Walking on the music path
di Massimiliano Cerreto
Il sentiero della musica non è lineare, e ogni artista sceglie la propria direzione. Lei ha incominciato seguendo la strada tracciata dai suoi maestri:
Mike Manieri, Wayne Shorter e
Peter Gabriel, e solo per citarne alcuni. Ma, oggi, Rachel Z è un artista completa: lo testimoniano ben sei album da solista. Adesso, è la volta di "Grace", il settimo e il primo in cui si propone al pubblico anche nelle vesti di cantante.
"Originariamente, sarei dovuta diventare una cantante d'Opera, ma mi sono innamorata del jazz e questo amore ancora mi consuma" (Rachel Z)
A proposito di jazz, ci si potrebbe chiedere che cosa c'entrano, allora, canzoni come, "One" (degli U2) e "Comes as you are" (dei Nirvana)? E, non meno importante, "Grace è davvero un disco di jazz?" Non è facile rispondere a queste domande. Anche perché ognuno ha la propria idea di cosa il jazz debba essere. Ma la verità è che solo pochi artisti sono capaci di fare stare bene gli altri con la propria musica. Ed è questo il punto.
La musica interpretata da Rachel Z,
Bobbie Rae (batteria, percussioni e arrangiamenti) e Chris Luard (basso e cori) nasce, infatti, dall'esigenza di entrare in contatto con la propria anima. Ecco, quindi, che tutto il discorso intorno al jazz perde significato. Per quanto, "Grace" sia intimamente intriso di jazz. A voler essere più precisi, "Grace" è una passeggiata lungo il sentiero della musica, dallo swing al be bop, dal funky all'ambient. E, a perdere significato, è anche un'analisi razionale dei singoli brani, che sono tutti ad altissimo contenuto emozionale. Merito anche dell'accurata ripresa sonora che dona all'album un'atmosfera piacevolmente
live. Consigliato a chi è in viaggio verso se stesso.