Ziriguiboom / Crammed Discs, 2003
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Zuco 103
One down, One up
CD 1
1 Jussara
2 Humana
3 Mo
4 Eu Nasci No Brazil
5 Q Baiano
6 Voltando (The Cocktail Party Mix)
7 Get Urself 2gether
8 El Jodedor
CD 2
1 Brazil 2000
2 Brief Passions
3 Peregrino
4 Humana
5 To Life
6 I Came, But...
7 Treasure - Gerd Remix
8 Peregrino - David Walters Mix
9 Get Urself 2gether - Chris Harrison Mix Feat. Tara Chase
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Ziriguiboom / CRammed Discs, 2005
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Zuco 103
Whaa!
1. Na Mangueira
2. Duele Le Le
3. Mayfly
4. Love Is Queen Omega
5. Nha
6. Vivente
7. Whaa!
8. Vou Levar
9. Futebol
10. Conscience
11. Garganteiro
12. It's A Woman's World
13. Jave
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One Down, One Up
E' il quarto disco – doppio in questo caso – di un sorprendente trio
brasiliano/europeo, composto dalla cantante e paroliere Lilian Vieira, nativa
di Rio de Janeiro, dal batterista e compositore di Amsterdam Stefan Kruger,
chiamato Stuv e dal compositore e tastierista di Monaco di Baviera Stefan Schmid.
La musica del trio, completamente originale, è una felice mescolanza di morbida
bossanova e samba, rinnovate e talora rinfrescate, se non addirittura rigenerate,
da un'elettronica non invadente che arricchisce ogni pezzo similmente a ciò che
fanno i colori dell'arte pittorica. Il primo CD – "Down" – dura poco più
di 34 minuti e propone 8 pezzi, l'ultimo dei quali solo orchestrale, registrati
in studio. Il trio, che comunque si circonda sempre di ospiti, è decisamente connotato
dall'impronta grintosa, anche se dolcemente suadente, della voce di Lilian Vieira.
La cantante ricorda a volte Elis Regina, sia per certi modi di affrontare
la melodia sia per la professionalità, che significa far apparire semplici cose
in realtà molto impegnative. Altre, quando la sua voce cambia completamente di timbro
e si scatena verso il basso o verso l'alto, ci ricorda cantanti aggressive come
Elza Soares.
Il pezzo che non ci stanchiamo mai di ascoltare è quello iniziale,
Jussara, una bossanova influenzata dal Jazz, melodica,
appassionata e che si conclude con un apprezzabile scat.
Il secondo CD, "Up", dura quasi 57 minuti e presenta sei brani
registrati dal vivo in Belgio, paese in cui ha sede l'etichetta, più i remixes di
tre pezzi tratti dall'album precedente "Tales of high fever". L'atmosfera
che si respira è quella delle jam sessions nei club, molto più libera e con maggiore
disponibilità al rischio, azzardando frasi e ritmiche diverse. Interessante, per
confrontare la diversità di versione, la presenza di tre pezzi replicati: "Get
urself 2gether", in studio e remixato, nel quale partecipa la giovane
rappista canadese Tara Chase, "Humana",
in studio e dal vivo, "Peregrino", dal vivo
e remixato.
Nel CD dal vivo trovano maggior spazio il tastierista e il batterista
che fanno un uso oculato di sampling e programmazione, senza nuocere alla qualità
dei pezzi. Certo il trio strizza l'occhio al pubblico più giovane ma in maniera
non deludente. Sul gruppo tuttavia aleggia – anche se non l'abbiamo ancora vista
dal vivo – il carisma della Vieira, che personalizza secondo il suo umore il carattere
di ogni brano.
Whaa!
L'ultimo disco del trio brasiliano/europeo si avvale della partecipazione
di numerosi ospiti. Le frasi brasiliane e jazzistiche vengono inserite in una base
musicale più elettronica e computerizzata. 13 i pezzi, per una durata totale di
oltre 55 minuti, come sempre composti dal trio, in 2 casi assieme ad uno degli ospiti,
Lee "Scratch" Perry, un pioniere del dub/reggae. Per il gusto di chi scrive,
il brano preferito è il numero 5, "Nhà", un
termine con il quale gli schiavi, due secoli or sono, indicavano i loro padroni.
"I nomi sono mutati – dicono le note al pezzo – ma purtroppo la schiavitù
è ancora attorno a noi." Musicalmente è una bossanova acustica, ritmata dalla
chitarra di uno degli storici musicisti del genere, Roberto Menescal, impreziosito
dalla voce della Vieira che alla fine si impone all'attenzione con un amaro
rap.
Carina anche "Futebol", un inno al
calcio, composto durante i campionati europei del 2004.
Cantata in inglese, mantiene il termine sportivo della lingua brasiliana e narra
del gioco tra due innamorati che si scambiano i ruoli, come in una partita di pallone,
tentando di arrivare alla meta agognata. E' un funky, che però potrebbe essere eseguito
alla maniera di un samba infuocato, trascinante. Ma i tre, come in prevalenza nel
disco, hanno preferito la facilità ritmica assemblata da sampling, computer ed elettronica.
C'è anche una ballad, "Vivente", in
cui i due chitarristi, Alvin Lewis e Lesley Kuhr, utilizzano l'effetto
wah-wah di hendrixiana memoria. Musicalmente carino il pezzo finale "Javé",
anche se il testo ricorda i popoli del Congo e della Somalia e tutte le persone
innocenti al mondo che scappano dalla violenza, dalla fame, dalla guerra: graditi
ospiti, Zoumana Diarra, alla Kora, una lira africana artigianale e David
Kweksilber al sax baritono. Anche qui l'elettronica sovrintende alla ritmica,
mascherando un samba e recitando una parte preponderante. Ma se proviamo a chiudere
gli occhi e ad immaginare il pezzo eseguito dalla voce sostenuta da un pandeiro
a pelle naturale, l'atmosfera diventerebbe senza dubbio più emozionante.
Per chiudere, WHAA! è un disco facilmente ascoltabile, ma non banale,
fatto di tanti elementi semplici felicemente accostati.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 16/06/2007
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