Chiudiamo gli occhi dopo aver inserito il cd nel player, chiudiamo la
copertina bianca come il colore delle nostre sensazioni dopo le prime note. Un disco
da ascoltare estremamente rilassati, meglio se con la finestra aperta, sul cielo
(dal contrabbasso al cielo). Il contrabbasso di Felice Del Gaudio ci avvolge
da subito, ci prende nell'anima: un contrabbasso e un violoncello (Enrico Guerzoni).
Due strumenti, una musica celeste, anzi bianca, per non perdere il filo. Vengono
ripescate nella nostra mente melodie antiche, recondite, nascoste nel nostro subconscio.
Si scivola come attori di teatro, danzanti tra le note di questi due maestri, che
con una classe davvero notevole affrontano un compito decisamente arduo. Musica
allo stato puro; e gli strumenti sono solo due. Premere il tasto "play" equivale
all'aprire il sipario di uno spettacolo che non si scorda facilmente e al quale
si prende interamente parte.
Siamo noi e la natura di questi due strumenti, la natura e il piacere
di un percorso quasi onirico. Una strada bianca, una via lattea, che a sua volta
si suddivide in vie più semplici da seguire e altre più complicate. Un percorso
intrigante e meraviglioso come quello della vita. Si attraversa un film, si assiste
ad uno spettacolo, e sembra quasi possibile la congiunzione di più sensi. Sinestesia
che si incarna in una musica che fa sognare e ci coinvolge senza chiedere il permesso.
Non stiamo parlando di arte totale, ne' di musica sperimentale in stile
kandinski, parliamo di un'esperienza decisamente diversa, che mescola la musica
con la passione e il pathos che si nasconde nella risata di una mamma dopo il canto
del proprio figlio. Un punto che vorremo centrare in questo percorso è la ninna
nanna: infatti alcune di queste melodie evocano indubbiamente questa dimensione.
Ci stringe in una dimensione che spesso mettiamo da parte: il nostro legame con
la terra (nel caso di Felice Del Gaudio si parla di Basilicata), il nostro
legame con le figure chiave della nostra vita, la famiglia, il calore di una fiamma
che non si spegne mai.
Il culmine di tutta questa intensità sentimentale, lo si raggiunge proprio
nella ninna nanna che conclude questo bel lavoro. Appassionata rivisitazione di
un canto del passato, un battito di cuore vissuto nell'infanzia, ci riporta in quella
dimensione che credevamo dimenticata. Un salto nel buio che ci tocca nel profondo,
che ci mette davanti alla nostra realtà di esseri umani.
Dissolvenza sul nero.
Finisce un film senza titoli di coda, finisce un film dentro ad un sogno,
vissuto ad occhi chiusi. L'orchestra di due strumenti smette di sognare con questa
ninna nanna, e passa il testimone a noi, burattinai dei nostri sogni...
Ugo Galelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/07/2007
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