Calma ...ragazzi (si fa per dire!), non sono sparito, eccomi qui a continuare il
nostro percorso musicale attraverso il suono inimitabile dell'organo Hammond
grazie a coloro che lo hanno reso tale.
Questa volta è la volta di
Jimmy McGriff
(James Harrell McGriff, Jr.:
Philadelphia, 3 apr 1936).
Forse
il più amato dopo J. Smith, McGriff intraprende una carriera musicale non
completamente votata al jazz, ma dedicata anche alla musica funk. Questa è la
prima vera differenza con J.Smith, l'organo viene utilizzato non più per fare
solo jazz, ma si ricava un più ampio spazio di movimento attraverso i vari stili
musicali, ed in questo J. McGriff è un vero maestro.
La prima incisione di McGriff "I've Got a Woman" fu riconosciuta come musica
jazz anche se in realtà non lo era. Questo perchè la matrice musicale di McGriff
era diversa da quella di Smith, e anche se l'omaggio al maestro era inevitabile, McGriff
fece subito capire quale fosse il suo stile, come lui stesso disse: "I play into
jazz but I'm not a jazz artist" (suono il jazz ma non sono un artista jazz).
Ascoltando le sue registrazioni vi accorgerete dello stile fondamentalmente
blues con radici nella chiesa e che si estende al R&B, soul e pop.
Nonostante la sua età (intorno ai settanta) e qualche acciacco di troppo è uno
dei grandi organisti che ancora gira per il mondo ed ho avuto la fortuna di
ascoltarlo molte volte (tra le quali in duo con Lonnie Smith!!!) e dalla sua viva
voce ho saputo che aveva cominciato a suonare il basso, e solo successivamente è
passato all'organo (...quando dall'alto ci mettono lo zampino...!).
Anche se per molti è un organista di funk\acid jazz, per la mia trascrizione ho
voluto scegliere uno standard jazz per due motivi:
- i bassi li fa lui con
l'organo, e questo è sempre molto interessante per noi organisti.
- mi
impressionò molto la sua improvvisazione in tutte le sue
sfaccettature (timbro,stile,frasi,suono).
Con il titolo "Funkiest Little Band In The Land" (LRC o LaserLight Digital 17
100) il produttore Sonny Lester ha raccolto una serie di brani registrati da
McGriff fra il 1968 ed il
1974. Da questa raccolta ho tratto l'assolo del brano "These
Foolish Things". I musicisti che accompagnano McGriff sono
George Freeman (g.), Connie
Lester (ts.) ed Eddie Gladden (d.).
La prima cosa di cui voglio parlarvi è il timbro di McGriff. Ne sono rimasto
affascinato subito e, a dire la verità, il suono di McGriff è sempre
incredibile, molto aggressivo e tagliente ma senza alcun uso di effetti
particolari. Se avrete modo di ascoltare il brano per intero sentirete che per il
tema usa un timbro e per l'assolo ne usa un'altro. Questa variazione timbrica è
molto interessante e non tanto comune all'epoca (lo stesso Smith solo di rado
cambiava registri per l'assolo).
I drawbars sono gli stessi sia per il tema che per il solo, ma, con un piccolo
accorgimento, McGriff riesce a creare due timbri totalmente differenti solo
premendo un tasto, provateci anche voi a casa, è molto divertente e pratico per
chi suona l'organo (sapete bene quanto bisogna "sbracciare" su questo strumento):
- selezionate sul manuale superiore (con i tasti di colore invertito) i drawbars
con la percussione
- create questo drawbar setting:
888000004
- mettete la
percussione su third harmonic ed il volume su Normal.
A questo punto la
differenza fra i due timbri la fate giocando sul tasto della percussione on\off,
vediamo cosa succede: appena disinserite la percussione (Perc. off) si alza
considerevolmente il volume (che era tenuto basso dalla percuss. su Normal) ed
entra anche il suono del nono drawbar (1') escluso dalla percuss. su On.
Alternando Percussion On e Off avrete due timbri diversi da usare a vostro
piacimento (poi non dite che non sono generoso!).
Questa è l'unica variazione timbrica del brano, riguardo il suono non ci sono nè
l'effetto leslie nè il vibrato scanner dell'organo. Il suono è leggermente
distorto (cosa che mi dà sempre un pizzico di felicità in più) e devo dire che
questo timbro asciutto e "fermo" è molto affascinante e ti fa sentire l'anima
più profonda dell'Hammond, alla quale, per parlarci chiaro, nessun clone, expander, modulo, tastiera
può neanche lontanamente avvicinarsi (che dite, mi sono guadagnato la
sponsorizzazione?).
