Bene, amici jazzofili (e
non solo), eccoci alla seconda "puntata" del nostro percorso attraverso le
trascrizioni di assoli di organisti famosi.
Apro solo una piccola parentesi per ringraziare ancora tutto lo staff di
Jazzitalia per l'ospitalità e per tutti gli "optionals" che mi ha messo a
disposizione, e ringraziare tutti voi musicisti e non, appassionati, organisti e
chissà cos'altro per le tante visite alla trascrizione e per le manifestazioni
di stima che ho ricevuto (...certo che mi ricordo di te, Andrea).
Sono molto felice e questa fiducia mi dà ancora più forza e voglia di
fare qualcosa che sia utile non solo a me stesso. Grazie di cuore a tutti!!
Come vi avevo anticipato oggi parleremo di Jimmy Smith.
Non poteva essere altrimenti perché, come tutti sapete (o no?), è stato
il leader indiscusso dell'organo Hammond dagli anni
'50
fino ai
'70
quando si ritirò dalle scene per
gestire un suo club a Los Angeles: il "Jimmy
Smith's Jazz Supper Club".
Solamente nei primi anni
'80
ricominciò a suonare in giro per
il mondo e, per quanto ne so, lo sta facendo ancora.
Per chi non lo conosce dico questo: non fu lui a scoprire l'organo (prima
di lui Milt Bruckner, Wild Bill Davis nonché Fats Waller e
Count Basie) ma fu il primo che gli diede quella personalità da leader
che nessuno fino ad allora era riuscito ad imprimergli. Questo grazie al suono
da lui creato: graffiante, incisivo ma allo stesso tempo caldo, avvolgente,
creato dai primi tre drawbars tutti fuori più i bassi profondi dati dalla
sinergia della mano sinistra con il piede sinistro (sulla bellissima pedaliera
radiale dei bassi) ed il vibrato posizionato su c3.
Questo è stato ed è a tutt'oggi il suono di riferimento per qualsiasi
organista (e se suonandolo non vi vengono i brividi, non siete degni di questo
strumento!!!). Anche per questo assolo non si sentono le caratteristiche trombe
del leslie. Le possibilità sono due
- Smith utilizza il leslie con
lo "stop rotor" (cioè trombe e cestello dei bassi non ruotano)
- non è collegato ad un leslie
ma al PR-40, amplificatore valvolare della Hammond (che non aveva nessun tipo
di rotazione).
Detto questo veniamo al
punto: si tratta dell'assolo di Smith sul brano "The
Preacher" registrato il
20 marzo 1963
a New York (il
sottoscritto sarebbe nato due giorni dopo) inserito nell'album Verve "Hobo
Flats" (V6-8544).
Questo brano fa parte di una serie di brani incisi negli anni '60 nei
quali furono affiancate a Smith diverse Big Bands (con direttori come Nelson
e Ogerman). Questo accadeva in quanto l'organo Hammond stava
raggiungendo il culmine della popolarità ed i discografici pensarono bene di
sfruttarlo per renderlo ancor più popolare al grande pubblico. Nacquero così
queste registrazioni dove Smith si converte ad un repertorio di pop hits come "Walk
on the wild side", "Goldfinger",
"The Cat"
e "Any number can
win" (arrivando
anche a cantare su "Got
my mojo working").
Questa operazione riuscì e fu di grande effetto grazie alla maestria
degli arrangiatori e ovviamente al tocco ineguagliabile del nostro.
Fra i diversi brani "The
Preacher" non è
certo il più commerciale, anzi, è una bellissima composizione di Horace
Silver dal gusto un po' "churchy" (come lo traduco...?).
Vorrei fare una parentesi prima di affrontare la trascrizione: alcuni
consigli (e niente di più) per affrontare queste trascrizioni nel modo che penso
sia più produttivo:
- recuperate il brano in
questione ed ascoltatelo con calma più di una volta.
- fatto questo concentratevi
sull'assolo senza guardare la trascrizione; provate a capire su cosa si muove
l'organista (arpeggi, patterns, scale ...), che tipo di approccio ha scelto
per il pezzo.
- così facendo, magari in
cuffia, ad occhi chiusi, sentirete prima di tutto la bellezza dell'assolo
dopodiché tutto quello che gli gira intorno (giro armonico, ritmo,
sostituzioni ...).
- a questo punto provate a
confrontare quello che avete percepito con quello scritto sullo spartito ed
avrete la misura di quanto "funzionano" le vostre orecchie (esclusi i
fortunati possessori di orecchio assoluto!).
Ed ora affrontiamo la
trascrizione:
la struttura di "The
Preacher" è di
16 battute e Smith si "spara" la bellezza di 9 chorus per un
totale di 144 battute.
Come tutti gli assoli che si rispettino, anche questo ha un inizio, un
crescendo, un climax ed un finale.
