Jazzitalia - Michele Minisci: La Notte che bruciò il Jazz
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Michele Minisci

La Notte che bruciò il Jazz
Il Ponte Vecchio - 2009
Pagine 176 – euro 12,00

Venticinque anni di "Venerdì di Passione". La radice disambigua della parola "passione" ben sintetizza i cinque lustri di attività del più che celebre Jazz & Blues Club Naima di Forlì. Michele Minisci, Atlante e Minerva della domus musicale della Via Emilia, ha avvertito l'esigenza di consegnare ai posteri parte del vissuto attraverso uno scritto tanto verace e urgente dall'apparire disarmante. I ghiottoni lo leggeranno con gusto e di filato, cercando di immaginare gli appetitosi concerti che hanno corollato il quarto di secolo del "music live club" tra i più famosi d'Italia.



U
n'opera – meglio dirlo subito – e non una autoconsacrazione oppure mera declinazione del palma res del club, bensì brandelli di vita, anche dura, vissuta con pathos, scevra di intendimenti semplicemente speculativi.
Traspare a chiare lettere la sofferta volontà di creare un punto di riferimento nel mondo jazzistico e non solo: una causa "suprema" che ha animato Minisci ed i suoi compagni di viaggio. Tutto ciò attraverso gli accadimenti della vita che remano contro, ma che mai e poi mai hanno sfiduciato il composito combo di artefici ed anzi hanno spinto verso nuove soluzioni, sempre più ardite, fino a far diventare "La Vecchia Stazione" un crogiolo della cultura nelle sue disparate forme artistiche; mercè Vinicio Capossela mentore, consapevole o inconsapevole, del Naima.

Un libro ricco di suggerimenti – espressi come esperienze vissute ed assolutamente epurato da ogni forma manualistica – per tutti i producer e direttori artistici di club che, fin troppo spesso, aprono i battenti con insostenibile leggerezza (come lo stesso Minisci afferma), sgomitando in barba al buon vivere in comune.

Le inventiones (che oggi potrebbero apparire scontate) di Minisci sono declinate ad incastro, contestualizzate: i point break (punti di appoggio del Naima in altri locali a scopo promozionale); l'house organ (un giornaletto illustrativo delle attività che oggi raggiunge 15.000 destinatari); la caparbietà del direttore artistico nel far conoscere il locale inanellando soddisfazioni, ma anche delusioni e per far ciò sacrificando la possibilità di godersi un concerto per intero; il coraggio nel declinare i pressanti inviti di alcuni "pesanti" musicisti. Tanto sfruttando l'ingegno – anche mediato – e sfidando le angolose gelosie dirette a destabilizzare il Naima.

Prefazione (Renzo Arbore), prologo (Carlo Lucarelli), introduzione (Francesco Giardinazzo), postfazione (Vinicio Capossela) e cinquantacinque fotografie completano un libro "vissuto" da leggere con attenzione e da non dimenticare.

Alceste Ayroldi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 14/08/2009

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