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OZ Quintet
Altavia
Nuccia Rec. (2010)
1. Funkyntimo (F. Zeni)
2. Coralli (F. Zeni)
3. Laggiù nel Cielo (M. Ometto)
4. Isadeni (M. Ometto)
5. Azzurro Mediterraneo (M. Ometto)
6. Altavia (M. Ometto)
7. Una Piccola Storia (M. Ometto)
8. Big All (M. Ometto)
9. Una Tira l'Altra (F. Zeni)
10. Tenor Shuffle (M. Ometto)
Michele Ometto - chitarre
Fiorenzo Zeni - sax tenore e soprano
Marco Facchin - tastiere
Victor Tirado - basso elettrico
Sandro Giudici - batteria
Ospiti:
Luigi Grata - trombone e tromba (track
10)
Pippo De La Cruz - percussioni (track 1, 2, 5 e 9)
Gregor Marini - chitarra (track 8)
"Altavia" non ha niente a che fare con le "high way" e il mondo artificiale.
Il sassofonista Fiorenzo Zeni e il chitarrista Michele Ometto,
autori dei brani, propongono un ritorno alla natura tramite sentieri che
hanno come tappe le tracce stesse dell'album. Il disco si apre con Funkyntimo
che racchiude nel titolo l'essenza del brano: una personale composizione
fusion-progressive. Il tema, suonato ad unisono dal morbido sax di Zeni e da
Ometto, è molto orecchiabile e costruito su sviluppi di triadi che modulano cromaticamente.
Il tutto è condito dalle tastiere di Marco Facchin, che risuonano colorando
in background, e dagli stacchi di batteria di Sandro Giudici. Coralli sono
i preziosi colori di Zeni che affascinano l'ascoltatore trasportandolo nelle
calde regioni armoniche che li ospitano. Qui si incontra un Ometto decisamente
cool con accenni al blues e all'esatonale. Laggiù nel Cielo sembra
un ossimoro a meno che l'osservatore non si trovi al di sopra del cielo stesso.
Il brano è molto riflessivo grazie alle profonde note di Zeni e un arpeggiato di
chitarra classica che modula con corde a vuoto. Tale tecnica mette in evidenza le
note del cantato che a volte risultano dissonanti. Isadeni è caratterizzato
da una cella melodica ripetuta con l'aggiunta di armonizzazioni, II V I e cambi
di tonalità. Di particolare interesse il solo di Ometto in cui la scelta degli intervalli
fa cantare la chitarra. Azzurro Mediterraneo è una suite in flamenco con
tanto di golpes. Il tema è carico di tensioni gitane e sostituzioni con arpeggi
diminuiti. In Altavia lo scorrere dell'acqua, il volare degli uccelli e la
chitarra di Ometto stendono un tappeto su cui medita il sax di Zeni. Quest'ultimo
trasporterà l'ascoltatore su terreni cool jazz a passo di bossa nova. Big All
nasce da un'idea pentatonica che modula fino ad esplodere in un'atmosfera
pinkfloydiana. Una Tira l'Altra è un live introdotto dalla sezione ritmica
e da Zeni, che ne anticipa la struttura armonica. Il brano dal sapore latino, merito
dell'incastro di Giudici e De la Cruz, riporta alla mente gli esperimenti della
band Santana. Ometto a metà brano decide di cambiar rotta e dal latin si passa all'arabo.
Eccellente il compatto duo Giudici-Tirado che crea una granitica struttura
utile a far emergere l'animo rock di Ometto. Il suo solo, costituito da sviluppi
di arpeggi e fraseggi in legato, strizza l'occhio allo shred. Improvvisamente si
fa spazio Facchin che riprende l'onda funky cavalcata dal phaser e, a suon
di clavinet, riporta la band sul tema iniziale. Ma le sorprese non finiscono qui.
Infatti lo stesso Facchin tira fuori dei suoni spaziali e crea interplaying
nel gruppo. Tra gli applausi arriva il secondo live ovvero Tenor shuffle
che fa da sigla di chiusura. La vera chicca di questa traccia sono gli ultimi accordi
in pieno stile Deep Purple.
Gli Oz Quintet in questo primo lavoro discografico hanno dimostrato di
aver grande gusto e fantasia musicale. Rimaniamo pazienti in attesa del prossimo.
Pierfrancesco Falbo per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/05/2012
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