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Soul Note - 2002 - 121401-2

Gaetano Partipilo
Urban Society

1. Airwaves
2. Synchronism
3. I don't know 
4. Letters from Italy
5. Newtxs
6. Waiting
7. The shepp's spaceship (take #1)
8. Jenia
9. Space club 
10. The shepp's spaceship (take #2)
11. Like the sun

Gaetano Partipilo -
alto sax, flute on 9
Mirko Signorile -
piano, fender rhodes
Pasquale Bardaro -
vibes
Sabrina Consoli -
flute
on 4
Mauro Gargano -
Bass on 4, 7, 10, 11
Fabio Accardi -
drums on 4, 7, 10, 11

Guests
Az'shi Osada -
bass
Nasheet Waits -
drums
 


IREC S.r.l.
Via G. Rossini 2, 20067 Tribiano (MILANO) ITALY
Tel. ++39 02 90 63 3285 Fax ++ 39 02 90 63 5098
e-mail: soulnote@blacksaint.com

"Gaetano è uno dei migliori giovani sassofonisti che abbia ascoltato negli anni con un avanzata concezione della musica e un bellissimo suono. Ha assimilato le idee della composizione contemporanea, specialmente dal punto di vista ritmico ma sempre con un bel suono e un tecnica molto appropriata. Questa registrazione effettuata da giovani musicisti italiani è quanto di pià moderno si possa trovare ai giorni nostri. Altamente consigliato." - David Liebman

Urban Society, l'esordio da leader del sassofonista pugliese Gaetano Partipilo. Il suo gruppo si è arricchito della partecipazione in studio di Azashi Osada, contrabbassista giapponese che ha lavorato, fra i tanti, anche con Antonio Ciacca, e Nasheet Waits, batterista che ha suonato, tra gli altri, con Andrew Hill, Ralph Alessi, Hamiet Bluiett.

Durante il suo soggiorno a New York Partipilo ha collaborato con Greg Osby e Jason Moran, elaborando ulteriormente le sue idee ritmico-melodiche per le quali l'incontro con Nasheet Waits è risultato poi decisivo. La musica di Urban Society ricorda fin dal brano d'apertura, "
Airwaves", la musica del Miles Davis degli anni appena precendenti all'incisione di Bitches Brew. Gli assoli di Mirko Signorile al Fender Rhodes sono carichi di energia ed estraggono tutto il possibile da questo strumento, così come nei gruppi di Davis aveva fatto Chick Corea. Seguendo l'esempio dell'illustre collega si dedica anche ai suoni acustici come ad esempio in "Jenia", un'intensa ballad eseguita in duo con Partipilo. Quello che era stato accennato nella breve stagione che aveva dato vita a capolavori come Filles de Kilimajaro, insieme ad altre incisioni dello stesso periodo - la metà degli anni sessanta - su Blue Note e Impulse, viene preso e sviluppato da Partipilo e dai suoi collaboratori.

Una musica, quella dei musicisti baresi, piena di ritmi inusuali, in cui il dialogo si sviluppa molto serrato, quasi telepatico, grazie alla lunga frequentazione reciproca. Le idee modali espresse dai pionieri di quegli anni sono state comprese nella loro profondità e il risultato è un suono contemporaneo, "urbano" senza accenti di nostalgia per un'epoca ormai passata. E' inutile dire che
Urban Society si candica come disco d'esordio dell'anno. Al di là comunque delle classifiche e dei gusti dei critici - più o meno passeggeri - quest'album ha qualcosa da dire che di certo resterà un punto di riferimento nel panorama del jazz italiano di questi anni.

Jazz modale made in Italy e fantasia illimitata nella sua messa in opera.
Vittorio Lo Conte - All About Jazz Italy
Valutazione: * * * * 1/2

In un "test alla cieca", l'ascolto di questo CD porterebbe all'errore più di un ascoltatore, visto che "Urban Society" sembra fuoriuscire da una costola dell'M-Base Collective. Invece si tratta dell'opera prima del più che promettente compositore/altosassofonista/flautista italiano Gaetano Partipilo, che nonostante abbia appena ventotto anni mostra di possedere già un fitto background di esperienze, a cominciare da quelle con Greg Osby, Dave Liebman, Gianluigi Trovesi, Jason Moran, Bruno Tommaso, Paolo Fresu.
Fin dalla traccia d'apertura, "Airwaves", Partipilo rivela una lucidità atipica per la sua giovane età, ché alla nobile arte della scrittura – dove eccelle – unisce una padronanza strumentale, soprattutto all'alto, che gli permette di esprimersi con estrema autorevolezza anche nei contesti strutturali più inediti. Ad un fraseggio sghembo e pieno di asincronie (qui emergono le parentele con la scuola M-Base) il Nostro abbina partiture mai prevedibili, sostenute da un impulso ritmico evoluto e dai tratti quasi sempre irregolari.

In sette degli undici brani, Gaetano Partipilo è affiancato dal batterista Nasheet Waits e dal contrabbassista Az’shi Osada, sostituiti nelle rimanenti quattro traccie da Fabio Accardi e Mauro Gargano.

Le atmosfere di "Urban Society" oscillano tra l'urbanità newyorkese e il puro swing, tra un lucido cool jazz quasi cameristico e l'informalità free, in cui si ritaglia un ruolo di rilievo il vibrafono di Pasquale Bardaro, costantemente "appeso", che aggiunge una metallica imponderabilità tonale. Il piano è maneggiato con autorevolezza da Mirko Signorile, mentre la flautista Sabrina Consoli è ospite in "
Letters from Italy".
Settanta minuti di musica costantemente "alta".

Qualità artistica 9
Qualità sonora 9
Enzo Pavoni Audioreview 12/2002


Il ventottenne Partipilo ha lavorato a questo disco d'esordio con un approccio concettuale di profonda intensità, senza rinunciare alle doti peculiari del jazz contemporaneo e della musica afro-americana. S'è accollato la responsabilità di comporre, arrangiare e soprattutto dirigere due quintetti, in cui cambia solo la sezione ritmica (di particolare rilevanza sono Waits ed Osada, collaboratori di Osby, Moran…)

Dunque la maturità e la riuscita di questo progetto – il gruppo ha lo stesso nome dell'album – consistono in un opera di ricerca che finalmente non si crogiola di nostalgie obsolete, come purtroppo accade a tanti pur eccellenti solisti del nuovo jazz italiano, ma guarda avanti; cerca insomma di trarre profitto, in senso estetico, dall'ascolto ragionato sia delle attuali esperienze post-avanguardiste (da Steve Coleman a Dave Douglas) sia di quei musicisti come George Russell che hanno fatto scuola a sé e che sono stati di rado ripresi dai nuovi musicisti.

Grazie anche alle puntuali note di copertina (quasi analisi strutturali) di Warren Blumberg e di Partipilo, nell'album si avvertono chiaramente segni coraggiosi: il procedimento su tempi insoliti, le tensioni fra scrittura ed improvvisazione, la caratura degli interventi solistici e la rilevanza degli accostamenti timbrici tra due o più strumenti (ottimi sono per esempio l'uso del piano elettrico e gli impasti con il vibrafono). Partipilo, infine, è ebbastanza personale da non reclamare particolari influenze, anche se in alcuni passaggi l'amore per Coltrane o per il miglior Shepp (evocato direttamente in un brano) è evidentissimo.
Guido Michelone - Musica Jazz - Aprile 2003

Recensione su All About Jazz Italy (valutazione **** 1/2)

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Data pubblicazione: 08/01/2003





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