Pampa Pavesi
Suoni Visivi
(libro + CD)
Un percorso interattivo fra improvvisazione jazz e arti visive.
Prefazione e appendice di Silvio Franzini
Pianista, insegnante, musicoterapeuta, studi prestigiosi alle spalle (Franco
D'Andrea,
Herbie
Hancock, laurea al conservatorio di Parma con Roberto Bonati). Giampaolo
"Pampa" Pavesi, ha questo ricco curriculum da esibire, oltre a collaborazioni
di rilievo (Massimo
Manzi, Rudy Migliardi, Gorge Ahedo, Achille Succi etc). Perché non abbia
maggiore notorietà nel jazz italiano è un dato abbastanza inspiegabile; è sempre
un argomento spinoso quello della fama e dei meriti che portano a raggiungerla.
Pavesi è comunque anche studioso attento della
scena artistica contemporanea e, pur essendo un jazzman militante, è fortemente
interessato anche alle vicende delle avanguardie musicali e non del secolo scorso.
Frutto di questo interesse è questo libro rapido ed agile, uno sguardo di insieme,
veloce ma non sommario, sul concetto di improvvisazione musicale e sui rapporti
fra le arti. Un libro sanamente e totalmente divulgativo, che fa il punto su un
bel po' di problemi, primo fra tutti l'improvvisazione jazzistica, la sua natura,
la storia e la sua etica, cui vengono dedicati alcuni capitoli iniziali del libro.
Tracce che poco dicono di nuovo (forse) a chi il jazz lo pratica o lo ascolta con
attenzione critica, ma in ogni caso molto utili a fare il punto della situazione
ed a riportare alla mente concetti fondamentali mai troppo ripetuti.
La parte più affascinante del libro è invece quella che i ripercorre i
rapporti che intercorsero, a vari livelli, fra pittura e musica nei primi del XX
secolo. Epoca in cui artisti come Kandinsky o Klee (che fu anche ottimo musicista
classico) elaborarono suggestive ipotesi sul colore dei suoni, sulle loro risonanze
interiori e su quelle dei colori, la possibilità di traduzione reciproca fra i due
linguaggi. Del massimo interesse anche i capitoli finali dove si parla dell'improvvisazione
pittorica totale di Jackson Pollock e dove si racconta della straordinaria avventura
intellettuale di un personaggio come John Cage, teorico di un improvvisazione totale
affidata anche ad elementi casuali (I difetti e le rugosità del foglio da musica
ad esempio). Una percorso teorico alla fine del quale i suoni non saranno più "proprietà
" del compositore; al massimo verranno da lui evocati attraverso la collaborazione
degli interpreti.Ovvero, la composizione come processo istantaneo ed aleatorio.
Pavesi racconta molto bene queste febbrili vicende artistiche così come
la storia di "Fluxus", il più radicale di questi gruppi di sperimentatori. Certo,
questi movimenti rimasero forse confinati, quasi in disparte. In altre parole, non
diventarono mai, a differenza del jazz, realmente "popolari" e non influenzarono
più di tanto storia e costume dei loro tempi. E' un problema storico importante,
su cui è ritornato recentemente.Alessandro Baricco "Quel che non successe
fu che la gente- sì la gente – adottasse quelle voci come la propria voce. Le avanguardie
pronunciarono frasi di cui tutti avrebbero avuto bisogno, ma lo facevano in una
lingua che non diventò la lingua del mondo. Messaggi in bottiglia erano, e tali
rimasero" ("I barbari" saggio sulla mutazione, pgg.128-129)). Pavesi
non affronta questo problema, ma il libro- anche nella sua prospettiva distaccata
e divulgativa - aiuta a capire bene quel brulicare di nuove idee e nuove prospettive,
stimolando il lettore all'approfondimento.
Bello il disco omonimo, uscito insieme anche se non allegato al libro
e ad esso strettamente collegato. E' la registrazione di una serata al Conservatorio
di Parma. Il Pavesi pianista improvvisa su immagini multimediali elaborate dal pittore
Silvio Franzini su lavori di Klee, Matisse, Pollock e di Franzini stesso.
Atmosfere Jarrettiane, echi di Beirach, lampi free, limpidezza sonora ed emotiva.
Clima sognante ma mai snervato; voglia autentica di comunicare cose nuove. Peccato
non sia potuto venire fuori un DVD da un esperienza simile.
Libro e disco sono Editi da Display Edizioni Musicali –Via Merli 7 (Cornedo
Vicentino)
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/03/2009
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