Opera prima per Marco Gallesi, bassista torinese già membro del gruppo Arti & Mestieri che, in parte, lo accompagna in questo lavoro con il drumming di Furio Chirico ed il solido pianismo di
Paolo Ricca (che è anche co-compositore di alcuni brani).
Gallesi segue uno schema piuttosto anomalo rispetto agli stereotipi a cui siamo abituati; infatti il suo lavoro si avvale della collaborazione di un entourage decisamente più vasto: al piano si alternano anche
Nelson Patricio Diaz e Beppe Crovella (che suona anche l'organo
hammond), mentre alla batteria si avvicendano Furio Chirico e Carmelo Contino. Completano, per così dire,
Diego Mascherpa al sax soprano, Cantaro Acosta al violino, Carlo Imparato
alle percussioni.
Tale complessa soluzione è lo specchio di "
Riff",
un alternarsi di suoni, di ritmi, di aromi musicali.
Naibi
apre e chiude, quasi ossessivamente, il work di Gallesi; brano semplice, lucido con un refrain cantabile.
Il corpo dell'opera, però, è sicuramente d'ascolto più impegnativo. Gallesi tocca il basso elettrico modulandolo alla stregua di una chitarra e lasciandosi andare, fin troppo, in performance molto simili a Metheny, anche dal punto di vista compositivo.
Sandstorm, composta dal duo Gallesi-Ricca, è macchiata di colori arabi, innovativa e gradevole. La coltreniana
Giant Step
è suonata solo ritmicamente e scandita dai "riff" di Gallesi che la rendono più riconoscibile. Sembra ancora mutuata da Metheny la song
Ali, composta da
Gallesi, dove socchiudendo gli occhi si può ascoltare il ritmo lontano e fuggente di uno sferragliante treno (Last train home?).
Mosito
ha il sapore melenso del sound latino. Come evidenziano le note inserite nel booklet, "Mosito" è il soprannome cubano attribuito a
Nelson Diaz, che esegue magistralmente al piano il brano di Lauzurica.
Marilyn, composta da
Beppe Crovella, è gradevole, interessante nella ritmica segnata da un drumming finemente ai confini con il nu-jazz.
Quarto di luna, già pubblicata su "Murales" degli Arti & Mestieri, è ben arrangiata per trio. Particolare l'atmosfera di
Batik, opera di Ricca, dove emerge l'ottimo drumming di Furio Chirico e si pone in rilievo l'alternarsi di diverse modularità ben eseguite. Troppo "slow" ed elaborate senza troppa convinzione, invece, la sempre splendida
Little Wing
di Hendrix ed il classico (troppo classico!) Besame Mucho.
E' un lavoro pieno di fusioni stilistiche, di ritmi e temi diversi. Forse fin troppo. Manca, ad avviso di chi scrive, una linea di ricerca, una marcata caratterizzazione musicale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia