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Nata a Philadelphia, fin dalla più tenera età è stata circondata dalla
musica jazz.
Il padre infatti era il proprietario di un jazz club, nel quale si
esibivano musicisti di grande caratura come Red Garland e Philly Joe
Jones.
Il fratello, sassofonista, usava il club del padre per esercitarsi e
aveva sempre bisogno di qualcuno che suonasse il pianoforte con lui mentre
studiava: insegnò così i primi accordi "giusti" a Shirley, che cominciò così ad
abituarsi ad accompagnare i sassofonisti, facendone ben presto la sua
specialità. Infatti, oltre al sodalizio musicale ed affettivo (fu suo marito) con Stanley
Turrentine che durò per dieci anni, Shirley Scott collaborò con Eddie "Lockjaw"
Davis, Coleman Hawkins, Buddy Tate, Charlie Rouse,
Arnett Cobb, John Coltrane e George Coleman, solo per citarne
alcuni.
Negli anni sessanta registrò una gran quantità di dischi seguendo il
filone del cosiddetto "soul-jazz", mantenendo sempre però un legame strettissimo
con la lezione del bebop, diversamente da molti organisti di quel periodo che
sfruttavano invece l'organo Hammond per sfornare dischi sempre uguali (e
francamente noiosi), in cui raramente ci si staccava dalla matrice "blues".
Da allora, a parte qualche gustosa parentesi "pop" (una serie di dischi
per la Atlantic nei primi anni settanta, in cui incise molti capolavori della
musica soul con musicisti del calibro di King Curtis, Bernard "Pretty"
Purdie e Hank Crawford), Shirley Scott si alterna tra Hammond e
pianoforte suonando con la consueta grazia e la sconfinata conoscenza
dell'idioma jazzistico che le appartengono.
NOTAZIONI TECNICHE
I due brani che vi propongo sono tratti da due incisioni dei primi anni
sessanta.
Il primo brano, il blues lento "Chopped
Chops", è tratto dal CD "Workin'"
(Prestige PRCD - 24126-2), inciso nel 1960
in compagnia di Ronnell Bright (piano),
Wally Richardson (chitarra), Peck Morrison (basso) e Roy Haynes
(batteria).
Il secondo, "Secret Love",
è tratto dal CD "Soul Shoutin'"
(Prestige PRCD - 24142-2), inciso nel 1963
con il suo gruppo stabile comprendente Stanley
Turrentine (sax), Major Holley (basso), e Grassella Oliphant
(batteria).
In "Chopped Chops",
staccato ad un tempo lentissimo, Shirley Scott ci regala un assolo meraviglioso.
Le sue pause accentuano ancor di più la drammaticità in cui le sue frasi
si snodano in questi quattro intensissimi minuti.
Il suono che adopera era spesso usato anche da Ray Charles, ed è
uno dei dieci "presets" originali della fabbrica che si potevano ottenere
schiacciando uno dei tasti a colori invertiti (dal DO al LA) alla sinistra di
ognuna delle due tastiere.
Ho provato a decifrare il suono, e direi che si avvicina a qualcosa del
genere: 008888800...
E' un preset che va usato suonando nella parte bassa della tastiera,
essendo molto acuto per via della mancanza dei primi due "drawbars". Il Leslie è
su posizione di "stop" e il vibrato è disinserito.
Nel secondo brano invece si può ascoltare la Shirley Scott più tipica:
delicata e leggera nell'articolazione delle frasi, mai banali e sempre ricche di
riferimenti alla tradizione swing e bebop.
Il suono è simile, se non uguale a quello del primo brano, con la
differenza che il Leslie è su posizione di "fast".
Nella seconda parte del solo usa un preset diverso, anche questo preso
usando uno dei tasti a colori invertiti, vicino ad un suono di "full organ"
simile a quelli usati da "Wild" Bill Davis e Milt Buckner, ai
quali l'organista di Philadelphia chiaramente si è sempre ispirata.
Usa con maestria anche la tecnica dei "block chords" (vedi la lezione su
Milt Buckner), dimostrando di meritarsi
ampiamente l'appellativo di "Queen of the Organ"...
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Data pubblicazione: 01/01/2002
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