Jazzitalia - Felice Del Gaudio: La via lattea
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RES – Registrazioni e Suoni - RESCD0504
Felice Del Gaudio
La via lattea


1. Unigghiu*
2. La via lattea
3. Shake*
4. Buon compleanno (a Renata)*
5. Dido Dado (ad Antonio Michelangelo)
6. North sun*
7. Canto per te*
8. U cupi cupi
9. Ananda marga (sentiero della beatitudine)
10. Ninna nonna

Felice Del Gaudio - contrabbasso
Enrico Guerzoni - violoncello (su *)





Chiudiamo gli occhi dopo aver inserito il cd nel player, chiudiamo la copertina bianca come il colore delle nostre sensazioni dopo le prime note. Un disco da ascoltare estremamente rilassati, meglio se con la finestra aperta, sul cielo (dal contrabbasso al cielo). Il contrabbasso di Felice Del Gaudio ci avvolge da subito, ci prende nell'anima: un contrabbasso e un violoncello (Enrico Guerzoni). Due strumenti, una musica celeste, anzi bianca, per non perdere il filo. Vengono ripescate nella nostra mente melodie antiche, recondite, nascoste nel nostro subconscio. Si scivola come attori di teatro, danzanti tra le note di questi due maestri, che con una classe davvero notevole affrontano un compito decisamente arduo. Musica allo stato puro; e gli strumenti sono solo due. Premere il tasto "play" equivale all'aprire il sipario di uno spettacolo che non si scorda facilmente e al quale si prende interamente parte.

Siamo noi e la natura di questi due strumenti, la natura e il piacere di un percorso quasi onirico. Una strada bianca, una via lattea, che a sua volta si suddivide in vie più semplici da seguire e altre più complicate. Un percorso intrigante e meraviglioso come quello della vita. Si attraversa un film, si assiste ad uno spettacolo, e sembra quasi possibile la congiunzione di più sensi. Sinestesia che si incarna in una musica che fa sognare e ci coinvolge senza chiedere il permesso.

Non stiamo parlando di arte totale, ne' di musica sperimentale in stile kandinski, parliamo di un'esperienza decisamente diversa, che mescola la musica con la passione e il pathos che si nasconde nella risata di una mamma dopo il canto del proprio figlio. Un punto che vorremo centrare in questo percorso è la ninna nanna: infatti alcune di queste melodie evocano indubbiamente questa dimensione. Ci stringe in una dimensione che spesso mettiamo da parte: il nostro legame con la terra (nel caso di Felice Del Gaudio si parla di Basilicata), il nostro legame con le figure chiave della nostra vita, la famiglia, il calore di una fiamma che non si spegne mai.

Il culmine di tutta questa intensità sentimentale, lo si raggiunge proprio nella ninna nanna che conclude questo bel lavoro. Appassionata rivisitazione di un canto del passato, un battito di cuore vissuto nell'infanzia, ci riporta in quella dimensione che credevamo dimenticata. Un salto nel buio che ci tocca nel profondo, che ci mette davanti alla nostra realtà di esseri umani.

Dissolvenza sul nero.

Finisce un film senza titoli di coda, finisce un film dentro ad un sogno, vissuto ad occhi chiusi. L'orchestra di due strumenti smette di sognare con questa ninna nanna, e passa il testimone a noi, burattinai dei nostri sogni...
Ugo Galelli per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 15/07/2007

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