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City Nights
City Nights
Reach Up Music (2014)
1. Engine Song
2. West Coast
3. Later
4. Rakt Fram
5. Skinny Deep
6. Jockgrim
7. Onsen
8. Colors
9. Told You So
Nils Janson - trumpet, keyboards Andreas Hourdakis - electric guitar Martin Höper - electric bass Chris Montgomery - drums
Un esordio molto solido, potente e consapevole questo dei
City Nights, composto da alcuni fra migliori e più richiesti musicisti jazz
svedesi di giovane generazione a cominciare da Andreas Hourdakis, chitarrista
di Magnus Öström, Nils Jansson, la tromba più interessante della sua generazione,
con Martin Höper grande groove al basso, e Chris Montgomery alla batteria,
con la sua ricca e versatile punteggiatura.
L'album tocca e va immediatamente oltre il jazz rock, creando quasi uno stile nuovo,
se vogliamo parlare di un genere. La libertà dal jazz e dal rock diventa il punto
più distante da entrambi i poli, rendendo la fusione libera da schemi. Ci sono elementi
di rock, indie-rock, jazz e di progressive, spesso usati in modo innovativo e inedito,
inaspettato, con un risultato di fusione di strumenti e ispirazione il cui interplay
è a volte proprio l'alchimia che rende ogni pezzo interessante.
Un album che difficilmente si fa dimenticare, con un sound
molto riconoscibile non solo per la maestria e il virtuosismo pieno di carattere
di ciascun musicista, ma per la coerenza e la maturità dell'ispirazione.
Il primo brano, Engine Song, è il più rockettoso dell'album, forse il più
semplice anche come ruoli, con Hourdakis che si esprime in modo abbastanza "classico"
e la parte più jazzata affidata alla tromba di Janson, che tira fuori un motivetto
fischiettabile. Si scende a un livello più viscerale con West Coast, dove
i suoni scivolano verso la fusion anni Settanta. Il terzo brano, Later, vede
la chitarra di Hourdakis dirigersi verso il progressive. Pur mantenendo uno stile
unitario il brano cambia spesso tonalità, muovendosi su nuova ritmica, con la tromba
che sul finale diventa eterea a si intreccia con uno splendido crescendo di batteria
e chitarra, prima dell'ultimo cambio di direzione.
Rakt fram si distingue per un basso trascinante e implacabile e una splendida
linea di tromba, a tratti ruvida e sporca al punto giusto. La quinta traccia è
Skinny Deep, dove all'inizio prevale un interplay giocoso, fino a che la
chitarra di Hourdakis prende i suoi toni più riconoscibili lasciando poi spazio
a tonalità molto Seventies di Janson, con una magnifica batteria sul finale.
Jockgrim è uno dei pezzi con la melodia più facile e accattivante, con una
ritmica deliziosamente funky e solo la tromba a introdurre quale dissonanza più
jazz, fino alla seconda parte dove è splendido e sciolto l'interplay tra la chitarra
e basso di Montgomery.
In Onsen Höper fa meraviglie sincopate con la sua batteria con la tromba
che cinguetta, mentre in Colors i suoni sono molto rock anni Novanta con
la tromba che sembra un cantato femminile, appoggiato anche sulle tastiere dello
stesso Janson. Gran finale con Told You So, che parte lenta, come una canzone
della buonanotte, fino a prendere una tonalità quasi nostalgica: sembra una musica
creata per un congedo alla fine di una rappresentazione teatrale, dove ogni attore
entri in scena per ringraziare e salutare prima di uscire, con l'etereo assolo di
tromba che dura fino all'ampissimo assolo prog-pinkfloydiano di Hourdakis, con tastiere
e tromba che siglano il finale.
Come nasce questo progetto? Che cosa vi premeva trasmettere?
City Nights è un progetto nato una sera in cui tutti noi della band eravamo seduti
a un tavolo a berci una birra insieme, a Stoccolma. Eravamo tutti dell'idea che
dovessimo far nascere un gruppo fusion, e in effetti di lì a poco abbiamo iniziato
a fare prove: ognuno ha portato un paio di pezzi e in pochissimo tempo avevamo materiale
sufficiente per un album.
Avete altri progetti in ballo?
Sì, stiamo lavorando ai prossimi pezzi e siamo felicissimi di come stanno uscendo
fuori a livello musicale: siamo pronti a entrare in studio in autunno, per uscire
nella prossima primavera!
La commistione di generi ha reso complessa la comunicazione
di questo disco?
Non proprio, i pezzi sono scritti in un modo tale per cui è molto semplice seguirne
la direzione, e comunicarla è "rock ‘n roll in tempi dispari".
Monica Mazzitelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/08/2014
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