|
Mimmo
Cafiero Open Jazz Orchestra
Plays Sicilian Songs
Direttore: Mimmo Cafiero
Voce Florinda Piticchio
Tromba Giampaolo Casati
Sax Soprano Stefano D'Anna
Sax Alto Ciccio Marchese - Rita Collura
Sax Tenore Fabrizio Scaturro
Sax Baritono Mauro Bordignon
Trombone Salvatore Pizzurro
Chitarra Riccardo Bertolino
Piano
Salvatore Bonafede
Tastiere Marcello Bruno
Basso Elettrico Giuseppe Costa
Batteria Paolo Mignosi - Carlo Gangitano -
Mimmo Cafiero
Percussioni Giuseppe Graziano - Salvo Compagno
|
La Open
Jazz Orchestra, nata nel 1992, è stata costruita per tentativi, gli stessi
tentativi che mi hanno sempre accompagnato nelle scelte occasionali che ho
dovuto affrontare coabitando, ed inevitabilmente condividendo, una realtà
musicale a volte immersa in un mondo artistico solitario ed illusorio governato
dai Siciliani, un popolo di incredibili sostenitori del "non c'è niente, non è successo niente, va bene così".
La
Scuola Musica Insieme è un centro studi che, da dieci anni, il sottoscritto e
Loredana Spata portano avanti a Palermo con sacrificio e con amore, che in
Sicilia sono l'unica moneta con la quale si possono acquistare certi risultati
o perlomeno, secondo me, amore e sacrificio sono rispettivamente un diritto e
un dovere che, esercitati insieme, ci possono elevare ad una dimensione globale
di comunicazione che purtroppo stenta ad espandersi in quanto condannata e
governata dal "non c'è niente, non è
successo niente, va bene così".
S'Avissi Statu Riccu è il
titolo di una composizione inclusa nel CD, che non vuol dire comunque nulla. Se
la ricchezza in euro dovesse trasformare l'amore e il sacrificio in valute
fuori corso, preferirei restare un siciliano e ripetere a voce alta " non c'è niente, non è successo niente, va
bene così".
Salvatore Bonafede e Stefano D'Anna sono due miei coetanei
con i quali condivido esperienze musicali irrazionali da 25 anni. Non riesco a
spiegarmi e forse, è meglio così, la gioia che traspira dai miei suoni
incrociati con quelli di Salvatore
che, qualunque sia la resa esterna, mi trascina in tutti i casi all'interno di
un sito nel quale non è neanche necessario respirare.
Con Stefano a volte ci imbarchiamo in
razionalizzazioni intrigate e ci ostiniamo a ricercare strategie e soluzioni,
ma le mie esperienze più entusiasmanti con lui sono state sempre comunque
frutto di casualità, la stessa casualità che la sera del 29 settembre 2000, nel
concerto pubblicato in questo CD, ha sancito la presenza di Salvatore e Stefano.
Vorrei
ringraziare tutti i musicisti che hanno partecipato al concerto ed alla
realizzazione di questo CD, in particolare Massimo Laguardia, Antonello
Ceraolo, Francesco Marchese, Giuseppe Costa, Daniele Calì e Tommaso Santangelo.
Ringrazio Stefano D'Anna che, con le
sue composizioni e il suo sax soprano, ha apportato sound alla band, e ringrazio Salvatore
Bonafede,che ha espresso tutto il suo cuore di musicista.
Un
doppio grazie ad Aldo Oliveri che collabora tra l'altro attivamente con la
Scuola Musica Insieme.
Un
triplo grazie a Rita Collura, Leandro Lo Bianco, Fulvio
Buccafusco, Luca Bruno
e Lino Costa che, dopo esserne stati tra i migliori allievi, oggi insegnano
presso la Scuola Musica Insieme continuando ad avere la bontà di partecipare
alle mie lezioni di musica d'insieme.
Complimenti
a Massimo D'Aleo, Iano Anzelmo, Marcello Bruno, Valerio
Buscetta, Riccardo
Bertolino e Giuseppe Graziano, tutti allievi ancora iscritti ai corsi che,
naturalmente, durante il concerto hanno dimenticato di esserlo.
Un
doveroso ringraziamento a parte per Mauro Bordignon, allievo di Maurizio
Caldura che, dopo essere nato e cresciuto a Treviso, ha da pochi mesi
confessato di voler vivere in Sicilia.
Infine
mi complimento con Giorgia Meli, allieva di Loredana Spata e Claudio
Terzo, il
più giovane musicista dell'orchestra che ha ricevuto da me il difficile
incarico di salire sul palco da solo per introdurre il brano Gomma Napoletana
dando il via al
concerto mentre la band, quasi in sordina, iniziava la propria performance
dalla platea.
Naturalmente
anche Giorgia e Claudio quella sera avevano fortunatamente dimenticato di
essere degli allievi.
Credo di
avere ringraziato tutti, ma non voglio a questi punto tralasciare altri
musicisti allievi ed ex allievi che, pur non essendo presenti in questo CD,
hanno partecipato in questi anni a diversi concerti della Open Jazz Orchestra
e
che rappresentano, in questo momento, le migliori espressioni artistiche che la
Scuola Musica Insieme abbia prodotto: Florinda Piticchio, Olivia
Sellerio, Ivan
Segreto e Francesco Guaiana.
