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Intervista con Jeremy Pelt
ottobre 2012
di Achille Brunazzi
foto di Sergio Cimmino
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Jeremy Pelt rappresenta una delle più cristalline espressioni
del talento trombettistico jazz a livello internazionale. Nato nel 1976 in California,
Pelt è arrivato a New York nel 1998 dopo aver completato la famosa Berklee College
of Music di Boston. Nella Grande Mela ha rapidamente guadagnato un ingaggio nella
Mingus Big Band, dove ha mostrato il suo grande virtuosismo strumentale e versatilità
stilistica. Nat Hentoff sul Wall Street Journal, e Down Beat Magazine ne hanno consacrato
il valore artistico, quest'ultimo nominandolo "Rising Star" per cinque anni consecutivi.
Dal 2002 Pelt capeggia un Quintetto che ha inciso diverse registrazioni per la Fresh
Sound passando per la MaxJazz e infine l'High Note Record fino all'album "Soul"del
2012. Nella successiva intervista Pelt parla degli albori della sua carriera musicale,
del suo percorso scolastico e del suo ruolo di educatore e insegnante presso Jackie
Mclean Institute, dissertando altresì sull'evoluzione della sua personalità musicale
dal suo arrivo a New York a oggi.
Chi ti ha
introdotto alla musica jazz e quando essa ti è diventata familiare?
Mia madre suonava jazz tra le mura domestiche: possedeva degli album dei più importanti
vocalist del momento. Fu solo al decimo grado che il mio maestro di musica facendomi
ascoltare musicisti come Miles Davis m'iniziò alla musica jazz.
Qualcuno suonava professionalmente nella tua famiglia?
Provengo da una famiglia di attori. Detto questo mio zio, ha suonato la tromba nell'orchestra
dell'esercito americano.
Quando e come hai compreso che la tua vocazione sarebbe
stata quella di suonare?
Ho compreso che suonare sarebbe stata la mia vocazione quando ho ascoltato Miles
Davis suonare "So What" tratto dal doppio album live alla Canergie Hall
del 1961.
Chi è stato il maestro più importante nella tua carriera
scolastica? Qual è stata la lezione più
espressiva che la scuola ti ha impartito?
Una delle più importanti lezioni che ho imparato a scuola fu dal mio insegnante
di musica durante la scuola superiore: "Se stai per fare un errore, allora fai
in modo che tutti lo sentano"!
Parlaci della tua tipica giornata di studio da giovane
studente.
Da giovane studente trascrivevo un assolo al giorno e lo studiavo.
Quale era la musica che ti piaceva ascoltare in quegli
anni?
I miei primi amori musicali sono stati il rap e la musica classica.
In che termini la Berklee School è stata importante e chi
era il tuo insegnante?
Berklee mi ha consentito di entrare in una comunità di studenti con i quali condividevo
e ho condiviso molto musicalmente. I miei insegnanti sono stati Jeff Stout
e Charlie Lewis.
Qual è stata la tua impressione di New York al tuo arrivo
in città?
Quando sono arrivato a New York, onestamente, fui molto sorpreso nel verificare
quanti studenti e giovani musicisti non fossero sufficientemente preparati. La città
accoglieva molta mediocrità dal punto di vista musicale dandomi l'idea di essere
anche troppo tollerante in questo senso. La mia percezione è che quando arrivi a
New York non puoi permetterti di barare.
Cosa ti ha insegnato la città musicalmente e personalmente?
Hai avuto mentori?
Quello che ho imparato da New York è essere aperto e disponibile all'evoluzione
e al cambiamento. Certamente non sono la stessa persona dal punto di vista musicale
che ero un decennio, fa, e di questo sono molto contento. Il mio mentore era ed
è Dr. Eddie Henderson.
Cosa ti sentiresti di consigliare a un giovane musicista
jazz che desidera insediarsi a New York?
A un giovane che arriva a New York suggerirei di accertarsi che le proprie basi
musicali e strumentali siano solide e allo stesso tempo essere sempre disponibili
e aperti al cambiamento.
Parlaci della tua esperienza nella Mingus Big Band.
Ho cominciato a suonare con la Mingus Bid Band alla fine del
1998 e con maggiore frequenza nel
1999. Attraverso uno dei concerti ho avuto la
possibilità di conoscere e frequentare Philip Harper (un grande trombettista)
e numerosi altri ottimi musicisti che formavano l'orchestra. Ad esempio ho conosciuto
anche Vincent Herring il quale mi ha permesso poi di suonare con Louis
Hayes.
Dalla tua prima esperienza come band leader all'ultima
con l'album "Soul" qual è evoluzione hai riscontrato nella tua musica?
Direi che la principale evoluzione dal mio primo album "Profile" (Fresh Sound
2002) a "Soul" (High Note
2012) è stata il diverso approccio nel suonare
in un ambiente anomalo e un po' asettico come può essere anche uno studio di registrazione.
Questo è molto importante
Recentemente hai assunto il ruolo d'insegnante: quale messaggio
vuoi trasmettere ai tuoi studenti?
Come insegnante voglio che i miei studenti siano ben preparati e imparino ad ascoltare
e, altresì, a non essere pigri.
Cos'è il talento in un musicista jazz?
Il talento in un musicista jazz è riconoscibile attraverso le qualità che ho indicato
prima.
Tra i grandi del passato, chi preferisci? Potresti citare
i tuoi album favoriti?
E' impossibile fare una classifica del musicista o dell'album preferito. Amo tutti:
da Pops a Roy Eldridge, da Miles a Booker Little, da
Freddie Hubbard a Lee Morgan e Kenny Dorham.
Ascolti altri generi musicali oltre il jazz?
Amo molto il primo R&B, i vecchi successi della musica americana, la musica elettronica
così come alcune produzioni hip-hop.
Potresti darci un'opinione del jazz Europeo? Hai qualche
musicista preferito in Europa?
Generalmente apprezzo molto i musicisti jazz europei, tuttavia, ci andrei piano
nel definirlo jazz europeo, poiché le basi e le radici della loro musica provengono
dalla musica americana. Francamente non mi piace il termine "jazz europeo" perché
presuppone una diversità tra i due continenti dal punto di vista musicale. Sono
stato recentemente in Italia suonando con molti musicisti italiani i quali hanno
riprodotto lo stesso swing che si suona negli Usa e i medesimi standard. Ora molti
cercano di creare questa sorta di divisione quasi per rivendicare meriti riguardo
la creazione di qualcosa che si suppone possa essere innovativo. L'improvvisazione
è l'elemento comune a questa musica ed è essenzialmente americana. Non penso possa
rappresentare un problema l'indicare il luogo geografico d'origine della musica
scritta da Charles Ives o William Grant Still rispetto a quella di
Mozart o Chopin. E' e resterà sempre musica classica indipendentemente
dal luogo di produzione.
Quale modello di tromba utilizzi ora?
Ora utilizzo una tromba Harrelson fatta a mano e su misura: modello Summit
Quale sarà il futuro del jazz?
Non riesco a dirti quale sarà il futuro del jazz, spero solo di esserci per poterlo
raccontare.
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Data pubblicazione: 31/12/2012
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