Donne Jazz in Blues
Bertinoro (Fo) - 23 e 24 luglio 2011
Finali Contest
Diunna Greenleaf & Blue Mercy with Billy Branch
di Alceste Ayroldi
Bertinoro, incantevole cittadina (ricca di frazioni sparse intorno) adagiata sulle
colline forlivesi, nel mese di luglio diventa "afroamericana". Da quattro anni
Michele
Minisci, scintillante patron del celeberrimo Naima Club – Casa del Blues di Forlì,
riesce a convogliare a Bertinoro un bel numero di artisti già ben noti, ed altri
che il pubblico italiano conosce meno, la cui valenza, però, è fuori discussione.
Una vetrina imbellettata anche da un seguitissimo contest che vede un gran numero
di partecipanti, tutte vocalist provenienti dall'intero Stivale. Un festival di
"cantantesse", come le ha ben definite il direttore artistico, che nel corso delle
varie edizioni ha annoverato ospiti sempre eccellenti, come:
Sarah
Jane Morris, Esperanza Spalding,
Cheryl Porter,
Flora Purim, Diane Schuur, Tania Maria,
Maria Pia De
Vito,
Tiziana
Ghiglioni,
Anna Maria
Castelli, Anne Ducros,
Ada Montellanico,
Barbara
Casini, Dede Priest, ed anche Pietra Montecorvino, Paola Turci,
Cristina Donà, Marina Rei, solo per citarne alcune.
Le concorrenti giunte in semifinale, dopo un'accorta selezione "live" svoltasi nel
bel parco di Fratta Terme (frazione di Bertinoro) e iniziata l'11
luglio, ha consegnato alla finalissima (svoltasi nella storica piazza centrale di
Bertinoro, che si bea di un belvedere senza paragoni, il giorno 24 luglio) due eccellenti
voci: quella marcatamente black, dal range ampio e ottimamente calibrato di Gloria Turrini, esperta vocalist dall'eccellente presenza scenica e con all'attivo diversi
lavori discografici, e la possente estensione vocale della giovanissima Lisa Manara
(appena diciannovenne), graffiata e calda quanto basta, che si è aggiudicata il
primo posto sul podio dell'agone e volerà in quel di Los Angeles presso la Venice
Voice Academy, dove per quindici giorni avrà modo di studiare con alcuni tra i migliori
docenti statunitensi. Doppia performance "concorsuale", quindi, prima di lasciare
la scena al blues ruggente e coinvolgente di Diunna Greenleaf & Blue Mercy, con
anche l'armonica e la voce di Billy Branch.
I toni si accendono da subito, già quando il quartetto apre il sipario, prima di
chiamare sul palco la leader dei Blue Mercy. Big Will Little Willy è fast-tempo
e la voce ed il suono crunch della chitarra di Josh Presslar scaldano subito la
nutrita e attenta platea. E' la volta di Chewingum Neighbour, ed il testimone
passa a John Del Toro Richardson, dalla voce dannatamente black, a dispetto del
suo epidermico candore, che sfodera un lungo assolo che ripercorre le strade del
blues. Diunna Greenleaf irrompe sulla scena con tutta la sua simpatia e la sua voce
tonante che arriva diretta alla pancia. Possessions declina tutte le armi di cui
dispone: e sono tante. John Lee è dedicata al leggendario Hooker e Diunna
riesce ad inondare, con la sua voce, la piazza anche senza microfono, sorretta dal
drumming "africano" di Vernon Daniels, capace di qualsiasi dinamica e dal timing
perfetto. Sorride, ha caldo, nonostante l'improvviso fresco poco estivo calato su
Bertinoro, e butta via il cardigan che ne copriva le spalle nude e fa a meno anche
delle scarpe. Ciò le dona, in modo assolutamente naturale, quell'aura blues fatta
di incedere dolente, rappresentativa del mal de vivre che solo il sangue
afroamericano può custodire. E con questo spirito che dedica alla sua ultracentenaria
nonna Taking Chances, tratto dall'album Trying To Hold On, una sorta
di religion song che la vocalist texana esegue a cappella facendo scorrere brividi
ed emozioni. Armonica in mano, fa la sua comparsa Billy Branch che intona You're
So Fine. Diunna cede il palco al cantante e armonicista considerato, a buona
ragione, uno dei musicisti più in vista del panorama blues di Chicago che gioca
meravigliosamente con il pubblico, portando subito alla memoria le buone maniere
di Cab Calloway. Irresistibile anche nelle ritmiche funk di That's All
Right, con lo slappin'bass, veloce e ficcante, di Nick Charles. Se fosse possibile
dirlo, l'aria diventa ancor più incandescente e Diunna Greenleaf ritorna in scena
strapazzando microfono e pubblico e, ancora una volta, riesce a fare a meno del
supporto audio, senza perdere una nota. Gran finale in jam con Gloria Turrini e
Lisa Manara, che riescono a sbalordire prima che il pubblico, l'intera band sul
palco.
Blues ad alta tensione emotiva, vissuto con gioia e con le idee chiare, per tenere
a mente le roots della musica afroamericana. E ce ne è davvero bisogno.
Lisa Manara
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Data pubblicazione: 04/09/2011
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