Per inaugurare questa sezione di
Chitarra 3 ho scelto di analizzare un solo del grandissimo
Wes Montgomery. Il brano è O.G.D. (conosciuto anche come
Road Song) nella versione contenuta in
Further Adventures of Jimmy and Wes (Verve 519 802-2), presente anche nell'antologia
Ultimate W.M. (Verve 539 787-2).
Registrato nel settembre 1966, "O.G.D." vede Wes in quartetto con
Jimmy Smith all'organo, Grady Tate
alla batteria e Ray Barreto alle conga.
Il brano, dalla struttura AABA
di 32 misure, è in Sol minore e il tema si svolge quasi completamente sulla
pentatonica minore di Sol. Ho trascritto tutto il primo chorus del solo e per ora cominceremo con l'osservare da vicino
di ciò che succede nelle prime due A mentre nella prossima parte ci dedicheremo alla sezione B ed alla A conclusiva.
Come prima cosa vorrei dare un suggerimento:
mettiamo un momento da parte la chitarra e semplicemente ascoltiamo per varie volte di seguito questo
chorus, concentrando l'attenzione non sulle note ma sulla struttura.
La genialità di Montgomery (come tutti i grandi improvvisatori) sta soprattutto nella sua capacità di costruire il solo, di partire cioè da un'idea per poi espanderla, variarla, svilupparla in un crescendo di tensione espressiva che si rinnova chorus dopo chorus. Questo ascolto "strutturale" (che dovrebbe sempre precedere l'analisi di un solo) è un lavoro individuale, nel senso che ognuno avrà una propria visione del modo in cui raggruppare e/o suddividere le frasi o di quali siano i punti di maggiore tensione e di riposo. La cosa importante è vedere come in Wes Montgomery
ogni frase prosegue quella precedente e prepara la
successiva, con una concatenazione logica di sviluppo in cui non esistono né patterns puramente riempitivi né momenti di tecnica fine a se stessa.
Questa capacità di "raccontare una
storia" (come ripete sempre Pat
Metheny) è forse la lezione più importante che possiamo trarre dall'ascolto di un grande solo e questa dovrebbe essere la
meta ideale di ogni improvvisatore.
Una volta stabilita l'architettura generale del chorus, passiamo a vedere gli aspetti tecnici predominanti. Ciò che appare più evidente è il
frequente ricorso all'arpeggio come elemento costruttivo e melodico. Questo conferisce al fraseggio di Montgomery una particolare apertura e limpidezza armonica, al punto che suonando il solo senza accompagnamento la successione dei vari accordi apparirà comunque delineata in maniera chiara. Questo approccio, ovvio per gli strumenti a fiato, non è così scontato per i chitarristi, che hanno la tendenza a pensare spesso più in termini scalari che non armonici.
Solo
di O.G.D. in Real Audio
BATTUTE 1-4
Il chorus inizia proprio con un arpeggio di
Sol minore (a cui il cromatismo
DO# - RE conferisce un sapore blues) che viene ripreso e ampliato
nella batt.2. Anche nella frase successiva il
Re7 viene sottolineato con un arpeggio discendente (ultimo quarto di batt.3 e primi tre di batt.4).
BATTUTE 5-8
Il LA bemolle di batt. 5 sottolinea il passaggio alla tonalità di Mi bemolle che, seppure di brevissima durata, Wes tiene a far risaltare.
In battuta 7 succedono due cose interessanti:
1) il ritorno a Sol minore tramite arpeggio del relativo maggiore (Sib-Re-Fa-La)
2) la scala discendente a cavallo tra batt.7 e 8, con la grande tensione prodotta dal
Mi naturale. Gli amanti dei modi la chiameranno una
scala frigia di La mentre altri preferiranno far riferimento a
Sol dorico.
BATTUTE 9-12
Chiuse le prime otto battute con la scala discendente, Montgomery riparte con la seconda A e per farlo ricorre nuovamente ad arpeggi: ancora
Sib maj7 e Sol min 7
(batt.9) e poi a batt. 10 un doppio elemento tensivo:
ritmico (con l'effetto di tre su due dato dalla terzina su due movimenti) e
armonico, con l'arpeggio di La minore settima, generato dall'estensione estrema dell'arpeggio di Sol minore 13 inteso come dorico (Sol-Sib-Re-Fa-La-Do-Mi nat.) e che comporta quindi nuovamente la tensione del
Mi naturale.
Questo continuo spostarsi (tipicamente montgomeriano) tra sonorità di
Sol dorico e Sol eolio, con relativa alternanza tra
Mi bemolle e Mi naturale, lo ritroviamo a batt.11 e 12 con il ritorno del
Mi bemolle sul II-V-I.
BATTUTE 13-16
Ancora arpeggi in primo piano: a batt.13 Wes ne
sovrappone uno discendente di Sib7#5 (V grado della tonalità di Mi bemolle) sul
Fam7 (II di Mi bemolle), creando così un
V-I con cui la tonalità di Mi bemolle viene ancora una volta fortemente sottolineata.
In chiusura della seconda A ritroviamo le sonorità blues date dal frammento
Si-Do-Do#-Re (che richiama il Do#-Re della frase iniziale) e l'arpeggio discendente di Sol minore che fa da contraltare all'arpeggio ascendente con cui il chorus era iniziato.
Wes insomma sembra suggerirci qualche "dritta" semplice ma
efficace:
1) Arpeggi ascendenti per dare
inizio alle sezioni, discendenti
per chiuderle.
2) Continua alternanza tra due sonorità:
dorica (più aperta, in virtù del
Mi naturale) ed eolia (più scura, per via del
Mi bemolle).
Come si vede nessuno di questi elementi, preso singolarmente, è particolarmente complicato da un punto di vista esecutivo. Tuttavia il senso di
enorme relax, la logicità estrema
con cui le frasi si susseguono, il continuo alternarsi di
tensione e distensione, rendono questo solo (e il lavoro di Wes Montgomery in genere) un esempio perfetto di vera
creatività improvvisativa, lontana mille miglia da qualsiasi idea preconfezionata.
Prossimamente concluderemo l'analisi di questo chorus. A presto.
Prime
16 battute del solo di Wes Montgomery in
O.G.D. (Road Song)
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