Carsten Dahl
A Good Time
Storyville (2014)
1. Love For Sale
2. When You Wish Upon A Star
3. Take Five
4. Easy Living
5. What Is This Thing Called Love
6. Someone Watch Over Me
7. Down With It
8. Night And Day
Carsten Dahl - pianoforte Lennart Ginman - contrabbasso Frands Rifbjerg - batteria
Quando si parla dei jazzisti scandinavi, la mente del jazzofilo pavido e poco aduso
ai cambiamenti, pensa a qualcosa che abbia a che fare con un'avanguardia non sempre
in linea con il jazz (perché il jazz è solo roba da americani!). E, quindi, può
stupire il fatto che Carsten Dahl, pianista danese tra i più creativi e colti
del panorama europeo - naturalmente, per i motivi di cui sopra, misconosciuto in
Italia -, possa utilizzare, e parecchio bene, un linguaggio jazz fatto anche di
standard da Real Book e dintorni. E lo fa nel più classico dei modi del jazz: piano
trio, sfidando nel modo più calzante Cole Porter, Paul Desmond con
Dave Brubeck,
Bud Powell,
George Gershwin, Leigh Harline, Ralph Ranger. E' bene dirlo subito: Dahl
non stravolge niente, però c'è una bella differenza con le miriadi di altre esecuzioni
(senza tirare in ballo le più celebri) degli ultimi anni: qui i tre si divertono,
lo fanno perché avvertono la necessità di suonare questa musica e non per fare i
piacioni a tutti i costi. Dahl con le sue dita può piegare qualsiasi musica, tant'è
che di recente ha suonato con un pianoforte preparato a mo' di clavicembalo, le "Variazioni Goldberg" di Bach. Ha un tocco così elegante, ricco di pulsazione
ritmica con una sinistra sempre in movimento a rinforzare il basso e una destra
capace di sventagliare sulla tastiera e tirare fuori trilli e lampi di geniali soluzioni
che rendono i classici in ballo ancor più affascinanti. Ogni interpretazione ha
il marchio a fuoco del modo di intendere la musica di Dahl: adamantino esempio sono
le variazioni ritmico-armoniche apportate a "Take Five", con l'inserimento
di alcuni intervalli che imbellettano ancor più il celeberrimo brano.
Un ultima osservazione: il disco è registrato dal vivo al Byggeriets Hus di Copenaghen
e si sente la sincera gioia del trio di suonare jazz. E, in tempi di opifici musicali,
è roba molto importante.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/05/2015
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