Dora Sisti
Mai Prima D'ora
Zone di Musica (2013)
1. Buia Luna (Dora Sisti)
2. Everytime I See You (Dora Sisti)
3. Dualismo (Dora Sisti - Arrigo Boito)
4. Dora Argentina (Dora Sisti)
5. Return Monk (Carlo Ferro - Dora Sisti)
6. Robin's Waltz (Dora Sisti - Emily Dickinson)
7. Five Hundred Miles High (Chick Corea)
Dora Sisti - voce, composizioni, arrangiamenti Andrea Verlingieri - sassofono soprano e tenore Carlo Ferro - pianoforte Giuseppe Salvaggio - basso elettrico Marco Tardioli - batteria
"Mai Prima D'ora". Un accattivante gioco di parole. Una sorta di magnetico
specchio attraverso il quale la giovane e creativa Dora invita ad esplorare un carrolliano
universo fatto di "un'arte eterea […]franca dai rudi vincoli del metro e della forma",
per dirla con Boito, i cui versi, nelle corde della Sisti, diventano canto. Perché
in questo raffinato lavoro di debutto nel panorama musicale, c'è anche letteratura.
Con "Dualismo", estratto della lirica del citato autore della Scapigliatura italiana,
finemente musicato in un brano dai toni avvolgenti e sofisticati.
E con "Robin's Waltz", affascinante ballad nata dall'arrangiamento in note di una
poesia di Emily Dickinson. Citazioni colte e passaggi autobiografici in un registro
poetico che attraversa elegantemente i 42 minuti di ascolto. Le due poesie in musica,
infatti, conferiscono un arricchimento stilistico che si inserisce armonicamente
in un percorso compositivo già liricamente sostenuto dai brani firmati dalla cantante
abruzzese. Contorni epici tanto per le riflessioni emotive più profonde, come in
"Buia Luna", aperta dal leopardiano interrogativo "Cosa tu fai, placida luna in
ciel?", di "Pastore errante" ispirazione, quanto per le più intime immagini familiari,
come in "Dora Argentina", in cui, per saggezza e intelletto, "Tu sei Ulisse, epica
nonna" e in "Everytime I See You", romantico singolo con cui la Sisti ha lasciato
fare capolino nella sua ammaliante realtà. Una realtà fatta di sperimentazioni e
soluzioni musicali mai scontate, capaci di fissare l'impronta del jazz moderno in
sonorità attuali e trascinanti. Ed è proprio in questa prospettiva jazzistica che
si collocano "Return Monk", brano composto in note dal pianista Carlo Ferro, attraverso
cui la cantante racconta (da buona scrittrice) il silenzioso finale della vita di Thelonius Monk e "Five Hundred Miles High" di
Chick Corea,
strategicamente collocato a chiusura della track list, quasi a voler omaggiare il
più ricercato dei generi.
L'importanza attribuita alla scelta e all'accostamento delle parole trova riscontro
nella loro interpretazione in canto, decisa e impreziosita da un timbro limpido,
pieno e consapevole.
Gli elementi sembrano esserci tutti. E questo potrebbe essere solo il primo capitolo
di un innovativo romanzo musicale.
Chissà d'ora in poi.
Alessandra V. Monaco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/04/2014
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