Jazzitalia - Stefano Pastor e Erika Dagnino: Cycles
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SLAMCD514
Stefano Pastor e Erika Dagnino
Cycles


1. Cycles - 11:04
2. From the Beginning after Forgetting - 21:32
3. While Your Ear Was Leaning - 13:08
4. Epilogue - 7:54

Stefano Pastor - violino, viola, percussioni, pianoforte, oggetti, metronomo
Maurizio Borgia - batteria, traccia 1
Erika Dagnino - testi



Due artisti, due linguaggi, due creazioni, due forme d'arte e…un'unica visione. Essi stessi sono una forma d'arte. Sono il messaggio di apertura del prodotto d'arte, capace di coinvolgere direttamente il fruitore nella propria creatività e partecipazione, costringendolo, quasi, ad essere parte attiva del fatto artistico.



Cycles, edita per l'etichetta fondata da George Haslam nel 1989, la britannica Slam, è un'opera multimediale, letterario-musicale scritta a quattro mani da Erika Dagnino, fine poetessa, e Stefano Pastor, valente violinista-compositore. In una simbiosi perfetta, i due artisti, calati nella realtà contemporanea, fautori di un'avanguardia certamente radicale, danno vita ad una realizzazione ampiamente creativa in cui parole, musica e immagini interiori si fondono in un connubio perfetto di espressività artistica.

Nella radicalità di Pastor, certamente, vi sono sedimentazioni ricollegabili ad "opposizioni" precedenti, come ad esempio l'uso degli oggetti sonori già conosciuti nella musica concreta. Lo sguardo del violinista è al nuovo, ma si origina dal passato, si rivolge ad esso, ma sempre in maniera costruttiva. E' qui che avviene la riflessione: nulla è più nuovo del passato, si è sentito spesso dire! Ma è proprio quando il nuovo viene alla luce dal passato e si rivolge a questo, magari per trasformarlo anche pesantemente, ma sempre costruttivamente, che si crea il cambiamento critico. L'ascolto e la lettura di quest'opera sono la stessa cosa: si legge interiormente ascoltando, perché è la voce intima che percepisce sonorità legate alla parola, e si ascolta leggendo, su questo testo ciclico, suoni ed evocazioni sonore legate ad oggetti del sentire comune.

Il testo "sonoro" composto dalla Dagnino evoca paesaggi sonori interiori, assicura una certa ossessività e ostinatezza a tutta l'opera, dovute proprio alla circolarità del testo.
Si legge, infatti, nel III atto: Finchè appoggiato l'orecchio…; finchè davanti all'enorme chiazza vuota…; finchè nemmeno più una traccia di ruggine…; e ancora: finchè nemmeno più gradatamente sul vetro… Ed ecco qui la ciclicità del testo che ritorna in maniera speculare, leggendo ancora di seguito: finchè davanti all'enorme chiazza vuota…; finchè nemmeno più una traccia di ruggine… etc... Il testo si spinge avanti fino al IV atto, dove dalla "disgregazione" del flusso narrativo, prende forma una scacchiera di parole chiave, periodiche, e raggruppate a blocchi di tre da parentesi graffe.

Una scelta artistica che simboleggia la fissità attonita e la negazione del soggetto che non prende mai corpo e che lascia spazio ad elementi, qui, più concreti come la natura e la materia inanimata. Poesia solo sulla pagina hanno affermato gli autori. L'ascoltatore entra nel testo quasi "costretto" dal flusso sonoro, gli è necessaria la parola per cogliere significati che altrimenti verrebbero elusi.

Suggestioni, impressioni, emozioni si intersecano sul leggiadro incedere della "poesia-sonora". Suono-parola-visione sono qui una sola cosa, sono paritetici e inscindibili, non osservano alcuna priorità compositiva, ma si intersecano in un abbraccio vorticoso di ricercatezza stilistica ed espressiva.

Leggere e ascoltare tutto d'un fiato –ma senza fretta!– aiuta maggiormente a calarsi in questo pregevole lavoro che ha implicazioni letterarie e filosofiche. L'accuratezza con cui è stato composto il booklet, palesa una certa ricchezza di contenuti opportunamente corredati di un ottimo aspetto grafico: la punteggiatura, le immagini di brani di partitura e l'impaginazione sono saggiamente utilizzati per la resa ottimale di quest'opera affascinante.
Dino Plasmati per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 23/12/2007

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