura tradizionale
dell'Ordinarium Missæ, affidando la parte solistica a tre quotati jazzisti:
Paolo Fresu, Tino Tracanna e Achille Succi. (…) Il loro ruolo è stato pensato come elemento di raccordo più espressivo che solistico, mentre le voci hanno perso la dominante afro-americana a favore di una fascinosa e ben organizzata architettura timbrica d'insieme.
(Giuseppe De Biasi, Il
Resto del Carlino, 17
Febbraio 2001)
(…) Il risultato è certamente un'opera al nero, di travaglio spirituale. Venata da contrasti, tensioni, inquietudini e angosce. Siamo lontani da una concezione mistica della religiosità. Le suggestioni musicali ignorano le forme della musica sacra e sono piuttosto legate all'espressione di un percorso spirituale primordiale legato al timore della morte e di Dio, alla necessità vitale di una spiegazione esistenziale, all'attesa, al dolore e al dubbio. (..)
(Stefania Mazzotti, Settesere,
10 Febbraio 2001)
(…) L'operazione di recupero e sviluppo di tale materiale melodico/armonico è, dunque, sicuramente stimolante, e fornisce un'ulteriore occasione d'incontro tra il classicismo e gli aspetti più "colti" della musica afro-americana (...) il lavoro resta molto interessante e tendente a sfruttare al massimo le possibilità coloristiche dell'orchestra (specialmente negli archi), creando un terreno ideale per i soli di
Fresu, Tracanna e Succi: i tre jazzisti si muovono spesso a canone ed in sezione, si integrano armoniosamente e danno sfoggio della loro capacità tecniche, rendendo inevitabile il tripudio di applausi nel finale.
(Luigi Sidero - da Gli
Amici della Musica, www.gliamicidellamusica.net/giornale/allthatj.htm)
La
Missa di
Alfredo Impullitti è una rara e quanto mai preziosa opera di musica contemporanea. Basata su cantus firmus di
Duke Ellington, è scritta in sei movimenti che calcano suggestivamente l'ossatura delle partiture delle Misse.
Impullitti ha scelto quattro strumentisti jazz - Paolo Fresu alla tromba,
Tino Tracanna ai sassofoni,
Gianluigi Trovesi ai clarinetti e Pierre Favre alle percussioni - per interpretarne le voci soliste, dando così una sottile e sferzante ri-lettura di un genere difficoltoso e senz'altro oscuro. Ogni parte è al contempo una eco del movimento inteso in forma classica e un omaggio con dedica a grandi maestri della classica contemporanea. (…)
La Missa, nel suo complesso, è dunque una sorprendente testimonianza di un percorso che indaga nello spirito e nella spiritualità, con profondo senso umano. (…) Impullitti non teme direzioni angosciose e dense, non teme i silenzi, non teme le voci, soliste o sole?, che a fatica dialogano con il Coro. È questo forse il gran servizio di un uomo, che non cerca redenzioni, ma che si sofferma, "circondato da persone che sperano e promettono". Ottimo.
(Francesca Bellino - da All
About Jazz, www.allaboutjazz.com)
E' una vera e propria Messa per Orchestra, Coro e solisti Jazz questa scritta dal giovane composirore
Alfredo Impullitti (…). Il coro e l'orchestra della Scuola Comunale di Musica Faentina
e la Schola S.Rocco stendono un grande affresco, sul quale irrompono i quattro solisti (…). Musica possente, scura, illuminata dagli assoli jazzisti, con Ellington che aleggia lieve: un opera coraggiosa e importante.
(Roberto Parmeggiani, Famiglia
Cristiana, Luglio
2001)
(…) il disco permette di cogliere tutte le sfumature di questa complessa composizione: le tensioni dinamiche, le tessiture strutturali, la ricchezza
timbrica…Stravinskij e D. Ellington sembrano i punti di riferimento più evidenti della scrittura (…). Le voci dei solisti si integrano armoniosamente con la scrittura orchestrale: non sono ostentate come corpi estranei e non sono nemmeno episodi secondari, soffocati dall'esuberanza orchestrale, bensì si inseriscono come elementi necessari ed essenziali, che respirano con il tutto.(..) Lavoro sinfonico coerente, potente e corale, di per sé lontano dal jazz canonicamente inteso.
(Libero Farnè, Musica
Jazz, Agosto/Settembre
2001)
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COMMENTI | Inserito il 19/3/2020 alle 11:12:13 da "silviaciranna" Commento: Ricordi ed esperienze indimenticabili della Scuola di Musica "Sarti" di Faenza insieme ad A. Impulliti. Silvia C. del Coro | |
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Data pubblicazione: 14/10/2001
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