Il CD
Middle Earth
è dedicato a mio
padre
Lucia Neri,
flute, piccolo
Stefano Agostini,
flute, G alto flute, didjeridoo
Paul Mc Candless,
oboe, english horn, bass clarinet, soprano sax, sopranino
Piero Bronzi,
soprano sax, alto sax, tenor sax, flute, didjeridoo
Mirco Mariottini,
clarinet, bass clarinet
Elisabetta Casapieri,
cello
Claudio Riggio,
guitar
Andrea Pellegrini,
piano
Nino Pellegrini,
contrabass
Riccardo Jenna,
drums, percussion
Cristian Calcagnile,
drums, djembè, bongos, talkin' drum, percussion
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La
Suite Tolkieniana,
ispirata alla mitologia di
J.R.R. Tolkien, è composta da cinque brani che formano un crescendo
dinamico riguardo all'organico (dal flauto solo del primo brano all' Ensemble
completo in "Ent") , il
"mood" (riflessivo in "Mithlond", poi sempre più aperto e aggressivo), la struttura dei
brani stessi (un solo tema all'inizio della suite, senza parti improvvisate,
complessità alla fine, con soli anche sovrapposti). Ovviamente questa logica
costruttiva non è ferrea: volendo la si può trovare anzi rovesciata: ci sono
temi sovrapposti anche in Mithlond, ed Ent in fondo è un semplice Blues in Si b.
L'obiettivo era di comunicare un principio che si sviluppa, cresce, giunge a un
culmine e crea. Ciò che esso crea non è altro che un nuovo principio. La
direzione non conta molto.
L'Ensemble Ainulindale è nato nel 1993 dal Duo
"Ainulindale" piano-percussioni Andrea Pellegrini - Chico De Majo. Dirigendosi
successivamente verso una sonorità orchestrale europea che esaltasse una ricerca
contrappuntistica e timbrica e la coniugasse col linguaggio jazzistico, si e'
espanso fino a raggiungere la ragguardevole dimensione di 11 elementi. "Eleven",
"undici", ha la stessa radice di "Elf", "Elfo". Gli elfi usavano compiere le
proprie scorribande notturne, invisibili agli umani, in bande di undici (la
stessa squadra di calcio, sport anglosassone per eccellenza, riconduce alla
banda elfica).
Il repertorio è costituito da musiche composte fra il
'93 e il '99, arrangiate per quest'incisione, comprendenti spunti
impressionistici, etnici, romantici, ai quali si accostano parti improvvisate
aleatorie o prettamente jazzistiche, accostando lunghe parti scritte a soli in
stili diversi, raccontando il viaggio orbitale del jazz, specie di "Terra di
Mezzo", zona franca equidistante tra patrie diverse, in instancabile visita alle
costellazioni musicali proprie di diversi luoghi e periodi storici.
Ainulindale in lingua elfica indica la musica
"creatrice": la "Musica degli Ainur", nella cosmogonia tolkieniana, costituì il
principio creatore dell'universo. Tolkien indica il Verbo come una serie
di variazioni improvvisate su tre temi dati da Ilùvatar, "Colui che E'", agli Ainur, "rampolli del suo pensiero". All'invidia di Melkor, che osò
improvvisare una melodia eccentrica e vanitosa, costituendo quindi un elemento
di contrasto, ponendosi come "altro", concausa della creazione, seguì la
decisione di Ilùvatar di dare concretezza alle immaginazioni degli Ainur e di
avviare così la vicenda terrena.
In molte culture si indica la musica come motore della
creazione: un "archè" sonoro viene riconosciuto da millenni come il primo
segno del divenire. La radice sanscrita stessa della parola "archè" ("ark")
significa "canto"… Mai però si era sottolineato l'aspetto improvvisativo delle
musiche creatrici. Probabilmente non se ne è mai sentito il bisogno, essendo le
divisioni fra improvvisazione e composizione recenti.
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La
Suite riassume la varietà di spunti dell' intero progetto. ("Mithlond",
"I Porti Grigi"), descrive la partenza di un viaggio. Segue un incontro con
un giardino incantato ( "Lothlorien",
il giardino degli Elfi), un contatto ("Elen Sila Lumenn Omentilmo",
"una stella brilla sull'ora del nostro incontro", saluto elfico), al centro
fra i 5 pezzi; la scoperta di un'energia vitale (il tango di "Minas Tirith")
e un'azione decisa ("Ent",
"La Vendetta degli Uomini Albero"). Ho "ambientato" la Suite in una fiaba perché è quanto di più profondo si possa
inventare per raccontare un viaggio interiore.
