Immergendomi nell'ascolto di questo lavoro e, da subito incuriosito per la sua particolare ed originale connotazione, ho riportato alla mente ciò che il genio Duke Ellington soleva rispondere a chi volesse conoscere il suo pensiero su generi o nuove tendenze: "La musica si divide in buona o cattiva!" Con tale discriminazione, il pianista direttore della più famosa orchestra jazz del '900 escludeva l'astratta classificazione degli stili o altre inutili distinzioni per uniformare l'arte delle sette note in una universale dimensione, senza ricorrere a ghettizzanti etichettature. Questa personale riflessione o pura divagazione è indotta dal gradito impatto con un lavoro così variegato nei suoi canoni espressivi, che pur mantenendo in ogni sua sfaccettatura una propria coerenza, presenta una suadente forza capace di trasportare verso orizzonti lontani. Le linee armoniche si rincorrono in una sequenza di strutture ariose ed eleganti che, nonostante una sfumata prevedibilità, possiedono alcune peculiarità estetiche estremamente intriganti. Una tale fucina di coloriture piace ed attrae: sonorità abbaglianti come riverberi lunari o soffuse atmosfere di flebili fiammelle in un cielo buio sono, fra altre, sensazioni provocate dalle fascinose performance strumentali in questa raccolta di composizioni commissionate per la nota produzione televisiva tedesca Space Night.

Il progetto ruota intorno al leader Nils Wüker: le voci strumentali della tromba e del flicorno, intense, corpose e quasi sempre scevre da vibrato, gli consentono di padroneggiare la scena e, allo stesso tempo, di dettare i misurati equilibri per i fuochi d'artificio o le ombreggiature chiaroscurali in un serrato dialogo solistico e d'assieme con i partner. Al cast di notevoli musicisti perfettamente integrati al fianco del leader, si aggiungono quattro specialissimi ospiti, fra i quali, appaiono particolarmente ispirati Giacomo Aula e Wolfgang Muthspiel. Se il pianismo del primo facilita una sintesi armonica aggregante, la luminescenza della chitarra del secondo incanta con la sua naturale plasticità. Le dodici composizioni, frutto di un simpatico comune denominatore, risultano nella loro globalità espressione di una musica senza confini o schemi precostituiti: l'alternanza di ambientazioni in cui prevale il virtuosismo individuale attraverso una coinvolgente dinamica strumentale o la poetica interpretazione collettiva nelle numerose delicate ballad rappresentano l'aspetto più gradevole in un calderone di idee sognanti in cui immagini suoni e emozioni trovano un'astratta raffigurazione da scoprire con un'adeguata sensibilità.
Francesco Peluso per MMS
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Questa pagina è stata visitata 4.587 volte Data pubblicazione: 26/02/2006 Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti