Con l'album del sassofonista Roger Rota esordisce la nuova etichetta
Faier Entertainment.
Keep the groove è un album impegnativo, di ricerca, policromo, ricco di cambi ritmici e di sperimentazioni acustiche. Tutte le composizioni sono originali, a firma di
Rota, ad eccezione di Introducing to (composta da Micheli e Cecchetto)
e dell'Andante Sonata Op.109 (di Beethoven).
Le pregresse esperienze di Rota sono tutte di un certo spessore: da Cerri a Intra, da Trovesi a Rava, da Tommaso a Gaslini. Ciò lascia ben comprendere quale sia la preparazione tecnica del musicista bergamasco. E la sua valenza traspare tutta in questo lavoro discografico.
Rota al soprano è preciso e puntuale e ben si distingue nelle due suite introduttive, scritte con particolare ispirazione e dotate di un considerevole lirismo.
I contrasti architettonici che compongono Box Suite sono ben supportati dai tre compagni d'avventura del leader: Roberto Cecchetto alla chitarra, Marco Micheli al basso e Valerio Abeni alla batteria.
Air Suite è incalzante dal punto di vista ritmico, un magmatico evolversi di suoni che spesso s'intrecciano in delle elettrificazioni non sempre gradevoli.
Il percorso improvvisativo prosegue con India Trio, brano che mette in risalto l'interplay tra i quattro musicisti, soprattutto evidenziando quanto rispetto interpretativo abbiano coloro che accompagnano Rota delle sue composizioni.
Dagli eccessi nella sperimentazione, troppo chiusi in se stessi, si passa alla musicale e melodica Liturgic, per poi dare spazio ad una chiusura "sinfonica" con un tributo a Beethoven (Andante Sonata 30 Op. 109).
Una koinè di suoni: metallici, sinfonici, colorati, inquieti, ma tutti opportunamente orchestrati da
Roger Rota, seppur con delle asperità ancora da smussare.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia