Black Top
#One
Babel Label (2014)
1. There Goes The Neighbourhood
2. Guess Who's Coming To Dinner
3. Archaic Nubian Stepdub
Orphy Robinson - marimba Pat Thomas - pianoforte, tastiere, computer Ospite:
Steve Williamson - sassofono tenore e soprano
Se musicasse un film, sarebbe di quelli con tinte fosche, agitate e tese, di quelli
che ti tengono sulla corda dall'inizio alla fine e che ti fanno torcere le mani
con soddisfazione. Orphy Robinson e Pat Thomas, alias Black Top, cooptano Steve Williamson, sassofonista di vaglia con esperienze aperte: al fianco
di Abbey Lincoln, ma anche di Louis Moholo-Moholo, Viva La Black, Maceo Parker,
Courtney Pine; coriaceo e limpido nel lasciar fluire il suo prezioso eloquio all'interno
delle linee stampate dai due Black Top.
Tre brani, tre suite: tre storie. "There Goes The Neighbourhood" è onirica,
meccanica e contrappone il caldo e fluido fraseggio di Williamson all'acre martellare
della marimba prima e del pianoforte dopo, che la contrappunta. L'ingresso delle
scintille di elettronica rendono il brano sempre più inquietante e permettono a
Thomas e Robinson di declinare il loro vocabolario avanguardistico radente l'atonalità.
La materia sembra sempre in dissoluzione, soprattutto nelle mani di Robinson e Thomas,
così in "Guess Who's Coming To Dinner" le corde del pianoforte insistono su
vamp acute e algide tessendo una ragnatela, mentre la marimba punzecchia ritmicamente
e testardamente in attesa dell'ingresso di Williamson, vero antagonista dell'aria
sferzante spinta dai Black Top. I cambi di scena ora svuotano, ora riempiono il
brano grazie all'elettronica che arriva come una rasoiata e il soprano di Wlliamson
che scrive arzigogoli sfaccettati e pungenti. Esplode dalle prime note un groove
che si spalma su di un tappeto techno-minimal in "Archaic Nubian Stepdub",
punto d'incontro tra diverse dinastie musicali che riescono ad andare sottobraccio
perfettamente.
L'opera prima – omen nomen – dei Black Top enuncia il credo musicale dei due (tre?)
musicisti: jazz d'avanguardia, musica contemporanea, elettronica di spessore e mai
fuori luogo, swing suggerito.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/10/2014
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