Marco Tindiglia è uno di quei
talenti musicali nascosti che spesso si scovano nella nostra penisola. Cresciuto
con una solida formazione jazz, è il classico musicista che rispecchia la sua
personalità nel modo di suonare la chitarra: discreto, leggermente ironico, in
ricerca intima e contemporaneamente rispettosa del lavoro degli altri; talmente
lontano da tentazioni di protagonismo che non riesce difficile capire perché il
suo talento non sia ancora giunto alla ribalta. Eppure il suo curriculum è da
brividi, e comprende tutte le tappe necessarie a formare un corretto sapere
musicale, dal diploma al Cpm di Milano, al Dams dell'Università di Bologna, alle
lezioni con Jerry Bergonzi e Karl Berger e la successiva laurea "cum
laude" alla Berklee di Boston.
Tindi, accompagnato dal sax di Stefano Guazzo e dalla sezione
ritmica di Enrico Pieranunzi, con Piero Leveratto al contrabbasso
e Alfred Kramer alla batteria, esplora sonorità alla Jim Hall, eleganti e
discrete, che rivelano una straordinaria padronanza dello strumento e delle
tecnologie elettroniche ad esso legate.
L'album del Green Quartet si sviluppa in nove brani che mettono in luce
un sofisticato interplay fra i membri della band, basato sul solido intreccio di
suoni della sezione ritmica e sulle linee melodiche del sax di Stefano Guazzo,
a cui viene lasciata la direzione melodica preminente. Il leader si pone spesso
in posizione di ascolto, creando perfetti inserimenti di chitarra, che trovano
spesso soluzione in un guizzo improvvisato e naturale.
Mario Riggio - Chitarre - febbraio 1998
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Data pubblicazione: 15/04/2003
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