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Luca Vitali
Il suono del Nord, La Norvegia protagonista
della scena jazz europea
Auditorium, Milano 2014
320 pp. + Cd, euro 34.
Per tutti coloro che da diverso tempo seguono la scena jazz del
Nord Europa questo libro colma una lacuna importante, non solo a livello letterario
italiano ma anche europeo, ed è impressionante, come ricorda il giornalista norvegese
Jan Granlie che:"...Luca è uno dei pochi che conosce la scena del jazz norvegese
meglio della maggior parte dei norvegesi stessi."
Luca Vitali, giornalista musicale e scrittore tra i più attenti, ci conduce con
mano sicura nel mondo musicale norvegese facendoci assaporare ogni sfumatura. Si
tratta di una vera è propria conoscenza per frequentazione; il critico bolognese,
infatti, con un taglio giornalistico, intervista, racconta, e tenta un pedinamento
della realtà descrivendo ciò che ha visto e vissuto, e dove non può, si aiuta
con le testimonianze di chi era presente.
Il progetto ripercorre lo scontro tra la musica afroamericana e la Norvegia, vera
e propria porta del jazz Europeo, come ricorda
Paolo Fresu
nella prefazione.
Si inizia con l'arrivo nelle terre del nord del compositore George Russell che diventa
immediatamente una fonte di ispirazione per tutti i musicisti, primo tra tutti un
giovanissimo
Jan Garbarek.
Da qui parte un lungo racconto che va a toccare la nascita dei club, l'interesse
della casa discografica Ecm Records ed il suo ruolo nella valorizzazione del suono
del nord, fino a toccare le radici della musica norvegese.
E' un racconto che introduce analisi interessanti e scopre il forte spirito identitario
che permette al paese scandinavo di guardare alla musica senza la suddivisione di
generi: ogni musicista collabora liberamente portando la propria cultura musicale.
Allo stesso modo ciò ha permesso anche di guardare al proprio passato musicale e
alle tendenze del momento con uno sguardo libero ed autonomo utile per portare alla
luce la propria originalità.
La forza della Norvegia è stata quella di filtrare la tradizione jazzistica americana
attraverso la musica tradizionale Yoik del popolo Sami senza che però ciò
abbia comportato una semplice emulazione del passato. Come viene ricordato nel Conservatorio
di Trondheim "...non imparare la tradizione impara dalla tradizione."
Vitali chiarifica e ci guida passo passo in questo mondo musicale evitando fraintendimenti
e visioni precostituite, come ad esempio il "Nordic Tone", cioè la tendenza
a parlarne rifugiandosi in metafore scontate ed immagini precostituite che citano
montagne, neve, fiordi, pianure. Ciò non rende omaggio ad un paese che ha molto
più da dire.
Altro tema centrale è il rapporto con la natura, un legame forte ed indissolubile
con cui la popolazione si scontra giornalmente. La natura permea l'arte in generale
e culmina in alcuni festival unici al mondo come l'Ice Festival di Geilo
nel quale Terje Isungset ideatore e musicista si confronta con strumenti musicali
realizzati con il ghiaccio.
In sostanza ci troviamo di fronte ad un paese giovane e vitale svincolato dal passato
che ha saputo valorizzare le sue potenzialità, ciò sicuramente è avvenuto anche
grazie al Norsk Jazzforum, l'organizzazione governativa fondata nel 1953
che promuove il jazz norvegese.
L'opera, pur nella sua lunghezza, è snella e vivace e, come ricordavamo inizialmente,
è intrisa di emozioni e di sentimenti provati dall'autore nell'incontrare ed intervistare
i protagonisti di questa realtà: quasi un "pedinamento della realtà" dall'inconfondibile
sapore zavattiniano.
Il libro è corredato di un utile cd che non vuole essere un "greatest hits" ma una
sintesi, che completa il libro, e rivolta soprattutto alle etichette locali.
Nicola Barin per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/09/2014
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