Ringrazio
la Scuola Musica Insieme perchè tutti questi studenti sono forse stati i miei
veri insegnanti e Loredana Spata che è stata la compagna che mi ha permesso
tutto ciò dandomi sempre la possibilità di sperimentare e tentare insieme nuove
strategie.
Qualcuno
disse che la Sicilia si può amare, ma se vuoi amarla veramente devi viverla
lontana da essa. Vivendo lontano si possono apprezzare tutte le contraddizioni
e tutti i sapori e gli odori e i colori della Sicilia. Vivendo lontano si può
prendere coscienza della potenzialità di un popolo e della ragione della gente.
Io ci
credo, come credo anche a colui che ha detto che la Sicilia comunque, alla fine
ti cattura, ti prende e ti intrappola nella sua rete. Ricordo
infatti che il mio sogno era quello di fare il musicista vivendo in Sicilia.
Evidentemente
qualcuno mi aveva già preso, la Sicilia, con amore mi aveva intrappolato nella
sua rete. Sicilian
Songs forse vuole raccontare questo mio sogno, o forse, vuole soltanto darmi la
possibilità di ringraziare qualcuno; infatti sto ringraziando tanti musicisti,
e dato che ci sono ringrazio anche il pubblico che era presente quella sera.
Il
pubblico chiude e completa il cerchio che si instaura con i musicisti che stanno
sul palco.
Avrei
voluto con me quella sera due persone dentro questo cerchio e forse, sempre
forse, perchè è tutto forse, a queste due persone dedico questo CD che credo
rappresenti la sintesi di tutte le emozioni fortunate che ho vissuto sino a
questo momento. Una l'avrei voluta tra il pubblico, e l'altra sul palco.
Mimmo
Cafiero
Le note di copertina del disco
Sicilian Songs
La Open
Jazz Orchestra ha compiuto otto anni. Nel jazz sono tanti, a maggior ragione
per una compagine di allievi che ha come obiettivo quello di studiare suonando
e di migliorare strada facendo. I vantaggi di un tale gruppo sono numerosi:
l'entusiasmo è alle stelle (perché si pensa alla musica ancora come ad una
meraviglia incontaminata) e si cresce insieme. E' importante farlo quando tutti
condividono lo stesso miraggio.
Il
leader Cafiero (didatta alla scuola Musica Insieme) arrangia i brani, dedica il
progetto alla sua Sicilia e parla di amore e sacrificio tra il tenero e
l'amaro. La musica contenuta in "Plays Sicilian
Songs" è così: c'è la passione
- inesauribile, vertiginosa, pregnante - per la vita e la musica e c'è lo
sforzo di cambiare le cose, magari solo grazie ad una canzone. Perché di questo
si tratta: di componimenti che, brevi o meno, risaltano tutte le qualità
dell'estro non solo siciliano. Citiamo un solo frammento: la meravigliosa "U
Piscispada" che con
"Lu Minaturi" (peccato non ci sia in questa collana) è
forse una fra le prove migliori di un Domenico Modugno dialettale. Inutile spingere
l'immaginazione al Festival di Sanremo perché le canzoni offerte da Cafiero
arrivano da lontano (anche se composte magari pochissimo tempo fa) e
rappresentano al meglio un intero popolo con il vivace piglio del folclore
regionale e la fantasia tutta "sole e mare" che nulla ha da invidiare alla
fattura altamente organizzata dei suoni statunitensi. Allora il materiale di
Cafiero è un po' come il background folclorico per Chopin: non una semplice
riproposizione ma un'evoluzione che porta all'osservazione del passato da
differenti angolazioni. Che, tutto sommato, sembrano corrette e particolarmente
funzionali. Certo, non si parla di destrutturazione ma capita spesso che i
track in questione (alcuni originali, altri scritti seguendo il tracciato dei
padri) siano frantumati come i cocci di un bicchiere incollati, scollati e
riposizionati. La tradizione viene acquisita nuovamente, rivoltata come un
guanto e ricucita sul manichino del nuovo secolo che, per volere della sorte,
guarda al futuro con un pizzico di malinconia. Non parliamo di cifrati
musicali: a vincere, qui, sono le tonalità in maggiore, i tutti poderosi, gli
assoli amabili, gli intrecci del canto. I riff ostinati che, è vero, fanno
sempre un certo effetto. Cafiero, d'altronde, non è un musicista d'avanguardia
e preferisce, se mai fosse possibile nel jazz, uno Sturm und Drang d'effetto alla non leggibilità delle emozioni
sonore. A venire esaltata, in questo dolce viaggio, è la musica con il suo
respiro, i suoi palpiti, la sua serenità. Di conseguenza ne esce il ritratto
dell'uomo con le pause, le riflessioni, i risvegli e i sogni. E' musica fatta
da giovani che hanno deciso di riporre tutta la loro fiducia nel mistero delle
note: e questo impeto (al quale si aggiunge l'acceso cosmopolitismo di Stefano D'Anna
e l'eleganza melodica di Salvatore Bonafede) ci regala un disco che, è
naturale, invita a cantare.
D'altronde
Cafiero si è misurato con un repertorio che appartiene al suo DNA ed è per
questo, forse con un pizzico di timore, che la danza (trasformata in swing) e
la melodia hanno mantenuto intatta la loro eredità genetica. Eredità che è
fatta esclusivamente di spontaneità e bellezza. Eredità che in questo caso non
è fardello ma fonte di continua e felice ispirazione.
Davide Ielmini,
dicembre 2000
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 9.609 volte
Data pubblicazione: 29/10/2001
|
|