Claudio Airo è jazzista che incarna bene l'esempio dell'italico pianismo
jazz, con buona dose di melodismo, tocco caldo e deciso, e quel tanto di liricità
che tende al malinconico. Ed in Omninside, sua
seconda realizzazione discografica, queste sue caratteristiche, che ne contraddistinguono
tanto la composizione quanto l'esecuzione, si evidenziano fin dalle prime note introduttive
di Dissoluzione: ambientazione tesa e scura,
determinata dalla tonalità minore, che mai risolve, e da progressioni ascendenti,
anch'esse minori, le quali tuttavia riescono a dispiegare l'estrema cantabilità
della melodia, delineata dal sax soprano di Klaus Lessmann – egregio
direttore della Siena
Jazz Big Band – e delle fasi improvvisative, pregnante quella del titolare,
sonora e gravida di vibranti sfumature quella del contrabbassista, Franco Fabbrini.
Una patina d'ironia riveste la frammentarietà melodica e la curvatura verso il registro
acuto di Omninside, spinta dalla pulsazione del ride dell'ospite,
Francesco Petreni, che nel tratto iniziale ha l'eco scattante di certe figurazioni
gillespiane, con risolutivi cambi ritmici. Sebbene ormai abusata nel repertorio
jazz, particolare risulta l'adattamento ternario di Senza
fine, sul cui tema si cimentano, con buona riuscita, tanto il pianista
quanto il sopranista, sulle poliritmie create dagli accenti del contrabbasso e dai
tonfi dei tamburi.
MO, ancora un originale a firma Airo,
intro melodica dopo la quale scatta il sincopato pedale del contrabbasso su un tempo
in 5/8 su cui si apre il tema arabesco, reso ancor più orientale dal suono nasale
del soprano, in una improvvisazione ricca ed articolata, cui si aggiunge il break
scoppiettante e polifigurato di Petreni. Box and
One, clima certamente diverso in questa composizione di Lessmann,
una ballad che segue maggiormente le scansioni ritmiche ed armoniche del
jazz più straight: ma anche qui Airo è capace di infondere l'impronta
del proprio pianismo con il suo fraseggio scavato e involuto.
Amennema, un blues facile da seguire e semplice
da improvvisare, firmato da Fabbrini, questa volta al basso elettrico, di
cui echeggiano gli attacchi sul pickup, guidato dall'affusolato e sinuoso
clarinetto di Lessmann in sottofondo prima, e tutto da gustare nel suo avvicendamento
solistico poi. Così come pure il percorso solitario del pianista, fluido e legato
alla struttura armonica del pezzo, con l'attentissimo drummer che oltre a
scortare sulle proprie bacchette le uscite dei compagni, ad incastro con questi
sigla anche un paio di tracimanti chorus.
Incipit su piatti e pelli di Petreni, leggerissimo sui primi, ribattente
sulle seconde: W Ernest, ancora di Fabbrini,
che prosegue con il basso elettrico in un disegno adattabile a tutto lo sviluppo
armonico del brano, condotto prima dal sax tenore, poi dal piano, fino a giungere
al monologo del bassista stesso, coerente e vibrato. Diadi al basso elettrico
tracciano l'armonia di Work di Monk, penetrante
l'unisono fra il leader ed il sassofonista, di nuovo al tenore, quindi spicca
ancora una buona intersezione delle parti, specie durante gli assolo di Airo e Lessmann,
a creare un interplay basato proprio sull'iniziativa solistica. La sequenza
si chiude con Mimando, a firma Airo,
ancora riconoscibile la sua impronta compositiva nell'atmosfera distesa della melodia
e nella indeterminatezza tonale su cui il clarinetto di Lessmann si dipana
in fitte evoluzioni.
Airo riesce a coniugare cantabili melodie ad armonie talvolta stridenti,
e se resta il dubbio che forse il contrabbasso di Fabbrini, più godibile
ed appagante, avrebbe giovato anche laddove è stato invece adoperato l'omologo elettrico,
dal canto suo Lessmann si conferma sapiente ancista, sempre a proprio agio
indipendentemente dallo strumento imbracciato e soprattutto sempre in grado di cogliere
tutte le sfumature dei brani eseguiti. Infine, ottima la scelta dell'immagine in
copertina, che rappresenta bene la profondità prospettica e leggermente ondulata
della musica del pianista milanese.
Antonio Terzo per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 3.578 volte
Data pubblicazione: 11/11/2006
|
|