Alberto Bazzurro
Parlami di musica
Conversazioni con 26 Protagonisti della
Scena Internazionale
Zona Editrice 2008
"Parlare di musica è come ballare di architettura",
così si esprimeva Frank Zappa negli anni settanta, stigmatizzando il comportamento
di certi critici che si permettevano di spiegare, interpretare la sua musica. Non
è, quindi, legittimo questo tipo di operazione? Fatte salve le riserve avanzate
dal grande compositore americano, a mio avviso, si può e si deve parlare di musica,
anche con chi si dedica a questa arte, i musicisti, intendo, soprattutto se chi
pone le domande è un giornalista attento e preparato come Alberto Bazzurro
e gli interlocutori sono grandi personaggi del panorama internazionale, in ambito
jazzistico e della canzone d'autore. Ci stiamo riferendo a un libro che raccoglie
26 interviste, realizzate in 25 anni di attività dal giornalista genovese e pubblicate
principalmente su "Musica jazz", ma pure su altri periodici di risonanza nazionale.
Ogni intervista è ambientata, contestualizzata. Si racconta, infatti, la circostanza
in cui è avvenuta e la si storicizza, fornendo informazioni sul periodo della vita
artistica del personaggio stimolato con le domande. Si vengono a scoprire, così,
aspetti inconsueti, particolari significativi dei vari protagonisti del testo, grazie
ad un approccio ai personaggi tanto metodico, quanto, a volte, non abituale. Non
si tratta, infatti, di una serie di biografie o di ritratti a tutto tondo. Qui si
parla di musica, come dice il titolo. L'oggetto dell'intervista è sempre la musica,
con l'espressione di pareri, valutazioni o ricordi, legati a determinati personaggi
o a significativi avvenimenti. Si raccontano e ci raccontano grandi nomi della canzone
d'autore come Paolo Conte, Ivano Fossati, Gino Paoli, jazzisti
quali Michel Portal, Maria Schneider, Roscoe Mitchell, tra
gli altri. Spesso gli uni parlano degli altri e ci sono artisti che ricorrono con
frequenza nelle interviste, ad esempio Luigi Tenco.
Il libro è diviso in capitoli, ognuno con un titolo diverso per richiamare
o suggerire una liaison fra i vari personaggi ed è costituito, sovente, dal verso
di una canzone (come "Umbre de muri, muri de mainè" da "Creuza de ma") o dalla parafrasi
del nome di un celebre disco (come "Skies of Europe" che "ricolloca" il famoso progetto
orchestrale di
Ornette
Coleman, "Skies of America"). Le interviste sono presenti nella loro
completezza, senza i tagli o le riduzioni che l'editing dei giornali specializzati
spesso impone. Fra le altre ho apprezzato, in particolare, quella a
Giorgio
Gaslini, registrata in treno, in cui il grande "inventore" della musica
totale esprime sue valutazioni su
Keith
Jarrett, sul suo modo di intendere la musica, la sua maniera di stare
in scena e spiega le ragioni del suo successo. Curioso è il dialogo con
Gianni Coscia,
il più collegato con i ricordi del passato. In questo colloquio si evince che il
jazz italiano negli anni cinquanta e sessanta era caratterizzato principalmente
da competizioni, come la "Coppa del jazz, di notevole risonanza. Chi aveva qualcosa
da dire, usciva da questi concorsi, da queste gare. Oggi esistono ancora premi e
trofei, ma sono meno pubblicizzati. Impareggiabile è, ancora, l'approccio di Bazzurro
ad un musicista difficile come Michel Portal. Lo affronta adducendo,come
motivo dell'incontro, il fatto che di lì a poco il sassofonista avrebbe compiuto
sessant'anni. "C'est terrible", seguito da una rumorosa risata, è il commento a
questo aggancio, davvero tirato per i capelli, da parte dell'autore del testo al
polistrumentista francese. Insomma ce n'è per tutti i gusti con l'accostamento di
musicisti di grossa popolarità ad altri meno celebrati. Da tutti Bazzurro sa ricavare
notizie e informazioni intriganti, anche perché conosce perfettamente la produzione
di chi intervista ed è, prima di tutto, un vero appassionato degli argomenti di
cui si occupa. Alla fine di "Parlami di musica" si possono consultare i dischi per
un'ipotetica "Isola deserta". Non è una trovata nuovissima, anzi, ma vale la pena
scoprire quali perle il"Nostro" ha estrapolato da discografie da cui è arduo selezionare
pochi titoli.
Il libro si può leggere seguendo l'ordine proposto dall'autore o " a salti",
random, si potrebbe dire, come ho fatto io, ma è consigliabile la prima alternativa.
Pur raggiungendo le 217 pagine, la lettura scorre veloce, perché Alberto Bazzurro
non si perde in ghirigori stilistici. Va al sodo, senza fronzoli, con abilità e
competenza.
Gianni B. Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/02/2009
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