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Keith Emerson: il solo di 'Stones of Years'
di Bruno Erminero
brunoerminero@hotmail.com

Prima di tutto un saluto ai lettori di jazzitalia.net,testata on-line che ringrazio per avermi dato la possibilità di esprimermi nel campo che più mi piace: la musica.

Detto questo mi presento: sono Bruno Erminero, classe
1963, nato come pianista classico (rigorosamente diplomato), contemporaneamente sono cresciuto con il rock degli anni '70 per poi appassionarmi alla musica jazz.

Proprio questo percorso musicale mi ha portato a suonare lo strumento che attualmente prediligo: l'organo Hammond!!

Non voglio dilungarmi oltre, vi racconterò i miei incontri musicali durante il percorso che spero faremo insieme attraverso le mie trascrizioni di assoli di organisti famosi. Si! di questo si tratterà, almeno per le prime "puntate".

Il mio percorso sarà in ordine cronologico, perchè ritengo che sia interessante ascoltare l'evoluzione della musica attraverso gli anni e gli esecutori.
Le trascrizioni che ho preparato sono frutto di un lavoro che avevo pensato esclusivamente a mio uso e consumo, ero stato affascinato da quegli assoli e la curiosità ha fatto il resto.

Non vi nascondo che è stata un'operazione lunga e difficile ma che alla fine mi ha dato tanta felicità. Premetto che sono uno "all'antica" nel senso che non utilizzo nessuno strumento particolare se non un lettore cd in cuffia seduto al piano o all'organo con carta e matita, solo dopo, passo tutto su Cubase, dopodiché ...print... e via!

Oggi, per inaugurare l'inizio di queste "puntate", la prima trascrizione non seguirà il "flusso temporale" (sapete...sono anche patito di fantascienza) ma quello emotivo: si tratta di un assolo dell'organista che ho conosciuto per primo e che ha segnato una svolta nella mia vita musicale, sto parlando di Keith Emerson con gli E.L.P.
S
i tratta dell'assolo su
Stones Of Years dalla suite Tarkus inserita nell'omonimo album del 1971.

Nonostante l'accusa di tecnicismo eccessivo e fine a se stesso che gli era costantemente rivolta, questo assolo dimostra invece grande gusto musicale e soprattutto forte sensibilità per quello che è più "giusto" suonare in un determinato contesto.

Il fraseggio risulta perfettamente equilibrato nel suo sviluppo e non scade mai nel virtuosismo esagerato. Verso il finale le note si infittiscono ma l'effetto di crescendo è anche dato dalla batteria che dall'accompagnamento in 2 che aveva tenuto fino ad allora, inizia ad infoltire (bars 41\48) fino a raddoppiare (bar 49) facendo letteralmente esplodere l'assolo di Keith.

Ma cominciamo dall'inizio: la successione degli accordi è semplice e ricorda molta musica di quegli anni, in cui le progressioni discendenti erano molto sfruttate. In questo caso Emerson arricchisce gli accordi con note di tensione (9, b9, #9, #5).

L'assolo è in Do min. con la sola variante che nella cadenza ii-v7 al posto del più "canonico" accordo semidimuito usa quello di dominante alterato dalla b9 e #5.

Sin dall'inizio (bars 4, 5, 8, 9, 10 ma anche 56) Emerson tradisce la sua passione jazzistica usando frasi che potremmo benissimo usare nei nostri standards preferiti.

Un'altra caratteristica di questo assolo è la forte presenza di intervalli di quarta usati sia in arpeggi (18\24), che in bicordi (41\47).

Un'altro passaggio che la dice lunga sulla maestria del nostro è il cambio dalle crome "straight" all'interpretazione swing (bars 25\27) che, con la ritmica che rimane in 2, crea un effetto molto particolare.

Altro punto interessante comincia quando Keith insiste su un pattern di un'unica battuta (bar 41) e così facendo sposta il battere di ogni battuta su una nota diversa del pattern stesso (sono stato chiaro??), questo fino a batt.45 quando, usando solo l'ultima porzione del pattern, aiutato dalla batteria sposta tutti gli accenti fino a sfociare (bar 49) in quello che secondo me è il climax del solo.

Il finale (bars 57\60) deve necessariamente allentare la tensione per permettere alla voce di rientrare sul tema, ma anche qui, con grande abilità, solamente nelle ultime due battute Keith ci lascia capire che sta concludendo il suo discorso con delle bellissime crome discendenti che ci riporteranno al tema cantato.

Discorso timbro: suono distorto, assoluta mancanza di effetto leslie (non si sentono girare le...trombe!), nessun tipo di chorus o vibrato, il preset è quello classico (alla Jimmy Smith) con i primi tre drawbars tutti fuori, la percussione è su third harmonic ed il volume sembrerebbe su normal: ho qualche dubbio a riguardo in quanto il suono è così potente da farmi pensare che la perc. sia su soft ma che l'organo esca da un amplificatore (...marshall??) che ne enfatizza il "click" all'estremo.

Quindi abbiamo un suono distorto, asciutto, aspro, aggressivo che ci fa capire quanto questa scelta sia stata voluta, anche in considerazione del fatto che il timbro è in netto contrasto con quello morbidissimo che si sente sotto la voce durante il brano.

Bene, credo di aver finito, siete riusciti a seguirmi fin qui?, si??, sono contento. Adesso non aspetto altro che i vostri commenti e ogni tipo di suggerimento, scambio o notizia in più sarà solo gradita.

U
n ciao a tutti e alla prossima puntata con...udite...udite!!! Jimmy Smith.

Ascolta MP3 (500KB)



 

Erminero - Collazzoni - Fewell - Canzano
New Island


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Data pubblicazione: 06/04/2002





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