In tutto il repertorio ho voluto esplorare la gamma dei
colori ottenibili dai legni. Sonorità espressiva e diafana, così come vitale ma
avvezzo alla tristezza è lo spirito del musicista. Vi si può ritrovare anche il
segno della tradizione del lirismo italiano. Puccini, Mascagni fanno parte di me
non meno di Coltrane.
Nei giochi di parole nascosti nel nome della collana
Bluesmiles (Blues-Miles, Blue-Smiles) ce n'è uno che mi sta a cuore, "Blue – Smiles", sorrisi Blues, contrasti creativi di emozioni.
"Blues" e "Saudade"
indicano la stessa sensazione di "familiarità" con le opposte energie.
Keine Gegenstaende… è ispirato alla vitalità di mio fratello; il titolo è la
frase che si trova vicino ai finestrini dei treni in Italia, e il brano è ricco
di sferragliamenti, fischi di locomotive a vapore e capelli al vento.
Chiara Stasera
racconta di mia figlia che ne ha
scritto il testo.
The Children
e' un latin scritto mentre 2 bimbi
mi scorrazzavano intorno. Forse per questo motivo ci sono finite battute di 3 e
5/4… Il solo di Paul è modale e quello di Cristian su un ostinato ritmico
ripreso da un frammento del tema.
Portovenere
è ispirata alla inarrestabile voglia
di libertà di mio figlio Francesco; il tema, esposto dal pianoforte e dai legni,
fa poi da background ai soli; nella Coda i musicisti improvvisano
collettivamente con note lunghe su i primi 2 accordi del tema. Portovenere è un
bellissimo paese in Liguria da cui si riceve una continua spinta a partire.
One For Tristan
ha un tema AABA in cui ogni "A" è
un blues in Fa con alcune sostituzioni. E' dedicato e ispirato a Tristan
Honsinger, noto violoncellista esponente del free nordeuropeo che ha collaborato
spesso con musicisti toscani.
Miriam e Il Mare
racconta un viaggio dentro un
amore finito. Ha un tema disteso su accordi alterati che non disdegnano l'uso di
due settime. E' anche un omaggio a Debussy, alle sue intuizioni armoniche, basi
delle teorie jazzistiche, e musicali, primo ponte fra questa arte e l'inconscio.
Nel titolo ho anche cercato la assonanza fra Madre e Mare, così nota – e cara –
agli impressionisti francesi.
L'arrangiamento di
Cum Grano Salis
è frutto del
lavoro svolto all'interno dei corsi jazz della Scuola Bonamici di Pisa con
l'allieva Rosa Moschettini. E' dedicato a Antonello Salis, naturalmente. In
questo pezzo i musicisti hanno, nello spartito, il tema e una serie di linee che
possono scegliere suonare quando vogliono, "con un po' di saggezza", formando
così dei background improvvisati e ambientando ogni volta diversamente e
inaspettatamente l'improvvisazione del solista.
Ninna
è una Ninna Nanna in cui alla fine arrivano
i sogni.
Round Midnight
fa parte di un progetto di un
Ensemble ("Contemporalia") formato da legni, violoncello e contrabbasso.
L'introduzione e la riarmonizzazione cercano di evocare un'atmosfera introversa
e spigolosa ma solare, forse simile al carattere di Monk. Così tensioni
irrisolte aprono un inaspettato solo di oboe in Mib maggiore
..:Commenti:..
L'eterogeneità degli strumenti usati e della provenienza artistica dei
musicisti coinvolti indicano il desiderio di "ricomporre" in un'unità stilistica
personale moduli espressivi appartenenti alla musica "classica", "improvvisata",
"jazz" ecc., termini che, allo scadere del millennio, cedono secondo me gran
parte del proprio significato alla denominazione più amabile di Musica del
Novecento. "Fondere, confondere, rifondere e infine rifondare (…) sulle pietre
di miele della bellezza… " (Claudio Lolli)
Il jazz è musica della riconciliazione, fra moderno e
antico, fra Europa e Africa, fra improvvisazione e composizione, fra razionale e
inconscio. E' musica delle possibilità, in cui si stabilisce il punto di
partenza ma mai quello di arrivo; è il viaggio, non il porto o la meta. E'
musica di contaminazione fra culture, tecniche, ispirazioni, motivazioni
diverse.
In Ainulindale si immagina il jazz italiano come
un'identità nella complessità, somigliante con l'anima dell'artista
italiano immerso nel "porto di mare" della propria terra, molo di attracco e di
partenza di culture mediterranee e nordeuropee; "Terra di Mezzo" non priva di
nome e coordinate, nutrita dalle affinità e dalle risonanze.
Molti musicisti del gruppo sono livornesi e Livorno,
attualmente piuttosto depressa culturalmente, fu Porto Franco vivissimo e centro
cosmopolita che fece della diversità la propria ricchezza.
