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Master Class di Tommy Emmanuel
17-19 Agosto Castelbrando - Cison di Valmarino (TV)
di Vito Donatone

Non è affatto semplice, per un chitarrista non professionista ma appassionato di fingerstyle (ndr. e che suona in modo eccellente... ), parlare ad una platea vasta ed eterogenea, quale quella che segue eventi e manifestazioni attraverso il sito Jazzitalia.net, del seminario di chitarra acustica tenutosi a Castelbrando in Cison di Valmarino (Treviso) dal 17 al 19 agosto da Tommy Emmanuel, grande ricercatore del ritmo, della melodia, del feeling e di tutto ciò che qualsiasi chitarrista e qualsiasi ascoltatore desidererebbe avere.

Stiamo parlando di un chitarrista australiano che nella sua terra è considerato una vera e propria star: non dimentichiamo infatti che ha vinto numerosi dischi d'oro.

Ha cominciato a suonare all'età di quattro anni ed è stato riconosciuto come una sorta di bambino prodigio.Tra l'altro è un autodidatta e non conosce un rigo di musica: suona ad orecchio ed ha imparato ascoltando i dischi di Django Reinhardt, Wes Montgomery, Albert Lee, Chet Atkins, Steve Ray Vaughan.

Tommy Emmanuel
può vantarsi di aver ottenuto il titolo di C.G.E. (Certified Guitar Player) su licenza del compianto Chet Atkins di cui ne ha degnamente preso il posto.
Non si può perciò non tentare di spiegare, in qualche modo, quale unica esperienza sia stata innanzitutto per il personaggio di cui vi parlerò, della sua tecnica, del suo carisma, della forte personalità e poi anche per i luoghi magici e suggestivi nei quali è stato organizzato e realizzato magistralmente l'intero corso.

I tre giorni del seminario sono stati preceduti da uno splendido concerto dello stesso artista nel suggestivo teatro tenda di Castelbrando che per l'occasione ha registrato il tutto esaurito, e non poteva essere diversamente se pensiamo che il chitarrista non soltanto è conosciutissimo dagli appassionati ma è molto amato in quella località, che lo ha già accolto l'anno scorso in occasione di una manifestazione identica con grande successo.

Nonostante si sia presentato in scena accompagnato solo ed esclusivamente dalle sue due inseparabili chitarre Maton, è stato in grado di tenere col fiato sospeso l'intera platea per circa due ore. Si è esibito in pezzi molto diversi fra loro, a volte molto ritmati a volte melodici e dolci, suscitando così nel pubblico entusiasmo, ammirazione ed ineguagliabili emozioni.

Durante la performance si è soprattutto soffermato su brani tratti dai suoi due ultimi c.d. e cioè "Only" pubblicato nel 2002 e l'ultimo "Endless Road" pubblicato proprio quest'anno: in particolare sono da menzionare brani come "Mombasa", "Bella Soave", "Endless Road", "Angelina", tutti di sua composizione, e gli stupendi arrangiamenti di "Blue Moon", "Somewhere Over the rainbow" ed "Imagine".

Nell'esibizione dal vivo Tommy Emmanuel ha dimostrato di essere un chitarrista del tutto imprevedibile, in grado di sviluppare qualunque pezzo in modo innovativo fin quasi a stravolgerlo completamente. E ciò riesce a farlo grazie soprattutto ad una tecnica che non ha certo confronti, praticamente insuperabile nell'uso dei legati, dei suoni percussivi, e degli harp armonics. Per di più, con estrema naturalezza, ha mostrato di avere una inarrivabile capacità nel ricercare sulla chitarra l'effetto ritmico tipico dei pianisti di "ragtime", alternando con superlativa regolarità i bassi suonati dal pollice.

Il concerto si è chiuso nell'ovazione generale di tutta la platea che ha, tra l'altro, anche gradito un'ultima sorpresa concessa dall'artista, il quale s'è cimentato in un paio di brani con un gruppo locale (composto da quattro elementi tra cui lo stesso vice sindaco di Cison di Valmarino) che esegue alla perfezione tutte le cover dei mitici Shadows.

L'organizzazione del concerto, così come quella del seminario, è risultata impeccabile grazie al lavoro straordinario del sindaco Cristina Pin, e di Pierpaolo Adda, personaggio molto conosciuto nell'ambiente chitarristico in quanto è il patron e coordinatore del famoso "Festival di Soave": addirittura ha partecipato interamente al seminario proponendosi come interlocutore tra Tommy Emmanuel e gli allievi e traducendo ogni singola dichiarazione dell'artista.

La master class è stata caratterizzata dall'alternarsi di nozioni tecniche sullo strumento e stimoli all'introspezione nella ricerca di un rapporto esclusivo ed originale con la chitarra.

Le tematiche che il chitarrista ha voluto sviluppare ed approfondire durante il seminario sono state ben chiare sin dall'inizio e cioè: "TIME" - "GROOVE" - "FEELING".

Attraverso dimostrazioni personali ed esercitazioni di gruppo ed individuali il chitarrista ha espresso concetti apparentemente molto semplici ma che puntualmente e frequentemente vengono tralasciati anche dai musicisti professionisti.

In particolare ha prestato molta attenzione ai concetti di "time" e "groove" dimostrando a tutti gli allievi quanto sia facile per un musicista dimenticare i principi fondamentali del ritmo proprio nel momento in cui si concentra nell'esecuzione di un pezzo badando, come spesso accade, solo all'aspetto tecnico; a questo proposito il consiglio ovvio ma assolutamente inevitabile è stato quello di registrare e riascoltare qualsiasi cosa suoniamo con il nostro strumento sia che si tratti di un brano o di un semplice esercizio: le sorprese nel riascoltare noi stessi saranno notevoli.

