Gunther Schuller
Il Jazz – l'era Dello Swing
I grandi Solisti
Edt, 2009, Pag. 274, € 18, 00
http://www.edt.it
Storico del jazz tra i più autorevoli, figura centrale di quella Third
Stream che egli stesso coniò come alternativa di un nuovo linguaggio jazz tendenzialmente
eurocentrico, Gunther Schuller (classe 1925), prosegue con questo
bel libro la fondamentale quadrilogia critica dedicata alla gloriosa era dello swing
(si attende infatti l'ultimo capitolo della saga per completare i libri tratti dall'originale
"The Swing Era"). Il volume, dato alle stampe negli Stati Uniti nel 1989,
vede ora la luce in Italia nella bella edizione della EDT già detentrice delle quattro
precedenti pubblicazioni (comprese le prime due estrapolate invece da "The Early
Jazz").
In tredici esaustivi capitoli, Schuller
dispiega un ampio baule di documentazioni storico-biografiche, di riferimenti tecnici,
di finissimi "distinguo" che si alternano all'interno delle vicende umane, professionali
e musicali di altrettanti protagonisti della scena swing attiva tra il
1930 ed il 1945.
Ovviamente il metodo e la disamina applicata dal celebre storico statunitense
nella cronologia degli eventi comprende un ventaglio più che ragguardevole nel dedicare
ad ogni autore uno spazio che ne delimiti la consistenza e la sua importanza per
l'economia complessiva della pubblicazione.
Impossibile sarebbe invece occuparsi dei cosiddetti "minori", o comunque
di quei musicisti che diversamente hanno fornito un contributo tecnico o compositivo,
non di certo epocale ma che abbiano ugualmente lasciato tracce di se nel corso del
tempo.
A tal proposito giusto è sottolineare quanto nell'analisi manchi l'assenza
di altrettante figure fondamentali della swing era. Musicisti come Fats Waller,
Mary Lou Wiliams, Ella Fitzgerald e Hot Lips Page avrebbero
infatti meritato una più ampia considerazione analitica, malgrado l'ipostazione
dell'intero volume sia sostanzialmente a scomparti singoli, svincolando così l'autore
da un carattere meramente dizionaristico del testo in questione.
Il sommario dei protagonisti del libro, trattandosi de "I Grandi Solisti"
comprende: Coleman Hawkins, Roy Eldridge, Bunny Berigan,
Art Tatum, Teddy Wilson, Red Norvo, Billie
Holiday, Lester Young,
Charlie Christian,
Ben Webster, Jack Teagarden, Pee Wee Rusell per
concludere con Henry "Red" Allen.
Bello, quasi commovente, il ritratto che Schuller dedica a
Billie Holiday. La vocalist ne esce - soprattutto nel periodo iniziale
della carriera - una donna meno schiva e decisamente più umile e dolce dell'immagine
maledetta che si è sempre scritta su di lei. Interessante anche l'affondo su
Teddy Wilson, pianista fuoriclasse decisamente distante dalle strutture
articolate, quasi impossibili del gigante Art Tatum. Numerose, particolareggiate
e accurate le disquisizioni stilistiche su Coleman Hawkins,
Ben Webster e Lester Young (una triade indissociabile per
differenza, cultura ed esposizione semantica), ed infine l'affresco quasi eroico
su Henry "Red" Allen e soprattutto su
Charlie Christian,
pioniere "cult" della chitarra elettrica di quei tempi.
A cura di Marcello Piras, musicologo, critico e profondo
conoscitore della materia jazzistica, il libro – indispensabile quanto i precedenti
volumi - si completa inoltre di importantissimi frammenti di spartiti, di assolo
o di esempi musicali delle composizioni affrontate, di un glossario nonchè di una
discografia sintetizzata dalle incisioni fondamentali, alcune delle quali oramai
irrimediabilmente fuori catalogo quindi da aggiornare con pubblicazioni più recenti.
Gianmichele Taormina per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 25/05/2009
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