Ainulindale ha trovato in Paul Mc Candless un
collaboratore ideale. Saldato fortemente alla tradizione ma da sempre proteso in
avanti come pochi altri, ha innovato profondamente il linguaggio dei propri
strumenti – base (oboe e corno inglese) regalandoci spunti assolutamente nuovi e
preziosi. Paul possiede una tecnica fortemente finalizzata all'espressione, un
suono inconfondibile e un approccio personalissimo. Lavorando con lui ho avuto
la sensazione di riposare lungo la Highway 101 all'ombra di una sequoia.
..:Recensioni:..
"...Al di là del
risultato, che è pregevole, il disco si segnala per la particolarità
dell'organico utilizzato ... A proposito delle suggestioni diverse che
improntano il disco di Pellegrini, nel disco troviamo una bella alternanza di
vitalismo jazzistico e di atmosfere soffuse, spesso malinconiche, legate ad un
melodismo di marca europea ... 'Round Midnight è l'unico brano del disco non
firmato da A.Pellegrini ma il suo arrangiamento è estremamente rivelatore del
suo approccio e della sua composita ricerca ... Non siamo del tutto convinti del
suono ... Ciò non toglie che la musica abbia momenti molto fini ed avvincenti;
non è poco e non succede tanto spesso neppure di fronte a dischi di nomi assai
più noti ed altolocati, e ci pare che testimoni di un percorso molto personale e
sentito. E' un lavoro promettente, di cui sarà interessante seguire gli
sviluppi."
Marcello Lorrai
-
"Audioscheda", Radio Naz.le
Svizzera Italiana, 30.3.2001
"Quando ascolto la musica di un altro musicista, qualcuno che mi contatta per
suonare con lui, solo quando ascolto la sua musica posso dire se sento la mia
voce nella sua musica. Con Andrea è stato tutto molto chiaro e diretto, ho
potuto "sentire" i miei strumenti - strumenti particolari - nella sua musica (lo
stesso è successo con Eberhard Weber...).
La sua musica ha una qualità "vocale" anche se è strumentale, ha una contabilità
molto personale; è una cosa che funziona bene con i miei strumenti... Andrea mi
ha contattato per posta elettronica... mi ha spedito gli spartiti della sua
musica che ho trovato molto interessante. Così abbiamo creato questo progetto...una
registrazione per Symphonia e un tour. Una grande sfida perché il gruppo è
grande, ed ogni sera abbiamo suonato in un posto diverso, poi c'è molta musica
da leggere... una vera sfida... abbiamo suonato bene, creato un bel contatto con
il pubblico, dunque un progetto di successo..." (Paul McCandless).
"Cercavo un oboista già da anni... Mai mi sarei aspettato di trovare una
disponibilità così totale e sincera da parte del più grande oboista di jazz del
mondo. L' ho contattato attraverso un newsgroup su internet, così come si lancia
un messaggio in bottiglia..." Intervista di
Patricia Barbetti
in "Birdland", Radio
Naz.le Svizzera Italiana, 3.04.2001.
"...
I very much enjoyed your group at the Sant'Anna Arresi Jazz Festival. ... I was
most impressed by all the artists' abilities to maintain a lovely melody line
while plunging boldly into complex musical experimentation. Your music is very
substantial, edgy and creative."
Lucia Mauro
- Giornalista, Chicago
"A proposito, mi e' piaciuto molto il CD dell' Ainulindale Ensemble, la musica
e' fresca e ispirata, e eseguita con intensita'. Mi pare che stai facendo un
buon lavoro, "spingendo" molto su più fronti e riuscendo anche a essere un
riferimento per i musicisti giovani delle tue parti."
Mario Raja
- Insegnante "Siena
Jazz", sassofonista, arrangiatore, direttore, Roma
Il vostro lavoro mi pare molto interessante. Ben fatto. Un mix musicale e
culturale direi ''giusto'', almeno secondo i miei punti di riferimento. Perfino
il riferimento a Tolkien e la dedica al nostro vecchio compagno Honsinger sono
sulla giusta lunghezza d'onda. Complimenti!
Giampiero Bigazzi
- produttore Materiali
Sonori, S.Giovanni Valdarno
"... La fusione tra l’oboista americano e il gruppo di Andrea Pellegrini avviene
con grande sintonia, creando un’atmosfera magica e sognante, grazie alla
particolarità e alla varietà degli strumenti impiegati e alle capacità
improvvisative di ogni componente del gruppo. Il disco presenta composizioni
originali di Pellegrini ed un’elegante rilettura quasi in stile cameristico di
Round Midnight arrangiata per flauti, oboe, violoncello e contrabbasso. La
sensazione è quella di ondeggiare tra musica classica, con riferimento
particolare all’impressionismo, e strutture più familiari al jazz tradizionale,
usate come mezzo per comunicare qualcosa di nuovo (si veda per esempio l’uso
della struttura blues di 12 battute come A dell’AABA in One for Tristan ).
