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Matija Dedic
Ligherian Rhapsody
Workin' (2015)
1. Strange Coral
2. Unexpected Blues
3. How Far Is?
4. Short Variation
5. Wild Counterpoint
6. Partita Deostinata
7. Unknown Humoresca
8. Mediadria
9. Tangoism
10. Movemento
11. Van Mankowitz
Matija Dedic - Piano
La Croazia è una zona con una buona tradizione jazzistica. Sono, infatti, parecchi
i festival che si organizzano nel corso dell'anno in diverse città, l'attività dei
club è vivace, continuativa e non mancano i nomi conosciuti a livello internazionale,
nati o originari di questa terra. Due personaggi si ricordano in particolare,
Bosko Petrovic, una sorta di emblema nazionale ed Helen Merrill,
che all'anagrafe fa Jelena Ana Milčetić. Da Zagabria proviene Matija Dedic, pianista
di formazione classica, ma con una passione, una inclinazione verso la musica afroamericana
consolidata nel tempo.
"Ligherian rapsody" è un disco di piano solo e viene pubblicato quindici anni dopo
un'analoga esperienza, incisa per l'etichetta Cantus dal titolo Solo part I.
Dedic compie qui un viaggio nell'improvvisazione in undici tappe. Si passa dal clima
concertistico di brani privi di note sincopate, alla melodia romantica di una ballad
personale e sui generis. Si transita dal blues al tango, adeguatamente riveduti
e corretti, ad una umoresca in versione aggiornata per finire nel camerismo free,
dopo altri sviluppi e sconfinamenti. In questo percorso ad ostacoli risplende la
tecnica sopraffina del musicista croato, dotato di una notevole indipendenza fra
le due mani e della capacità di suonare "a tutta tastiera", con un fraseggio limpido
e brillante anche nei momenti più frenetici e aggrovigliati.
Il pianista scava nei temi che germogliano dalle sue dita intente ad accarezzare
o a percuotere gli ottantotto tasti. Entra dentro ai motivi per sondarne aspetti
profondi e inconsueti, nuances attraenti. Fra le altre tracce si distingue "Wild
counterpoint" per una cadenza ripetuta, incastonata in tutto il pezzo e per un assolo
scintillante e pregno di uno swing intestino, che si impone da un certo punto in
poi.
In conclusione il cd ci fa apprezzare un musicista provvisto di un background corposo
alle spalle, coraggioso nell'affrontare questo tipo di sfide e abile nel destreggiarsi
nella complessa e insidiosa pratica della composizione estemporanea.
Gianni Montano per Jazz italia
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Data pubblicazione: 04/05/2016
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