Veniamo all'assolo: il brano conserva la tonalità originale in Mib, la struttura
è AABA ma a differenza dell'originale è suonato a tempo doppio per cui il chorus
è di 64 battute [AA(32) B(16) A(16)].
McGriff è l'ultimo solista della band e suona
per due chorus (128 batt.) poi riprende il tema ed il brano va alla conclusione
sfumando. Il tempo è sostenuto (circa 208 alla semiminima) e dà lo spunto a McGriff per un assolo intenso, con passaggi brillanti, ma anche con dei
bellissimi spunti melodici.
Le frasi più bebop le troviamo nei passaggi ii-v di Ebma7 (Fmi7-Bb7) e questo
lungo tutto lo svolgimento del solo (bars 19\20\21, 51\52\53, 67\68, 83\84, 87\88, 119\120), mentre nelle
B ci sono gli
spunti melodici e ritmici. Interessante la scelta armonica di McGriff che
semplifica l'armonia originale del brano usando per tutta la B il giro
Gmi7, Ami7(b5) D7 ed alla fine usa il ii-v per tornare al Ebma7 (entrambe le volte
preceduto dal Gbmi7 di passaggio: Gmi7 - Gbmi7, Fmi7 - Bb7).
Bellissime le prime
battute della B (da 33 a 37) che si alternano al passaggio più veloce di batt. 38\39\40
per poi subito tornare ad un approccio melodico (da 42 a 48).
Da notare il frequente utilizzo degli arpeggi che si sviluppano spesso sulle
estensioni dell'accordo: 9, 11, 13 (bars 4\5\6\7, 48, 64, 71, 79, 83, 118) rendendosi
così più interessanti. Da notare anche la scelta di insistere sulla sesta
dell'accordo Eb7 (bars 9, 57, 73, 89, 121) che scende poi alla quinta.
D'effetto l'inizio della seconda B (da batt. 97) che fa crescere la tensione con
l'entrata in battere dell'accordo di Gmi seguita dall'accordo di D7#9 in levare
sul quarto movimento (98), gioco ritmico subito ripetuto alla battuta 99 per poi
scioglierla nella bellissima frase che si sviluppa da 101 a 103.
Altro punto interessante da 109 a 112 dove McGriff gioca stupendamente sia con
il ritmo che con la scelta delle note (provate a suonarlo...è meno immediato di
quello che sembra!). Un'altra scelta di McGriff è sugli accordi di Ebma7 delle
A dove spesso suona le note della triade di Eb o al massimo la ma7. Questo
fraseggio dà un senso di riposo che McGriff usa come base di partenza, ma anche
di arrivo per costruire il solo.
Insieme alle manifestazioni di stima (sempre tantissime!!!) ho ricevuto anche dei
suggerimenti che ho messo in pratica in questa trascrizione: troverete infatti
alcuni passaggi con la diteggiatura scritta sopra nella speranza che ciò vi
aiuti nell'esecuzione.
Sicuro di aver fatto cosa gradita voglio avvisarvi del
fatto che la diteggiatura è una cosa molto personale e non sempre è buona per
tutti, quindi prendetela solo come suggerimento e se non vi convince...al
lavoro!!!
Detto questo volgo alla conclusione dicendo che, al di là delle scelte personali
di ogni solista, ci troviamo di fronte ad un bellissimo assolo di Jimmy McGriff
che ci dimostra di avere un intuito ed un istinto formidabili, inoltre ci
accompagna attraverso la struttura del brano sempre con nuove idee e con frasi
che ognuno di noi vorrebbe avere nel proprio "cilindro".
Ancora una volta un "grande" dell'organo Hammond ci dimostra di essere tale con
i fatti, con la magia che riesce a trasmettere dalle sue registrazioni. Anche se
la schiera dei primi organisti sta lentamente assottigliandosi (mi riferisco alla
recente scomparsa di J.Mc Duff!), rimane la generazione che più di tutte ci può
"raccontare" la storia di questo strumento perché, in poche parole, l'ha fatta!
Spero che vi divertirete anche con questo assolo, vi saluto e ci vediamo la
prossima volta con un'altro organista eccezionale: Richard "groove" Holmes. Ciao
a tutti!!!
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Data pubblicazione: 15/10/2002
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