Jazzitalia - The Sabir Mateen Quartet: Other Places Other Spaces
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Nu Bop Records 2008
distr. Jazz Today Distribution via Morazzone 8 Varese
The Sabir Mateen Quartet
Other Places Other Spaces


1. Other Places Other Spaces
2. For the Unborn One
3. You Reap What You See
4. Alan Shorter
5. Shades of Khusenaton
6. The Beginning Stars After the Ends Is Over
7. Feelings Meet
8. One With All
9. Journey Through the Deepness of Positive Light

Sabir Mateen - sax contralto, tenore, flauto, clarinetti
Raymond A. King - pianoforte
Jane Wang - violoncello, contrabbasso
Ravish Momin - batteria, percussioni



È un bisogno espressivo dirompente quello che Sabir Mateen riversa nei settantasei minuti e ventiquattro secondi di musica contenuti nella sua ultima produzione discografica, Other Placet Other Spaces, pubblicata dalla Nu Bop Records di Achille Silipo. Nove tracce di intenso fluire sonoro che invadono l'ascoltatore sul quale svetta onnipresente la figura del leader, autore tra l'altro di tutti i brani, che impegna i suoi musicisti in un'azione di continuo e costante supporto alle escursioni dei suoi vari fiati, sax tenore e contralto, flauto e clarinetti.



U
na registrazione realizzata in America, negli studi Patkwest di Brooklin, sul finire del luglio 2006, per il musicista originario di Philadelphia, la cui biografia narra di un rapporto con la musica sempre attivo, di un suo inizio da flautista dopo un breve periodo dedicato alle percussioni. E poi, nei primi anni settanta, l'esperienza con il rythm and blues che lo porta alla corte della Pan Afrikan Peoples Arkestra di Horace Tapscott. Per poi ritrovarlo in tempi più recenti nella Little Huey Creative Music Orchestra di William Parker, ma non dimenticando i suoi incontri con musicisti come Cecil Taylor, Roy Campbell, Matthew Shipp, Henry Grimes, solo per citarne alcuni, e non ultimo, Raphe Malik, al quale è dedicato questo cd.

Siamo in pieno clima free con una forte componente afro in cui nulla è concesso all'estetica musicale, non un ammiccamento, nessuna citazione ruffiana. Sulla superficie argentata del dischetto magico sono impresse le enunciazioni sonore di un musicista che ha un profondo rispetto della cultura afroamericana e del jazz e che guarda al futuro di questo musica facendo tesoro di ciò che alcuni grandi innovatori del passato hanno ben fissato e impresso nella storia di questa espressione musicale. La selezione si apre all'insegna del ritmo con le percussioni dell'instancabile Ravish Momin. Poi è il leader a tracciare le coordinate di un tema apparentemente convenzionale che farebbe presagire ad un sviluppo tradizionale del brano. È soltanto un'illusione perché da lì a poco si avrà già chiaro il climax dell'intera produzione.

In For the Unborn One esordisce un serrato dialogo tra il violoncello di Jane Wang e il flauto di Mateen, atmosfere da musica da camera alle quali si uniscono successivamente anche gli altri. Con You Reap What you Sew si apre la saga di Mateen, il suono del suo sax è viscerale, sofferto, contrappuntato da pianoforte e batteria, il ritmo, incalzante, frenetico e quando arriva la traccia n.5, Shades of Khusenaton, l'ambient è marcatamente free. L'intro di The Beginning Stars After The End is Over sembra dare un attimo di tregua con l'espressivo pianoforte dell'impegnato Raymond A. King che poi dialoga magnificamente con la batteria di Momin ma nelle ultime tre tracce riemerge con forza e intensità tutta l'energia del leader.

Questa in sintesi l'essenza di un cd per il quale non si può certo gridare al capolavoro. Malgrado ciò posso assicurarvi che si viaggia su una espressività libera e incondizionata certamente interessante, la stessa che ha sempre caratterizzato la produzione discografica di Sabir Mateen. Se ritenete di essere predisposti a cotanta libertà artistica accomodatevi e immergetevi nel verbo musicale di un autentico e rigoroso artista.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia













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Data pubblicazione: 12/10/2008

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