Anne Ducros - voce
Benoit De Mesmay - piano
Sal La Rocca - contrabbasso
Karl Jannuska - batteria
Bari si conferma importante crocevia del jazz in Italia, tappa oramai imprescindibile di importanti appuntamenti. Tanto grazie al fervore che anima i sempre più numerosi jazz club della zona.
Anema & Pizza & 'o
show si colloca all'interno di questo circuito mettendosi in particolare evidenza per gli eventi organizzati e curati con estrema professionalità dall'entourage di
Mauro Martelli, creatore di questa particolare formula che associa l'attività ristorativa a quella musicale tenendole, però, ben distinte in altrettanti locali, seppur vicini. Con ciò evitando ogni e qualsiasi fonte di inquinamento acustico derivante, inevitabilmente, dall'attività manducatoria.
Nell'ambito del ricco cartellone,
Anema & Pizza ha ospitato il
, la pluripremiata cantante francese Anne Ducros ed il suo trio d'eccezione formato dall'inossidabile
Sal La Rocca al contrabbasso, dal giovane talento canadese Karl Jannuska
alla batteria e dall'eclettico pianista francese Benoit De Mesmay.
La Ducros è una vocalist ricca di sensibilità e talento, ritenuta – coram populi
– la regina del jazz vocale europeo. E tale appellativo si dimostra sicuramente calzante: Close your eyes, tratta dal suo ultimo lavoro discografico, apre il concerto ponendo subito in evidenza le sue doti armoniche ed il suo fraseggio particolare. La giunonica cantante intreccia la sua voce con gli altri strumenti, alla stregua di didascalie musicali che si vanno a collocare tra le icone disegnate da
De Mesmay.
On Green Dolphin Street, sintesi di swing e bossa, mette subito in evidenza l'estensione vocale della
Ducros tanto da richiedere un maggiore sforzo, anche fisico, all'attenta sezione ritmica, con
Jannuska che si conferma dotato di un solido drumming.
I'm gonna love you too è suonata con tinte blues piuttosto aspre, alternate da melodici interventi pianistici che smussano l'apparente aggressività del brano.
La Rocca e De Mesmay si alternano in soli sempre di pregevole fattura: il pizzicato del contrabbassista belga fa da eco alle incursioni del piano, sempre sostenute dal beat lucido e pressante al punto giusto del batterista canadese.
Particolarmente intensa è l'interpretazione della sempre splendida ballad di Benny Golson, I remember Clifford.
La Ducros tiene il palco non solo con le sue indubbie doti vocali e la sua raffinata tecnica, ma anche con la sua esplosiva simpatia e con il suo graffiante sarcasmo. Ride, scherza con il pubblico e con i suoi compagni, si schernisce per aver mangiato troppo da quando in Italia, abbozza delle frasi in italiano rivelandone una buona conoscenza. Tali intermezzi, molto graditi dal pubblico, sono sapientemente calibrati e si pongono sempre al momento giusto, dando lo start al nuovo brano. Così come accade per la trascinante Moanin' di Bobby Timmons che, proprio dopo un siparietto di Madame Ducros, si apre con il piano solo accarezzato dolcemente da
De Mesmay, il quale cede tempo e spazio alla voce, limpida, mai rabbiosa e scevra da incrostazioni timbriche. Limpidezza che diventa "hot" quando si lancia in una sorta di turbinosa danza per voce e strumento, con
Jannuska che replica ed alimenta ogni scat della Ducros.
Le sculture ritmiche e melodiche del trio sono completate dal gioco interpretativo della cantante anche quando gigioneggia, come nell'esecuzione di Chanson qui nous resemble.
The Island, suggestivo brano di Ivan Lins, chiude il concerto tra le ovazioni del numeroso pubblico intervenuto ad ascoltare l'interprete d'oltralpe, purtroppo non sufficientemente consacrata in Italia, ancora chiusa da stereotipi statunitensi oltremodo sopravvalutati.