Gustavo Cortinas
Snapshot
Ta’ Babuino Records (2013)
1. Time Is Everything
2. When I Leave You
3. Chimeras
4. Skepticism
5. La balada del Leon
6. Wish…(Interlude)
7. Wish I Could Be There Now
8. When I Leave You (Another Perspective)
Justin Copeland - tromba Victor Goines - sax tenore (1, 5, 8) Roy Mcgrath - sax tenore (2, 3, 4, 6) Michael Allemana - chitarra Kitt Lyles - contrabbasso Gustavo Cortiñas - batteria
Per intraprendere gli insidiosi tornanti della via maestra bisogna avere il giusto
piglio e il giusto mestiere alle spalle: Gustavo Cortiñas sta messo bene per entrambi.
Già i suoi studi alla Loyola University di New Orleans la dicono lunga, poi una
buona militanza al fianco di Roy McGrath, Victor Goines, Nicholas Payton,
Robin Eubanks, Aaron Goldberg, hanno ancor più forgiato il suo stile
e la sua indubbia qualità di compositore. Diverse le incisioni alle quali ha preso
parte, ma qui si ritaglia uno spazio tutto particolare, licenziando il suo primo
disco da leader.
Il suo mainstream suona vergine, perché Cortiñas fa tutto da sé, firmando ogni singola
composizione e mettendo in luce quanto, seppur giovane, sappia tenere le redini
a un quintetto di musicisti di pregio dove spicca il giovane chitarrista ed etnomusicologo
Michael Allemana: interviene sempre con precisa e diabolica discrezione e ogni sua
nota lascia il segno, sia per il profondo senso armonico che per l'irreprensibile
timing. Goines e MacGrath non abbisognano d'elogi e si dividono – quasi equamente
– le melodie e danno vita ad assolo limpidi e oculatamente ricercati. L'assenza
del pianoforte non si avverte, merito di una ritmica coriacea, pronta a dare il
meglio anche nei brani latin oriented, ma solo per alcuni accenti (Cortiñas
non fa sentire il peso dei suoi natali), come "When I Leave You", che accende
i riflettori sull'ottima padronanza delle dinamiche di Justin Copeland, che si muove
perfettamente tra legato e staccato, squillante nell'attacco e rapido nel portarsi
su registri più tenui. Più che indispensabile il lavoro di Kitt Lyles, che sa padroneggiare
la melodia, come nell'assolo di "La balada del León", dove è abile nello stringere
assieme le maglie e spronare i fiati.
Un capitolo a parte merita Cortiñas, perché tiene le redini con consumata esperienza
da bandleader, è insinuante più che sorprendente (e questa è una grande dote), domina
il ritmo, rilancia senza discontinuità e lega gli slanci dei solisti conferendo
una dinamica uniforme alla sua musica.
Eccellente prima prova per il batterista di Mexico City, che non lascia nulla al
caso: diverte con una musica da ballo originale, come da tempo non se ne sentiva.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 328 volte
Data pubblicazione: 29/12/2013
|
|