Altro argomento analizzato con attenzione e dedizione è stato quello inerente lo sviluppo della melodia in fase esecutiva ma soprattutto in fase compositiva; ritengo che Tommy Emmanuel sia uno fra i pochi chitarristi al mondo a saper coniugare in maniera perfetta tecnica e melodia: secondo lui soprattutto il senso melodico non deve essere mai tralasciato e questo concetto in maniera davvero egregia è riuscito ad imprimerlo nella mente di tutti gli allievi. A proposito di ciò un ulteriore consiglio è stato quello di ascoltare non tanto le composizioni per chitarra quanto invece brani con "grandi" melodie e, in questo senso, l'ascolto di artisti del calibro di Billy Joel, James Taylor, Stevie Wonder, potrebbe davvero insegnarci tantissimo.

Le domande e le curiosità da parte degli allievi sono state innumerevoli e Tommy Emmanuel ha risposto a tutti con una passione, una simpatia ed un altruismo davvero unici: per lui non esistono segreti ed è questa sicuramente una prerogativa dei "grandi". Riuscire in poche righe a spiegare ciò che un personaggio di questo calibro può trasmettere in un seminario di tre giorni non è impresa facile: ascoltarlo e seguirlo da vicino potrebbe mettere in crisi anche i più grandi chitarristi, ma la sua passione e la voglia ancora di divertirsi e quasi di giocare con la chitarra non possono che essere notevolmente stimolanti anche per chi imbraccia lo strumento per la prima volta. Addirittura per due giorni consecutivi ha voluto cominciare le lezioni facendo suonare e cantare a tutti gli allievi del corso la mitica "Johnny be good", ed è stato il giusto input per sbloccarsi e soprattutto per caricarsi al punto giusto!!

La master class è terminata il 19 agosto con una esibizione generale di tutti i partecipanti con l'artista australiano, il quale per l'evento ha di nuovo deliziato il pubblico presente con l'esecuzione di alcuni fra i suoi brani più famosi.

Questa esperienza rimarrà impressa nella mente di tutti gli allievi, non solo perchè si è avuta l'opportunità di vivere accanto ad un personaggio davvero unico per bravura e carisma, ma anche perchè un posto magico e affascinante come l'antico castello restaurato non poteva non essere il miglior luogo dove vivere una esperienza simile. D'altronde la brochure di Castelbrando riporta testualmente questo inciso: "Un luogo unico per un evento indimenticabile".









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COMMENTI
Inserito il 24/8/2008 alle 9.36.57 da "ciro.scannapieco"
Commento:
da www.thespacebetween.it
Come descrivere il concerto di Tommy emmanuel? Si protrebbe iniziare parlando della sua tecnica percussiva, del suo fingerpicking energico, della sua espressività ma sarebbe limitativo.
Invece, strano ma vero, parliamo di musica. Tommy Emmanuel non è solo un musicista eccezionale ma soprattutto un comunicatore ed un intrattenitore sopraffino. Non fraintendetemi, non vuole essere un’offesa, bensì il più valente dei complimenti.
La chitarra diviene mezzo espressivo con cui instaurare un fitto dialogo con il suo pubblico,fitto come le note che ci piovono addosso scintillanti come stelle a San Lorenzo. Il linguaggio, popolare, fatto di melodie semplici, di riferimenti musicali celeberrimi è portato avanti con un’abilità tecnica che ha dell’incredibile; la tecnica chitarrista, tanto stupefacente da non sembrare umana, è solo un mezzo per rendere le 2 ore di concerto sempre interessanti,sempre nuove, sempre vive. A vederlo suonare si penserebbe ad un marziano.
Invece ,australiano come un canguro, salta da un pezzo all’altro giocando con il suo pubblico;Blues, Folk,Rock Pop ed un pizzico di jazz scorrono tra le sue dita.La sua musica profuma di strada, chiudendo gli occhi sembra di vederlo alla fermata di una metropolitana mendicare l’attenzione del più distratto dei passanti con “scherzi musicali”.caspita se ci riesce.

Oltre 500 sguardi nel chiostro di Vico hanno seguito le sue note, svolazzanti ed inafferrabili come mosche. Non capita spesso di vedere un chitarrista che usa la chitarra come mezzo e non come fine; quando succede non possiamo che compiacercene. Il suo repertorio è sconfinato, non sembra stancarsi e dopo 2 ore è ancora lì, fresco e pimpante; nemmeno noi siamo stanchi e reclamiamo a gran voce un bis che puntualmente arriva. Non è solo un chitarrista, è un grande intrattenitore, un uomo di spettacolo che usa la sua chitarra per rapire Il suo pubblico; affetti da una sorta di sindrome di Stoccolma,ci facciamo rapire volentieri . Il riscatto da pagare è il solo prezzo del biglietto;rimarremmo volentieri lì , rimmarremo un altrò pò a vederlo giocare, con il suo pubblico, con la chitarra, con la musica. Un grande spettacolo per tutti…una lezione per molti chitarristi: al centro di tutto la musica (non la chitarra, non l’assolo), un gran bel gioco con cui coinvolgere il pubblico.



Discorso a parte merita il gruppo di supporto: le bluehouse .Si divertono sul palco e si vede, si divertono e fanno divertire.Queste due ragazze catturano il pubblico con l’arma della spontaneità. La loro musica le rispecchia in pieno:scarna e senza fronzoli, viscerale. Arrangiamenti minimali(solo chitarra ritmica e basso) fanno da tappeto alle loro belle voci. …Due registri vocali diversi si fondono in modo veramente interessante; una bella scoperta

 

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Data pubblicazione: 25/12/2004

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