Marco Tamburini - Marcello Tonolo Duo
Parco del Jazz – Chiesa
del Carmine, venerdì 25 giugno 2004
di
Antonio Terzo photo di Mimmo Di Caro
Che il
Meeting del Jazz organizzato da Luciano Vanni Editore e promosso dalla rivista
Jazzit in collaborazione con il sito Jazzitalia.net sia stato una vetrina non soltanto per gli operatori del settore, addetti ai lavori, etichette discografiche, giornalisti ed appassionati, ma anche – e soprattutto – per la musica jazz, lo attestano i tanti concerti che hanno animato la manifestazione a margine del
Terniinjazzfest #4 (dal 23 al 27 giugno) nella Cittadella del Jazz, appositamente allestita all'interno della "passeggiata" ternana.
E fra i concerti ospitati nella Chiesa del Carmine, è in particolare spiccato quello del duo Tamburini-Tonolo, che ha visto rispettivamente trombettista e pianista impegnati nell'esecuzione di standard e pezzi tratti dal disco
Amigavel, da essi inciso per la Caligola Records.
Ad indicare la natura "live" dell'intero lavoro discografico, allora registrato dal vivo all'Unisono Jazz Café di Feltre, è l'estrema naturalezza con cui i due jazzisti inanellano, uno dopo l'altro in successione, i motivi che costituiscono la scaletta della loro raffinata performance.
Il concerto si apre con
How deep is the ocean, noto brano di Irvin Berlin che nella versione dei due amici diviene riflessivo e appassionato, per passare subito alle composizioni originali con
No Matter
di Tonolo, per un assolo del piano ben articolato e di luminosa esposizione, quindi
A Child is born, leggera e ballabile nel ritmo ternario, in cui il suono pastoso del flicorno e le ondulazioni pianistiche di
Tonolo divengono rassicuranti nel loro riferirsi e svilupparsi verso gli accordi dominanti, altalenando fino ad abbandonare l'incedere in tre movimenti in favore di un tempo in due, e terminare con un finale sussurrato da Tamburini dentro il bocchino.
Ironica la presentazione di
Terni
(Tonolo), a lasciar credere che il titolo vari a seconda della città in cui il duo si esibisce: nervoso e scattante, condotto dall'unisono fra i due solisti, la tromba di Tamburini e la mano sinistra di Tonolo, con punteggiature anche divertenti. La campana sordinata del trombettista, suono freddo e penetrante come algida lama, incide la melodia di
Yesterday Night
(Tamburini), e penetra l'atmosfera della chiesa sconsacrata con un blues dai colori tratteggiati e fugaci come i veloci e brevi fraseggi dell'autore. E a seguire il momento forse più toccante del concerto,
Amigavel, lenta e malinconica bossa che prende il nome dalla composizione di un amico di vecchia data dei due musicisti, il compianto sassofonista
Maurizio "Bicio" Caldura (anche lui componente della Keptorchestra, l'organico che ha gettato le basi del sodalizio fra i due nostri), nostalgica nella rimodulazione della frase iniziale sospinta dall'accennato ritmo latino che il piano infonde sullo sfondo. Infine
Sweet & Lovely, uno standard medium fresco, ricco di sfizi tecnici che solo l'ambientazione rilassata dell'evergreen permette il lusso di avanzare: frulli e riflussi dall'imboccatura giocano tutta l'auto-ironia di strumento e strumentista, perfino nel ripetuto pedale della coda.
Ruoli ben definiti fra i due musicisti, Tonolo a sostenere con un pianismo chiaro e preciso le evoluzioni trombettistiche di Tamburini, talvolta intense e di notevole spessore emozionale, talaltra fuggevoli e sottili, quasi sbarazzine, per un concerto che ha lasciato soddisfatto il pubblico, anche quella parte fermatasi all'ombra della chiesa sol per ripararsi dalla calura d'inizio estate ternana.
Invia un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 8.443 volte
Data pubblicazione: 10/09/2004
|
|