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Gustavo Cortinas
Esse
OA2 rec. (2017)
1. Dialectics Of Freedom
2. Filosofia
3. The Allegory Of The Cave
4. Intro To Arète
5. Arète
6. Cogito ergo sum
7. Global Skepticism
8. On Certainty
9. Ubermensch
10. Intro To The Man Of Flesh And Bone
11. The Man Of Flesh And Bone
Justin Copeland - tromba
Roy Mcgrath - sax tenore (1, 3, 9, 11)
Artie Black - sax tenore (2, 5, 6, 7, 8)
Adam Thornburg - trombone
Hans Luchs - chitarra
Joaquin Garcia - pianoforte
Kitt Lyles - contrabbasso
Gustavo Cortiñas - batteria
Alla seconda
prova da leader, con il suo progetto Snapshot, Gustavo Cortiñas mette nero
su bianco, su carta da musica, la sua concezione e conoscenza della filosofia, argomentata
in un concept-album. E anche la concezione musicale cambia, anzi matura sempre all'interno
di canoni di stile classico, ma con un brillante passo moderno e sicuro. Un disco
che fa dell'esistenza, dell'atto di esistere cartesiano il suo fondamento principe.
La dialettica hegeliana ("Dialectics Of Freedom") è ben rappresentata da
un brano agile, con l'apertura gustosamente ombrosa dei soli tamburi del leader,
che vede nella tromba di Justin Copeland la voce principale: pulita e accesa, attenta
alle inclinazioni ritmiche e all'andamento sciolto della composizione. Il batterista
di Città del Messico sa condurre senza voler acquistare la scena a tutti i costi:
"Filosofia" si sviluppa su tempi lenti, aggraziati dal fraseggio sicuro
e misurato del nostro e da la coralità dei fiati, perfetti nell'interpretare una
linea melodica marcata. "The Allegory Of The Cave", riprende temi cari al
passato, con la chitarra di Hans Luchs che ricalca il discorso melodico con una
velocità perfettamente controllata e una irreprensibile precisione ritmica che da
la stura al tornito solo del tenore di Roy Mcgrath.
"Arète" guarda al latino-americano, lasciando sfilare intorno al ritmo
avvolgente gli assolo. La – più rispetto agli altri episodi – breve "Cogito ergo
sum" è una pausa di riflessione – onomatopeica – con il lento fluire in crescendo
dei fiati e l'implicitazione ritmica argutamente disegnata dal Nostro. La capacità
compositiva di Cortiñas è di grande impatto, abile nel mettere in rilievo la coralità
e rimarcare la bellezza degli assolo, come nella crepuscolare "Global Skepticism",
che smonta il concetto di ballad per ricostruirlo intorno a ondivaghi movimenti
nell'incrociare dei fiati. Piena di lirismo narrativo, e senso orchestrale è
"On Certainly" che ibrida con acume il sound dei piccoli ensemble degli anni
Cinquanta con gli arrangiamenti più contemporanei. "Ubermesch", prende a
schiaffi il post-bop, con la tromba di Copeland a svolazzare su di un fast ben nutrito
dalla sezione ritmica. "The Man Of Flesh And Bone", con il suo periodare
gentile e romantico sottolineato dal tocco netto e delicato di Joaquin Garcia chiude
la seconda riuscita prova d'autore di Gustavo Cortiñas.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/12/2017
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