The GreenTiredCheese music, ovvero
del Chèga e del Jazz
È così difficile unire il jazz al formaggio! Ma no, si può fare, forse si può… basta ricordare… pane e gorgonzola, pane e jazz. Che c’entra. C’entra sì! a pane e formaggio ci viene su un bambino; si fa grande, uomo che porta dentro ognuno dei pezzi di formaggio mangiati da piccolo.
A pane e jazz è la stessa cosa. Le note ti acchiappano prima che tu te ne accorga; sei ancora un bambino qualunque, pantaloncini corti sul marciapiede che scotta di sole, gli occhi socchiusi alla luce, mentre i grandi sonnecchiano. Un giradischi suona la tromba del jazz da chissà quale tra le gelosie chiuse. Le note fanno andare mani, muovono piedi.
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Balli bambino, non l’avevi mai fatto prima. Balli per la prima volta quella musica che nessuno capisce e intanto quella ti entra dentro e ti cresce come una balia allegra. E non sei più il bambino qualunque. Sei un bambino che suonerà e canterà il jazz.
Ormai sei grande, ormai jazz e stracchino fanno parte della vita di tutti i giorni.
Per esempio il gorgonzola, formaggio tradizionale, un gusto deciso, importante, magari piccante, lo accompagni a un pane altrettanto robusto in grado di supportarlo a dovere, un bel vecchio caro pan ‘d melga, il classico pane di granturco in uso nelle campagne del novarese.
Dall’altro lato prendi la corposa e trainante ritmica di Carlo Bernardinello e uniscila al contrabbasso portante di Fabio De March.
Sul gorgonzola ormai adagiato al pane – non spalmato, i dettagli sono importanti - lascia cadere a filo il miele dolce e profumato dei fiori di castagno. Ancora un po’, ecco, così.
Di là prosegui pure col miele d’acacia del flauto e con quello di castagno del sax, Claudio Allifranchini ne è produttore di prestigio, lui sa ottenere dai suoi strumenti il miele più dolce e limpido e anche quello più scuro e denso. Ottime anche le confetture dolci e quelle piccanti prodotte dalla chitarre di Fabrizio Spadea, roba buona e preziosa.
Poi c’è il vino, col vino mica puoi andare a caso! Serve un nettare robusto e profumato, una cosa che arricchisca ma non copra, che doni colore e armonia. Allora niente di meglio del vibrafono di Mike Mainieri. Una colonna del jazz moderno, un mito della fusion fin da quando con Michael Brecker, Eddie Gomez e Steve Gadd faceva passi avanti, Steps Ahead. Colore armonia e melodia pervadono la musica, Mike è sapiente sommelier, è artista degli accostamenti, classici o innovativi che siano.
Ora, quale tavola imbandire con tanto ben di Dio? La tavola e la casa, l’ospitalità le mette a disposizione Renato Paltrinieri, patron di PALZOLA, caseificio in Cavallirio (NO), produttore appassionato del raffinato e prezioso formaggio, appassionato di musica oltre che di buona tavola, e allora anche sponsor e tutore e garante della parallela operazione musicale.
Il progetto di Carlo Bernardinello si chiama “Mallets, brushes and more”. Radunerà tutti gli ingredienti, i musicisti e la musica, su di un palco in mezzo a un pubblico, officerà il rito e dispenserà delizie. A Serravalle Scrivia il 10 agosto si terrà la prima sessione di questo corso/degustazione per fini palati e buongustai desiderosi di provare e sperimentare cosa può risultare dall’unione di tante prelibatezze.
Musicisti di affermata e riconosciuta esperienza e fama daranno vita alla loro unione adagiando i loro suoni senza spalmarli, senza confonderli, senza annullarli.
di Luciano Mondini
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