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Lettera a Giampiero Prina - 18 agosto 2002
di Stefano Bagnoli


Caro Giampiero,
15 dicembre 1985: ricordi? Quella data ha segnato per sempre la nostra amicizia.

Erano i tempi del "Club 2" di brera dove con Tomelleri e altri indimenticabili amici abbiamo passato un epoca frizzante e intensa.

15 dicembre '85, due giorni dopo sarei partito per il militare e quindi abbiamo organizzato quella cena allo "You Yi", il ristorante cinese che d'abitudine vedeva la compagnia dei jazzisti di brera quasi quotidianamente.

Quella cena è stata una festa con te, Tomelleri, Fioravanti, Paolo e Marco Brioschi, Cerino, Angeleri, Finocchiaro, Vigorè, Meyer, Ellade, Carugno, il Mirko e tanti altri cari amici.
Poi tutti al Club 2 a suonare e a proseguire l'addio alla mia vita civile.

Ma a notte fonda la festa si conclude, al volo arriva la tristezza ed ecco che in quel momento di sconforto irrefrenabile esplode inatteso un affetto da fratello maggiore che, lasciando tutti di stucco, ti ha guidato in un lungo abbraccio in compagnia di quelle lacrime che mi hanno fatto partire per la caserma con il coraggio che altrimenti non mi sarebbe mai arrivato.

E da quella notte siamo diventati fratelli con tutta la serie di lettere che ti scrivevo da Verona e le tue risposte in compagnia di quelle di Ellade e Christian (potenza dell'unione tra batteristi!!!!!).

Ti ricordi il disco del quintetto di Daniele di Gregorio? Sono riuscito a farmi dare la licenza per venire a Milano a registrare e tu partecipavi come "guest star".

Per me è stato un disco importante: non era la mia prima incisione ma l'euforia di trovarci insieme in un documento musicale che sarebbe rimasto eterno mi esaltava oltre misura.

Poi il militare è finito e ho ripreso a tutta forza l'avventura musicale e la nostra scalmanata amicizia ricca di litigate, discussioni, risate, confidenze e soprattutto quella sorta di "guida alla vita" un po' infatuata che ti ha visto responsabile del mio futuro artistico.

Eri il fratellone a volte "sano" altre volte "rompipalle" ma così doveva essere. Il rito delle cene al "cinese" e qualche "grappa di rosa" ci facevano compagnia costantemente.

E intanto assorbivo il mondo musicale che mi affascinava e ipnotizzava instancabilmente e crescevo.

Gli anni volavano.

Per una qualche vicenda che ho rimosso ci siamo poi persi di vista.

L
a stima e l'affetto non si sono mai allentati ma le strade si sono divise.

H
o cominciato a camminare con le mie gambe e le rivoluzioni professionali che ho affrontato mi hanno fatto crescere ancora.

M
a il destino non ci voleva divisi ed ecco che lentamente ci "riprendiamo" e torniamo ad essere in simbiosi per molte delle situazioni musicali che ci hanno visto complici nel tempo.

C
i ritroviamo più adulti....almeno io, tu già lo eri.

Ora tra noi però c'è di mezzo un peso enorme: la tua malattia.
Questo sciagurato scherzo della vita ha riunito una squadra di colleghi-amici che con una forza impagabile da quel momento ha vissuto con te il destino di portare avanti i vari progetti musicali nei quali eri partecipe cercando di dare sempre il meglio. Una "macchina da guerra" che ha sempre sostenuto i momenti in cui non potevi suonare, con eleganza e impegno estremo. Nessuno di noi però ha mai raggiunto il livello di superba dignità e nobiltà disarmante con le quali vivevi in sordina la tragedia che ti travolgeva e che non è mai trapelata se non blandamente nell'intimità delle chiaccherate. La stessa nobiltà tramutata in luce che hanno sempre emanato altre due persone straordinarie: tua mamma e tua moglie Franca.

15 dicembre 1985. Sono passati molti anni e ci siamo ripresi anche il gioco dei "Gnik & Gnak" questi due immaginari folletti che ci rappresentavano in una sorta di portafortuna intercambiabile (non ho ancora capito chi dei due è Gnik o Gnak!!!) e che è stata la firma fin nelle ultime nostre e-mail.
Gnik & Gnak hanno vissuto ancora come due entità fino agli ultimi tre cd che abbiamo fatto insieme l'anno scorso e a volte il pensiero della coincidenza è shockante: tu sei stato ospite nel mio primo importante disco e io ho suonato in quello che per la storia è il tuo ultimo cd.

Vivo la tristezza di questi giorni in attesa che si tramuti nella convinzione che da adesso sono più forte, di quella forza che solo i ricordi ci lasciano in eredità. Le persone, i luoghi e i profumi che ci hanno fatto crescere per i quali val la pena approfondire la scoperta della vita che ancora ci spetta.

Sai, pensavo a come passa il tempo e a come ci sorride scappando: quando mi guardo allo specchio vedrei ancora lo stesso "Peter Pan" di sempre tuttavia ora ho anch'io (oltre a qualche capello meno castano di altri) qualche giovane "discepolo" che si aspetta da me una "guida" e allora allo specchio, dietro di me, appari tu che sorridi e mi dici: «Uhe, "piombo", smetti di piangere, non rompiamo i coglioni e guarda avanti che adesso hai da fare per tutti e due!».

Ti scriverò ancora.

A Gnik & Gnak, ora insieme per sempre.
Stefano.
 


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Data pubblicazione: 20/08/2002





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