Osservando la struttura dell'assolo la possiamo suddividere in questo
modo: due chorus con la sez. ritmica, due (3° e 4°) con un background di
sassofoni (3°) ai quali si aggiungono gli ottoni (4°), per il 5° e 6° Smith
viene nuovamente lasciato con la ritmica. Al 7° chorus entra la big band con un
tema agli ottoni sopra il quale l'organo continua a fraseggiare arrivando all'8°
chorus (che possiamo considerare il climax dell'assolo) con organo e big band
che si sovrappongono in un crescendo che sfocia al 9° chorus che è la coda
dell'assolo.
Fate attenzione agli accordi del 9° chorus che, pur rispettando la
struttura di 16 misure, usa solo gli accordi del turnaround per creare il senso
della fine del solo.
Non analizzerò il solo frase per frase (sarebbe troppo lungo) ma per
linee generali (se volete il contrario fatemelo sapere!).
Smith riesce a suonare sia il linguaggio blues fatto di acciaccature, doppie
note, classiche frasi blues (2° chorus batt 6,7,8) scala blues (3° chorus batt.
2, 4° chorus batt. 3,4) e sia arpeggi e note di tensione che lo legano di più al
bebop o comunque al jazz che si allontana dalla tradizione.
Lo si può notare fin dall'inizio con la stupenda frase (1° chorus batt 8)
che ritroveremo praticamente uguale a batt. 15 del 2° chorus o anche la
tredicesima (sul F7) sulla quale insiste alla fine del 6° e l'inizio del
7° chorus.
Un'altro momento interessantissimo sono le cinque battute della fine 8°
chorus più la prima del 9°: per ben 6 battute Smith fa una cosa che solo un
organista può fare: tenere una nota lunga alla quale ne sovrappone altre creando
un accordo che fa "urlare" l'organo ed alzare la tensione. In queste battute
Smith dimostra di conoscere tutte le caratteristiche dello strumento e ci da una
lezione di stile.
Mi direte: "...lo doveva fare perchè la big band stava suonando lo
special..." è vero! Ma quante volte noi organisti abbiamo preso in
considerazione le note lunghe che lo strumento ci offre? Ricordatelo, è una
possibilità che abbiamo solo noi organisti!
In un certo senso, in quest'assolo, troviamo l'ABC dell'organista
jazz\blues, non manca niente, come ho già detto ci sono arpeggi, scale blues
discendenti velocissime, bicordi nella migliore tradizione blues e poi terzine,
terzine di semiminime (3° chorus batt.12,13,14, 8° chorus batt 4, 9° chorus batt.
11) quartine, quintine, tremoli di quarte e seste, glissati ed infine
acciaccature, una quantità di acciaccature che ci fa domandare: perché quasi
ogni nota è preceduta da un'acciaccatura? Non ho una risposta tecnica, credo sia
un misto di stile personale e una specie di "calamita" dello strumento...si!...
se suoni l' Hammond, non puoi fare a meno di innamorarti di queste cose, perché
sono quelle che fanno il suono dell'Hammond (sono idee personali che potete non
condividere, anzi, vorrei una vostra opinione su questo).
Ancora un'osservazione sull'ultimo chorus: l'organo risponde alla big band con
frasi brevi ma incisive, che più di una volta vedono protagonista la nota più
alta disponibile della tastiera (il do) che "buca" la band e si prende il
suo spazio. Anche qui vi faccio riflettere su come molto spesso la tonalità
preferita dagli organisti è quella di Fa: questo Do acuto potrebbe essere
la risposta.
Concludendo, Smith ci propone un assolo fantastico, equilibrato, in
perfetta simbiosi con la big band, una esecuzione limpida, decisa che ci
dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la grande lucidità e l'infinito talento
di Jimmy Smith.
Un altro organista che ancora oggi fa parlare di sè e che, a sua volta, è
stato allievo di Smith è il "gentile" Jimmy McGriff, ed è con lui che vi
aspetto, spero sempre più numerosi, per la prossima puntata. Buon divertimento!
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Erminero - Collazzoni - Fewell - Canzano
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COMMENTI | Inserito il 29/1/2009 alle 11.35.27 da "marco.facondini" Commento: Grande lezione su J. Smith. Bravissimo Bruno! Bellissima la trascrizione e ... soprattutto molto utile per uno che ha iniziato da poco come me! A quando la prossima? Grazie. | | Inserito il 9/3/2009 alle 22.52.18 da "stefano_valentini" Commento: ...ieri ho comprato due discetti di Jimmy Smith al mercato romano di portaportese, sono anni 6o, il suo periodo Verve, non sono un musicista, ma quel suono ti rapisce, ti porta in alto, e poi in basso, montagne russe di musica sublime, un organo che vive, alimentato da mani sapienti. ciao | |
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Data pubblicazione: 15/05/2002
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