Portovenere, Miriam e il mare, The Children e la Suite Tolkeniana sono forse i
pezzi più belli. 4 STELLE
Nicola Lancerotti
- JAZZIT
''.....ottimo lavoro!''
Stefano Zenni
- musicologo, jazz
researcher
"For those who don't yet know, pianist and composer Andrea Pellegrini is one of
Italy's brightest shining musical lights. His compositions have been performed
by jazz orchestras the world over. He has also been commissioned by symphony
orchestras to compose original works and he remains a pianist of the highest
order. This set all inspired by the works of both J.R.R. Tolkein's Lord of the
Rings trilogy and the mythology of elves-hence an 11 piece band for the
project-is his most ambitious project to date and walks through all musical
worlds to arrive at a crossroads where 20th century vanguard European music
meets the improvisation and swing of jazz and the dynamics of film and theater
music. One cannot stress enough how adventurous this music is with its many legs
planted in as many seas. In "One For Tristan", a serialist theme gives way to a
series of bop and post bop solos on piano, oboe (courtesy of Oregon architect
Paul McCandless), flutes, strings, and tenor saxophone all as dissonant
percussion falls around the band's ears before it returns to its erstwhile
origins and fades. On the "Suite Tolkeinana" a six-part work comprising the
majority of the album, Pellegrini creates a series of orchestral colors,
intricate solo and ensemble counterpoint and timbral adventures for each section
and creates a series of cadenzas that are echoed in the thunderous crescendos
that signify the end of each section until the finale "Chiara Stasera," which is,
in itself, a crescendo that restates all five themes in contrapuntal dynamic
resulting in a conclusive, yet expansive overview of the entire work. To rate
this recording on its performance is one thing, but it is far from the entire
story, it deserves its considerable merit for not only the realization of such
an ambitious project, but for making it so accessible, emotionally direct and
impressionistically vivid. Gil Evans did a version of this kind of work, but his
focus was deeply influenced by the history of jazz, as he perceived it.
Pellegrini' s view is universal and deeply Debussian in its aesthetic. In
addition, the sound is first rate, crisp, but warm in all the right places.
Extraordinary." - 4 stelle e 1/2
Thom Jurek
-
WWW.ALLMUSIC.COM (AMG EXPERT REVIEW)
L'ensamble Ainulindale nasce nel 1993 da un'idea Andrea Pellegrini e Chico De
Majo ma negli anni la" questione" e'cresciuta sia per numero di elementi- si e'
arrivati a 11 - ma anche per quanto concerne il progetto che , partito dalla
ricerca in campoi orchestrale , e' giunto al jazz piu' contaminato. Tutti gli
elementi convivono e nulla ha preso il sopravvento cosicche' il disco e' un
perfetto gioco delle parti . A dare man forte alla "terra di mezzo" di
Pellegrini ci pensa Paul Mc Candless che aggiunge clarinetto, oboe, e sax alle
varie composizioni originali come la "Suite Tolkieniana" ispirata alla mitologia
di Tolkien.
Federico Borzelli
- Musica di Repubblica,
giovedi' 26 aprile 2001
Devo dire che il tuo CD e' davvero interessante. La cosa piu' bella della tua
musica e' la sua unicita'. Inoltre, in certi brani mi pare di notare una certa
predisposizione per scrivere cose che 'suonano' importanti.
La scorsa settimana ho acquistato due CD: Special Detail del quintetto di Gerry
Hemingway e Always Say Good-bye del Quartet West di Haden. Dischi importanti e
molto belli, ma dopo qualche giorno mi sono accorto che stavo ascoltando il tuo
CD di piu' di quegli altri. Stavo quindi per mandarti un messaggio nel quale
volevo dirti, alla maniera di Celentano, del quale ho visto le registrazioni dei
suoi show (che bello rivedere Gaber e Fo), e cioe' pedestre ma efficace, che la
tua musica e'.... forte.
Pino Scuro,
Radio SBS, Sydney. (SBS significa, Special Broadcasting Service)
"...Il Jazz Ensemble Ainulindale si è distinto con un jazz edulcorato da armonie
impressionistiche e tardoromantiche, atmosfere sofisticate, alcune esperienze
improvvisative aleatorie, mischiando culture mediterranee, nordeuropee e
africane..."
Musica jazz
"...la felice scommessa del Jazz Ensemble Ainulindale che produce un sound ricco
di spunti impressionistici, etnici e romantici che si accostano alle parti
improvvisate di matrice europea..."
M.E.,
Gazzetta di Parma
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