VELA AL VENTO 2006
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Fabrizio Alessandrini - Andrea Gargiulo
Tutti i bambini del mondo
1. Strade
2. Intorno a me
3. Contrasti
4. Tutti i bambini del mondo
5. Stand up
6. Dentro la scatola
7. Su dormi Alessandra
8. Tempi facili
9. Vento del Sud
10. Song for Speedy
Fabrizio Alessandrini - Chitarra Andrea Gargiulo - Piano
e Tastiere Francesco Schupffer - Piano
e Tastiere Mario Mazzaro - Basso Salvatore Ponte - Basso Claudio Romano - Batteria Enrico Del Gaudio - Batteria
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Felicemente riuniti intorno a
Fabrizio Alessandrini e Andrea
Gargiulo, i musicisti che hanno collaborato alla realizzazione del disco non
si può certamente dire che non abbiano avuto modo di porsi in luce nell'accompagnare
il pianista ed il chitarrista durante i loro innovativi ed espressivi viaggi sonori
in angoli caldi, mediterranei, luminosi, d'immediata piacevolezza.
Tal è ciò che perviene fin dal primo ascolto di "Tutti
i bambini del mondo", 11 brani densi di espressività e passione, di buon
gusto sia nella costruzione delle melodie che nella scelta di registri tonali in
gran parte decisi se non vigorosi, comunque sempre improntati al voler stabilire
con chi ascolta un'empatia intensa, priva di fratture. Si potrà pensare ad un album
forse "easy", forse troppo "smooth": niente affatto,
Alessandrini è chitarrista
abile e preparato, in grado di marcare di forte espressività ogni fraseggio, ogni
improvvisazione – anche se lui è convinto (ahinoi) di farne poca d'improvvisazione.
Allo stesso modo Andrea Gargiulo, abile e puntuale nel supportare il suo
solista con intelligenza e tinteggiature armonicamente coerenti, personale e coinvolgente
quando è lui a tessere le trame del discorso, come quando in "Stand
up" s'incontrano i cromatismi dei due, per poi separarsi e ricongiungersi
a fine brano.
Briosi questi musicisti, divertenti perfino nell'argomentare questa sintassi
jazzistica con eleganza, nitore formale, quasi con nonchalanche, pronti al
disegno di atmosfere d'ampio respiro: voci strumentali dalle sonorità aperte, rotonde,
solari e raffinate come detto, ma mai in pericolo di caduta in fusion banale
o, peggio ancora, pop.
Il jazz, nei Nostri, ha lasciato marca indelebile, e non si può non riconoscerlo
nel virtuosismo di Fabrizio e Andrea; virtuosismo, sia chiaro, mai
fine a se stesso. Performances ad effetto, qualcuno intenderà? Potrebbe essere…ma
non c'è provincialismo culturale nel lirismo di "Dentro la scatola", quando all'equilibrio
sonoro si unisce la discorsività più intima, più meditante; "Su
dormi Alessandra", ce ne fosse la necessità, dimostrerebbe, poi, l'abilità
dei due ideatori del progetto sia sul piano tecnico che nell'organizzazione degli
insiemi strumentali, ugualmente per "Vento del Sud",
ballad ricca di fascino e di spunti d'ispirazione.
L'happy jazz, quello di spessore e di lucida espressività, può
allora felicemente incontrare in "Tutti i bambini del mondo" un tessuto
new age da cui non possono più ragionevolmente prescindere lo strumentista
ed il compositore: un variegato e brillante tappeto su cui dar voce alle proprie
intuizioni melodiche ed al proprio talento.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/12/2006
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