La fusione ispanico-partenopea dei geni di Loredana Lubrano esplode in questo suo ultimo lavoro. Smile è un'amalgama di accenti, di sentimenti e di tradizioni. I colori del Mediterraneo si fondono con alcuni classici ben selezionati che rendono ancor più gradevole l'opera dell'affascinante artista napoletana.
Due composizioni vedono l'intervento di Dario Deidda: il brano di apertura Viento e poi Juorno. Le liriche napoletane sono della Lubrano che lascia risuonare nella pronuncia anche i suoi idiomi iberici.
Viento è melliflua, soffusa ed il lirismo della Lubrano bacia con dolcezza le note stratificate di Deidda.
Juorno è recitata, cantata la voce si alza e si distende sulle note del piano di Silvestro che si produce in un solo vorticoso e ben costruito.
La dolcissima Smile di Chaplin è eseguita con rispettoso calore anche quando la voce sembra affievolirsi oltremodo.
L'omaggio ad Astor Piazzolla con Vuelvo al Sur è molto personale con Max Ionata che conferma la sua calda voce tenorile che ben s'incardina nel cambio timbrico della Lubrano.
La leader è dotata di una voce camaleontica: Round Midnight evoca le grandi vocalist del passato pur mantenendo la capacità teatrale d'interpretare che ben poche hanno. Di gran pregio il solo di piano di Valerio Silvestro che rende ancor più preziosa l'elaborazione del classico di Monk, così come l'intervento di Furio Di Castri che, dopo aver sorretto lo schema architettonico con grande maestria, libera la sua fantasia creativa intrecciandosi con Stefano Bagnoli.
Il legame con il Mediterraneo si consolida proprio con l'arrangiamento del brano di Pino Daniele: Sulo pé parlà.
Sono gli arrangiamenti ben costruiti, armonici e mai scontati a dare maggiore carisma all'intero lavoro, così come accade in I'll be seeing you lì dove s'incastonano le note di Every breath you take di Sting.
Un lavoro dai diversi aromi, dai diversi profumi grazie anche al solido quartetto che accompagna la vocalist e che s'incrocia con il vellutato tocco del chitarrista della Virginia Garrison Fewell.
Non solo standard, non solo stereotipi. Un progetto ben costruito e ponderato che esalta ogni singola voce ed ogni singolo strumento.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia