Jazzitalia - Jelly Rolls Band: Dancing Colours
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            VARAVALLO Luca (contrabbasso)
Jelly Rolls Band
Dancing Colours



Autoprodotto 2009

1. Equinox
2. Su un Foglio
3. Chelsea Bridge
4. Volo Lunatico
5. Zee Zee
6. Voodoo Chile

Fiorenzo Martini e Sergio Gonzo - tromba e flicorno
Marco Ronzani, Bobo Beraldo, Mauro Ziroldi, Carlo Salin - sax, clarinetto basso
Luca Moresco - trombone, tuba
Mauro Carollo - bombardino
Giovanni Crollo e Andrea Miotello - chitarra
Federico Valdemarca - contrabbasso
Giovanni Principe - batteria


Nonostante l'onomatopea la Jelly Rolls Band non ha musicalmente molto musicalmente musicalmente a che vedere con l'eclettico pianista statunitense Jelly Roll Morton, se non per le linee vagamente swing che si riscontrano nelle costruzioni filologiche di alcuni brani. L'elemento più originale di questa formazione musicalmente atipica risiede nel particolare sviluppo di sonorità tra loro difformi, riprese e sviluppate con un forte impulso innovativo che porge uno sguardo molto attento all'armonia ed alle meccaniche configurazioni di un jazz al di fuori degli schemi.

Nella registrazione si riscontrano paesaggi sonori imperscrutabili, essenziali e densi, talora macchinosi, che si distinguono con tratti a volte elettrici, altre volte dark, talvolta psichedelici nelle atmosfere inquiete disegnate dal frequente uso di distorsori, sustainer e delay come "amplificatori" di suono. Questi connotati vanno ad interpolarsi con evidenza in strutture musicali avanguardistiche, quali le etno imponenti orchestrazioni di Gil Evans, le sonorità acide e visionarie dell'ultimo Miles Davis, l'alchemico ed "etnico" Coltrane del quartetto storico con McCoyTyner, Elvin Jones e Reggie Workman, l'elettricità effusiva di Jimi Hendrix (del quale è stata arrangiata in una versione divertita e forse un po' profana, con la tuba a seguire la linea melodica, della straordinaria" Voodoo Chile"). Tutti temi tra di loro distanti, eppure similari nella loro attenzione all'inconscio, all'assolutezza, alla ricercatezza del suono incontaminato, alla scansione infaticabile di dissipazioni melodiche zigzaganti, cariche di scorie squilibrate, aspre e tormentate.

Il clima che ne risulta è un quadro volutamente incontrollato, in generale complesso, ambizioso, difficile da ricomporre ed interpretare con autenticità e naturalezza, eppure denso di segmenti policromatici interessanti che si evidenziano con "colori" sempre "danzanti" sia nelle riletture di brani spigolosi e metafisici come la coltraniana "Equinox" sia la splendida "Zee zee" di Gil Evans sia nelle arcane tracks originali arrangiate da Sergio Gonzo.

Il progetto è certamente audace, notevole nell'idea ambiziosa di coniugare la psichedelìa degli anni settanta con l'alchimia delle blue notes elettriche con un senso del tutto nuovo, moderno, dissipatore nelle scansioni melodiche. Un album sofisticato, talvolta con un retrogusto acre, sebbene tra le sue note si respiri un intellettualismo estroverso tanto dissacrante quanto piacevole, interessante e non certo facile da reperire nella sconfinata stratosfera della più futuristica musica contemporanea.

Fabrizio Ciccarelli e Andrea Valiante per Jazzitalia















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Data pubblicazione: 01/11/2010

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